Articolo »

Casale dev’essere risarcita! Dagna: «Turbamento indelebile, come per un eccidio»

Non possono esserci ombre o dubbi sulla costituzione del Comune di Casale nel processo Eternit, costituzione sulla quale non ha sollevato obiezioni la difesa di Louis De Cartier, ma lo ha fatto - paradossalmente - quella dello svizzero Stephan Schmidheiny, che - come tutti ricordano benissimo! - aveva trattato pochi mesi prima della condanna a 16 anni di carcere proprio con il Comune nella speranza di ottenere un colpo di spugna definitivo, versando 18 milioni di euro, su tutte le sue eventuali responsabilità passate, presenti e future. Proposta che aveva scatenato un vero e proprio marasma sociale, gettando la città in una ulteriore situazione di angoscia, ma che era stata infine respinta al mittente. E ora proprio i suoi difensori, mettono in dubbio la «legittimazione» di Casale a stare nel processo penale per ottenere un risarcimento? Mah... La questione - comunque - è stata affrontata con dovizia di argomenti (ce ne sono, drammaticamente, moltissimi!) dal legale del Comune di Casale Enrico Dagna, sottolineando che la costituzione fatta meno di due anni fa risente già di costi aggiuntivi che hanno portato a lievitare i danni da 31 milioni di euro circa a 39. Più otto milioni, dunque! La metà della «generosa offerta» fatta da Stephan Schmidheiny per togliersi dai piedi quello che probabilmente è il «cliente» più scomodo e ingombrante di tutto il processo, la comunità che più di altre ha pagato in termini di dolore, sofferenza e vite umane la sciagurata attività che Eternit fece per 80 anni con la polvere assassina. Una città che ha memoria e che la conserva, che è in grado di produrre testimonianze sulle condizioni di lavoro bestiali che si vivevano in quella fabbrica maledetta, dove c’era così tanta polvere che ci si parlava senza potersi guardare in faccia anche a pochi metri di distanza... Dove l’amianto blu è stato spacciato per innocuo fino all’ultimo. Chi ha vissuto a Casale queste cose o le ha provate di persona o le ha sentite raccontare tante e tante volte da genitori, amici e parenti. Giuste rivendicazioni L’avvocato Dagna - in aula anche per il Comune di Villanova - ha parlato infatti di «giuste rivendicazioni di tutti i danni patiti e riconducibili alle condotte degli imputati». Accanto a lui - in aula - il sindaco di Casale Giorgio Demezzi. Ha parlato di un «territorio che ha subito e continuerà a subire gli effetti devastanti di quella lavorazione», cosa che comporta la «riconoscibilità - purtroppo - della città come luogo simbolo di una tragedia, anche se poi si è riscattata diventando emblema di una riscossa civile». Le attività criminali L’avvocato che rappresenta Casale in quello che è diventato un processo simbolo contro le attività industriali criminali che mettono a repentaglio la vita e la salute degli uomini per il profitto, ha sottolineato le «sofferenze indicibili per chi si ammala e chi gli è vicino», ribadendo che la comunità casalese «merita di vivere in un territorio che non sia nemico della salute» e ha parlato di una condizione «non solo ipoteticamente rischiosa» ma di «certa e conclamata esposizione lavoratori e cittadini». E la costituzione della città di Casale non è legittima solo per i danni patrimoniali ma anche per quelli «non patrimoniali» perché la «lesione» alla città riguarda tanti aspetti. «Il Comune è un ente locale che rappresenta la propria comunità, ne promuove lo sviluppo e ne cura gli interessi, si immedesima negli interessi dei cittadini ed è legittimato a veder realizzata la sicurezza del lavoro e dei lavoratori, il rispetto della dignità», ha ricordato Dagna che ha sottolineato che la battaglia della città è cominciata negli Anni Ottanta con l’ordinanza del sindaco Riccardo Coppo che nel 1987 - prima in Italia! - mise al bando l’amianto; e poi l’acquisizione dello stabilimento e dei magazzini dal fallimento, il lungo e costoso iter per la bonifica, sia in termini di risorse economiche che di umane e di una struttura amministrativa, quella del Comune, fortemente dedicata a quella finalità. «Non è assolutamente dubitabile la legittimazione del Comune di Casale in questo processo! Sarebbe paradossale che il Comune di Casale non potesse pretendere un risarcimento per gli effetti dirompenti determinati dai danni collegati alle azioni degli imputati». Dagna stesso ha detto di ricordare i camion dell’Eternit transitare per la città senza alcuna copertura, ha sottolineato che tre anni fa il vincitore di un concorso pubblico in Comune rinunciò al posto per la paura di trasferirsi a Casale, e lo stesso andamento demografico - da 41mila a 36mila in 30 anni, con circa 3000 stranieri, attualmente - ha risentito di questa vicenda. Poi ha citato la sentenza di Stazzano affermando che «là si trattava di eccidio, ma anche qui c’è un indelebile turbamento». E ancora il danno di immagine causato alla città dalla sciagurata vicenda Eternit. Prima di Dagna erano intervenuti altri legali, come quello dell’INPS che ha negato la prescrizione (il disastro è ancora in atto!) che ha invitato il tribunale di Appello a riconoscere il risarcimento delle spese sopportate dall’ente (23.293.000 più le spese di costituzione), l’avvocato della CISL e quello della CGIL, che hanno evidenziato l’«elevatissima intensità del dolo», ricordando «la pervicacia di comportamenti finalizzati a tacere il pericolo, a dissimularlo, a diffondere notizie false fino a interventi di spionaggio» evidenziata dalla pm Sara Panelli nella sua requisitoria. E poi anche il legale della Uil. Venerdì scorso - invece - l’intervento del legale della Regione Piemonte, che aveva messo in evidenza anche la necessità dei risarcimenti per portare a termine le opere di bonifica. Si prosegue domani Si prosegue domani e venerdì con altri interventi dei rappresentanti delle parti civili, tra cui gli avvocati Esther Gatti e Roberto Nosenzo, entrambi casalesi. Forse lunedì ci saranno ulteriori arringhe dei legali stranieri, francesi e belgi. Poi toccherà alle difese degli avvocati illustrare le ragioni di appello, spiegare come e perché i loro rappresentati si dichiarano innocenti, o invocano la prescrizione, o chiedono di escludere le vittime dal processo... Eccetera, eccetera...

Profili monferrini

Questa settimana su "Il Monferrato"

Marco Imarisio

Marco Imarisio
Cerca nell’archivio dei profili dal 1871!