Articolo »

Il Comitato Vertenza al sindaco di Casale sulla transazione Schmidheiny: «È il momento della giustizia». Demezzi: «Decisione scomoda, ma che lascia tranquilli»

Si è svolto stamattina - lunedì - in Comune a Casale Monferrato dalle 8 alle 11 l’incontro tra il sindaco di Casale Giorgio Demezzi, l’Associazione Familiari Vittime dell’amianto e le organizzazioni sindacali. L’incontro inizialmente previsto per il 14 dicembre era stato anticipato a venerdì scorso ma l’invito non era stato esteso a Cgil, Cisl e Uil che hanno avuto un ruolo importantissimo dall’inizio della lunga lotta per sconfiggere l’amianto e l’inconsapevolezza e l’inerzia che ne hanno prolungato e amplificato il rischio. Venerdì mattina il Comitato vertenza amianto ha fatto sapere al sindaco che non avrebbe partecipato ad alcun incontro e così è stata fissato l’appuntamento per lunedì mattina mattina alle 8. Una fretta che sembra accreditare le voci che ipotizzano che la firma è ormai imminente. Pesce: «Poche novità, ma si capisce che vogliono accettare» «Non sono emerse grandi novità - ha commentato Bruno Pesce, coordinatore del Comitato Vertenza Amianto al termine dell’incontro - ma hanno addotto tutta una serie di motivazioni per cui sarebbe opportuno accettare l’offerta di quello che è oggi un imputato e prestissimo potrebbe diventare un criminale.... «Sono apparsi molto decisi perché - dicono - sarebbe estremamente difficile poi prendere così tanti soldi. «Lo sappiamo, è difficile anche per noi, è difficile anche per gli ammalati di mesotelioma, ma oggi è il momento della giustizia!» Pesce ha proposto di costituire un tavolo a cui possano sedere tutti gli enti parte civile nel processo - nazionali e locali e i rappresentanti della vittime «per valutare e coordinare non solo il dopo primo grado ma anche le azioni più efficaci possibili sul fronte del recupero dei risarcimenti». Pondrano, Cgil: «Si assumono una enorme responsabilità» Le grandi responsabilità che la giunta del Comune di Casale si assume nel prendere una decisione che potrebbe - attraverso la transazione - mitigare una condanna che altrimenti sarebbe più severa, vanificando l’attesa di giustizia di migliaia di persone sono state evidenziate da Nicola Pondrano, CGIL. «Se ottengono uno sconto di pena in virtù di queste transazioni ciò potrebbe nuocere sul piano dello stesso diritto che tenteranno di far valere le parti lese». La speranza delle vittime è che scatti una condanna esemplare, che possa portare a un mandato di arresto internazionale. Ma se la sanzione fosse mitigata dagli accordi con le parti lese, come avviene normalmente in questi casi, ciò potrebbe vanificare - ritengono, l’intero percorso di giustizia. Ben 128 nuovi malati d'amianto dal 10 dicembre 2009 Pondrano ha poi evidenziato che ben 128 persone si sono ammalate dal 10 dicembre del 2009 (data in cui è iniziato il processo) a oggi: «Se si aggiungono quelli che verranno ci troveremo presto di fronte a centinaia di persone che non saranno tutelate. E il fatto di restare nel processo contro il belga, che ha 90 anni, non cambia la sostanza della faccenda». Il belga peraltro non ha mai avanzato alcuna offerta. La stessa oncologa Daniela Degiovanni aveva rammentato all’assemblea pubblica della scorsa settimana il quadro delineato dagli epidemiologi: oggi si contano 50 morti l’anno ma il picco è previsto per i 2015-2020. Poi si stabilizzerà ancora a lungo su una cinquantina di casi l’anno. Insomma, il disastro causato dall’Eternit dispiegherà i suoi effetti ancora per molti anni. A chi si rivolgeranno le vittime per chiedere giustizia? La proposta di delineare un percorso per ottenere un giusto ed equo indennizzo, cittadini e istituzioni fianco a fianco in questo senso avrebbe un grande valore. «Un giusto indennizzo per un processo simbolo che non si è mai celebrato. Un giusto indennizzo che potrebbe essere molto più consistente di quello che il Comune si appresta - a quanto pare - ad accettare», commenta Bruno Pesce. «Senza contare quanto sarebbe possibile ottenere in futuro da altri procedimenti». E al sindaco - la Degiovanni - ha sottolineato un dato della ricerca condotta dalla psicoterapeuta Antonella Granieri sui malati di mesotelioma e sui loro familiari: «Emergeva come i cittadini si sentivano tutelati e avvolti dalle istituzioni...». Un conforto che con questa vicenda, condotta in questo modo, rischia di venire meno e che rischia anzi di creare un conflitto tra cittadini e istituzione. Il sindaco: «Incontro franco e aperto» Il sindaco Giorgio Demezzi parla di «incontro franco e aperto» e di «senso di responsabilità» da parte dall'Amministrazione ribadendo l'ipotesi «in futuro di un’inchiesta da parte della Corte dei Conti, sia sulla congruità del risarcimento e sia sulla decisione da parte del Comune di accettare o meno la proposta». «Noi siamo portati a prendere una decisione che può apparire scomoda – continua Demezzi – ma che è l’unica che ci lascia tranquilli con le nostre coscienze e che ci fa pensare che se c’è una minima possibilità di salvare anche una sola vita in più attraverso il sostegno alla ricerca sul mesotelioma, noi quella possibilità la dobbiamo percorrere». La ricerca ha già a disposizione - ha ribattuto Nicola Pondrano - oltre 4 milioni di euro che derivano dalle transazione dei circa 200 cittadini che hanno firmato l'accordo con lo svizzero: «Non c'è nessuna urgenza di fare la transazione per questa ragione, questo deve essere chiaro». Il problema morale secondo il sindaco Demezzi parla poi del «problema “morale” sollevato dall’Afeva» e si dice convinto «dell’assoluto rigore morale e della giustizia che merita Casale Monferrato, attraverso il risarcimento dovuto per i propri morti, per le occasioni perdute di sviluppo e di rinascita, per i capitali impiegati per la bonifica e sottratti quindi ad altre possibili attività, non prenderemmo neppure in considerazione l’ipotesi di accettare la transazione». «Oltre alla ricerca scientifica sul mesotelioma e sulle malattie derivanti dall’amianto – conclude il Sindaco – i soldi offerti dall’imputato svizzero potrebbero essere utilizzati in parte per concludere le bonifiche (in aggiunta ai 9 milioni di euro già stanziati dalla Regione) e in parte per il rilancio della città che, senza dimenticare il dramma che sta ancora vivendo, deve comunque guardare avanti, in particolare per dare garanzie e certezze alle generazioni più giovani. Qualora il Comune decidesse di accettare l’offerta di Schmidheiny, sarà comunque avviato un percorso partecipativo per stabilire esattamente come impegnare i fondi, coinvolgendo tutte le realtà cittadine». Diciotto milioni per 600mila metri quadrati di tetti in Eternit. E il resto? Una annotazione: solamente per il finanziamento delle bonifiche dei 600mila metri quadrati di eternit che ancora coprono le abitazioni dei cittadini di Casale occorrono - calcolando un contributo di 30 euro al metro quadrato analogo a quello erogato finora - proprio 18 milioni di euro. Quindi si può considerare congrua l’offerta di transazione? Senza contare la discarica che occorrerà realizzare presto, senza contare i polverini (per esempio quello che da anni attende di essere bonificato in via Visconti, così come tanti altri), senza contare i terreni contaminati (per esempio la ex Piemontese? Oppure l’area lungo il Po in cui c’era il canale di scolo di Eternit recentemente ritracciato da ARPA) e tutte le situazioni di rischio che senza una operazione straordinaria di indagine e di bonifica per mettere una volta per tutte la parola fine al disastro continueranno a emergere.

Profili monferrini

Questa settimana su "Il Monferrato"

Silvio Morando

Silvio Morando
Cerca nell’archivio dei profili dal 1871!