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Alpini, ridiamo la speranza alle popolazioni terremotate

«Complimenti avete fatto una cosa grandissima». «No - è stata la risposta - abbiamo fatto il minimo indispensabile». Abbiamo incontrato la squadra di cinque volontari della Protezione Civile della sezione A.N.A. (Associazione Nazionale Alpini) di Casale: Franco Delodi, Simone Cia, Pier Paolo Dezzana, Romeo Casarotto, Pierangelo Bellomo. Hanno prestato servizio a Savelli, frazione di Norcia a circa 5 chilometri dal campo emergenza. «Il livello di devastazione è molto alto, anche se i paesi sono piccoli si vedono danni gravissimi - spiegano - A Savelli il campanile della chiesa mostra tutta la sua precarietà ad ogni nuovo sussulto del terreno. Convivere con le crepe e le molte scosse è una dura prova per le popolazioni». Franco Delodi, caposquadra, ricorda che in quella frazione circa 20 persone dormono in tenda o in qualche parte di casa agibile. «Ci sono tante roulotte e nelle tende il freddo è intenso ed è gelo non solo nelle tende, ma anche nei loro cuori». Per la squadra non era la prima volta che si doveva convivere con le scosse: la prima era stata in Abruzzo, nel Comune di Barisciano. «Non abbiamo avuto tempo per pensare - racconta Pierangelo Bellomo - il ritmo di lavoro era intenso. Tanto, tanto servizio. Alle sei preparare la colazione, poi pulizia, preparazione pranzo, servizio a self-service, pulizia e riordino e poi di nuovo per la cena». I nostri volontari si sono stupiti che col passare dei giorni i commensali siano passati da 196 a oltre 240, arrivando da paesi vicini. «Noi che li conosciamo bene sappiamo la qualità della loro cucina!», sottolinea il presidente della sezione ANA Gian Luigi Ravera. «Noi volontari della Protezione Civile Alpini abbiamo uno stile - racconta Dezzana - Abbiamo avuto cura di aumentare le dosi perché dopo una giornata di fatica e di lavoro i terremotati hanno bisogno e piacere di compensare con il cibo la tristezza della situazione». Aggiunge Romeo Casarotto: «Una crema di lenticchie, pasta e fagioli con porzioni abbondanti sollevano il morale». Simone Cia ricorda che «con le situazioni di celiachia, avevamo un’attenzione specifica; il rispetto per le abitudini di pasti diversi, anche per i musulmani, è una nostra sensibilità. Molti terremotati c’è lo hanno fatto notare con gratitudine». Da sottolineare il rapporto umano, «il legame con i volontari delle altre associazioni ognuno nel proprio settore, con la propria specificità e faceva piacere verificare come ognuno offrisse il massimo in questi frangenti - rimarcano i volontari monferrini - Il rapporto con gli alpini della gente del posto era riservato, persone schive, poca confidenza salvo il fatto che quando è scoccata l’ora di partire, mentre mangiavamo con loro a qualcuno è scesa la lacrimuccia». Occhi lucidi tra i volontari e occhi lucidi tra la popolazione. L’ultimo giorno prima del cambio, i volontari dell’associazione AIB hanno fatto un albero di Natale; i nostri alpini i festoni natalizi con la pasta! E proprio oggi, venerdì, unitamente ad una squadra con altri volontari locali, ritornerà a Savelli di Norcia presso il Campo Piemonte un altro gruppo della Protezione Civile Alpini di Casale. Mauro Barbano e altri quattro componenti della precedente squadra - Franco Delodi, Pierangelo Bellomo, Pier Paolo Dezzana e Romeo Casarotto - torneranno per un nuovo turno nella cucina del campo. «La grave situazione metereologica ha contribuito a rendere ancora più difficile la vita nei centri terremotati, ma con il supporto ed il calore umano dei volontari ed in primis dei volontari alpini siamo certi che la popolazione locale saprà affrontare questo duro inverno», commenta Ravera ringrazia i volontari per tutto quello che stanno facendo.

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Silvio Morando

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