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Centro amianto: «Si parte male». Il ricercatore Mutti: «Conflitti di interesse e nomine discutibili»

«Stiamo guardando a quello che succede relativamente alla nascita del Centro Regionale di ricerca per il mesotelioma, ma l'inizio non sembra promettente, e c'è il rischio concreto di uno sperpero di denaro». È la posizione decisamente critica di Luciano Mutti, presidente del Gime, medico e ricercatore nel settore del mesotelioma e delle patologie correlate alla esposizione da amianto, che mesi scorsi aveva informalmente segnalato alla Regione alcune perplessità relativamente alla composizione degli organismi dei comitati del Centro di Ricerca e che ora esprime pubblicamente alcuni timori. «Nel comitato scientifico non vedo persone in grado di fare ricerca preclinica sui tumori da amianto e quindi ci chiediamo che cosa vogliono fare visto che la finalità dichiarata sarebbe proprio quella di sostenere la ricerca». Mutti aveva evidenziato l'esigenza di costituire il comitato scientifico puntando soprattutto sulle reali competenze e aveva segnalato anche la necessità di accertare preventivamente l'eventuale presenza di conflitti interessi per evitare che nel comitato scientifico vi fossero persone referenti di case farmaceutiche. E secondo indiscrezioni tale eventualità si sarebbe concretizzata con il coinvolgimento di un consulente della stessa azienda che aveva messo i bastoni fra le ruote al GIME per il trial a base di Gleevec e Gemcitabina, problema poi superato solo grazie a un accordo fra Fondazione Buzzi e Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria che avevano acquistato il farmaco consentendo l'avvio della sperimentazione, tuttora in corso a Milano, Pavia e Verelli ma per ora -a quanto consta - non a Casale. Dalla Regione pare però siano giunte a Mutti risposte deludenti. E le perplessità di Mutti sul profilo di competenze dei membri del comitato scientifico non sono pura accademia ma si traducono nel concreto timore che non vi siano poi gli strumenti e le conoscenze per agganciarsi alle esperienze più avanzate: «Ci sono nuovi farmaci attualmente testati in Olanda e Inghilterra frutto della nostra ricerca di base e in autunno saranno avviati due nuovi trial. Ci auguriamo - dice Mutti - che i responsabili della sanità casalese e il Centro di ricerca regionale sia nelle condizioni e abbiano le capacità di cogliere le occasioni che la ricerca degli esperti in questo ambito offre nel mondo. «Tutto ciò affinché un territorio che ha pagato e paga un prezzo elevatissimo per le speculazioni del passato non ne paghi uno ulteriore per gli errori del presente. «Ma in ogni caso - conclude Mutti - faremo in modo che i pazienti casalesi possano fruire delle nuove terapie in strutture adatte e di prestigio non lontane da Casale Monferrato». Massimiliano Francia

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