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Transazione Eternit: sette Comuni dicono «no», 4 accettano. Casale deciderà nei prossimi giorni. Contatti continui con i ministri

«No» unanime dei consigli comunali di Balzola, Ozzano e Pontestura alla proposta di transazione dell’imputato svizzero Stephan Schmidheiny: rinunciare alla costituzione di parte civile nel Processo Eternit in cambio di una offerta in denaro, poco meno di 170mila euro per i Comuni minori e di 18,3 milioni per Casale. I Consigli comunali si sono pronunciati ieri sera, lunedì. Il «no» è stato unanime, dopo una discussione che non ha mancato di far emergere punti di vista differenti ma che è andata nella direzione di privilegiare un orientamento territoriale condiviso. Quattro invece i «sì»: Candia, Strioppiana, Caresana e Motta de' Conti hanno deciso di accogliere l'offerta dello svizzero. I complimenti del ministro Balduzzi Luca Gioanola, sindaco di Mirabello, sottolinea quello che ritiene un «distinguo importante tra gli 11 piccoli comuni costituiti parte civile. I 7 Comuni che hanno detto no fanno parte del casalese, della stessa ASL, della stessa Provincia e sono inseriti tutti nel sito di interesse nazionale per l'amianto di cui al decreto del Ministro dell'Ambiente del 2001, ex ASL 78. Un distinguo importante, perché se è vero che sono 7 i no e 3 forse 4 i si; i 7 no sono tutti del territorio. Un territorio che ha fatto squadra e che unito ha scelto con chiarezza di rifiutare. Quindi, più importante l'unanimità di tutto il territorio a dire no, piuttosto che il dato sommario di riepilogo 7 no e 4 si. Da questa unione del territorio, il territorio riconosciuto "sito di interesse nazionale" (al quale appartengono 48 Comuni, ma non i 4 che hanno detto sì), si riparte per dare sostanza, entusiasmo, coesione nel prosieguo del processo e nella necessità di giustizia. In mattinata sono arrivati anche i complimenti del ministro Renato Balduzzi. "Bravi tutti!"», conclude il sindaco di Mirabello. C’è dunque attesa per la scelta del Comune di Casale, l’ente più importante, che deciderà entro questa settimana (probabilmente nella giunta di giovedì) se accogliere o rigettare l’offerta dell’imputato Stephan Schmidheiny. Il miliardario svizzero che la comunità globale delle vittime dell’amianto (centinaia di migliaia di famiglie che ovunque nel mondo hanno vissuto, stanno vivendo o vivranno il dramma della speculazione sulla polvere killer) auspica sia messo finalmente di fronte alle proprie responsabilità – con il barone belga Jean Louis de Cartier – come responsabile della strage causata da Eternit. Due i capi di accusa formulati dalla Procura di Torino (i pm Raffaele Guariniello, Sara Panelli e Gianfranco Colace) omissione dolosa di misure infortunistiche e disastro doloso permanente. In sostanza agli imputati vengono attribuite responsabilità sia per non avere adottato le misure previste dalla legge per limitare i rischi nei confronti dei lavoratori, sia di avere inquinato l’ambiente e avere esposto al rischio-amianto anche i cittadini. Rischio che è presente tuttora perché mai, in seguito, si sono prodigati per rimuoverlo. Mille società e stabilimenti in 60 Paesi sparsi per il mondo per fare affari con la fibra minerale che da metà anni Cinquanta si sapeva bene che faceva morire di tumore al polmone e da metà anni Sessanta era inequivocabilmente stata collegata al mesotelioma e ad altri tumori. Ma da molto prima era noto che provocasse l’asbestosi. Una vicenda processuale di risonanza internazionale - quella del Processo Eternit - che avrà la sua conclusione il 13 febbraio con la lettura della sentenza da parte del Tribunale di Torino presieduto dal magistrato Giuseppe Casalbore, giudici a latere Fabrizia Pironti e Alessandro Santangelo. Le due «vie» di Casale Il sindaco di Casale Giorgio Demezzi ha nelle ultime settimane ripetutamente affermato di voler privilegiare il «percorso istituzionale» (vale a dire il rapporto con il Governo) che - dopo l’incontro a Roma di giovedì scorso - ha acquisito ulteriore forza e concretezza: «Alla luce di quanto emerso dall’incontro – aveva dichiarato il sindaco subito dopo il vertice - nei prossimi giorni valuteremo in Giunta la proposta di trattativa della Becon per conto dell’imputato Stephan Schmidheiny che, a questo punto, impone una riflessione più ampia». Ciò potrebbe significare rispedire al mittente la proposta avanzata nei mesi scorsi, e che ha scatenato una protesta popolare fortissima. Protesta di cui la Lega Nord - benché convinta dell’opportunità di procedere con la transazione - dice che occorre tenere conto. Sembrano invece fermi sull’opportunità di firmare i vertici cittadini e provinciali del PDL che in una recente nota pubblica (firmata da Marco Botta, Massimo Berutti, Nicola Sirchia e Paolo Cardettini) hanno ribadito le ragioni del sì senza tentennamenti. Nelle prossime ore – dunque - il confronto decisivo. Contatti continui tra Comune e ministeri dell'Ambiente e della Salute Intanto continuano i contatti tra il Comune e i ministeri di Ambiente e Salute per dare concretezza ai progetti sui due temi fondamentali, bonifiche e ricerca. In merito alle bonifiche nei prossimi giorni si svolgerà un incontro a Roma presso il ministero dell'Ambiente per avviare l'iter della realizzazione della nuova discarica amianto, che nel 2014 sarà esaurita. I contatti tra il sindaco di Casale Demezzi e il ministro Balduzzi - dopo l'incontro di Roma - secondo indiscrezioni sarebbero proseguiti in modo costante, anche durante lo scorso fine settimana, trascorso dal ministro a casa, nei pressi di Alessandria. Le strutture tecniche del ministero - dicono fonti vicine al ministro - stanno lavorando per un incontro a breve sull'intervento del Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (CCM) aper realizzare - come aveva reso noto lo stesso Demezzi - «un progetto per la sorveglianza sanitaria dei lavoratori e della popolazione esposti o ex esposti alle fibre di amianto, e per il potenziamento della presa in carico di queste patologie». Un intervento di sanità pubblica, che prevede la costituzione di una struttura di rete e che sarà posto sotto la gestione della Regione, e che è «un salto di qualità rispetto agli interventi messi in campo fino ad ora, anche per la valenza innovativa del modello che, ove rispondente, potrebbe essere utilmente esportato nelle altre realtà geografiche interessate», aggiunge Demezzi. Il fronte del «no» e la giustizia con la «G» maiuscola Sul fronte dei piccoli Comuni importante riunione venerdì scorso a Mirabello presenti i sindaci di Casale, Balzola, Coniolo, Mirabello, Ozzano, Pontestura, Villanova ma anche l’Afeva e i legali. Assente il Comune di Morano. «La riunione ha avuto una convergenza importante verso la volontà di dare un segnale non frammentato, ma di territorio, un segnale per la ricostruzione di un percorso unito, condiviso e forte». Mirabello ha poi deciso all’unanimità (giunta, Consiglio e cittadini): «No alla transazione. Si va avanti, con slancio e determinazione. Una sinergia che coinvolge cittadini – evidenzia il sindaco Luca Gioanola - territorio, Provincia, Regione e Ministeri della salute e dell’ambiente. «Circa 30.000 i siti nazionali censiti - evidenzia Gioanola ricordando il dato fornito dal ministero dell’Ambiente - e tra questi siti, il casalese con i 48 Comuni e Casale capofila è da tempo il più importante su tutti i fronti di impegni e risultati sia delle parti sociali che istituzionali». Anche dal Consiglio comunale (aperto al pubblico) di Villanova sabato scorso il «no» all’offerta del magnate svizzero, con la motivazione che tale cifra non è accettabile né dal punto di vista etico e morale, né tantomeno come risarcimento dei danni patrimoniali, ambientali e alle persone subiti. I lavori si sono aperti con l’intervento del sindaco Cabiati, il quale ha spiegato che, per la bonifica, sono già stati spesi ben 230.000€ e la cifra offerta, non solo non coprirebbe le spese sostenute, ma non potrebbe mai ripagare i morti di mesotelioma e il danno ambientale subito dal paese. «Inoltre se accettassimo impegneremo il comune a non costituirsi mai più parte civile contro la società e io non mi sento di imporre questa cosa ai futuri amministratori». Molti i cittadini che hanno preso la parola per esprimere la volontà di non accettare i soldi e di ottenere una giustizia vera, con la «G» maiuscola. «No» fermo anche da Coniolo: «Ritieniamo doveroso porre al primo posto la tematica della dignità e della giustizia», dice il sindaco Coniolo Giovanni Spinoglio. «Accettare adesso un risarcimento può influire - e non sappiamo quanto - sulla responsabilità penale. Quanto all’aspetto economico si valuterà in seguito». «No» anche da parte della giunta di Morano che si è riunita per decidere ieri – lunedì - nel tardo pomeriggio. Motta e Stroppiana dicono «sì» A Motta de’ Conti i consiglieri di minoranza di Emanuela Quirci, Marco Francese, Lorenzo Comoglio e Roberto Paggio esprimono il «più totale dissenso nei confronti della scelta della giunta di accogliere la proposta del magnate svizzero Schmidheiny e di accettare i 169.000€ per rinunciare alla costituzione di parte civile nel processo eternit. Abbiamo saputo di tale proposta soltanto dai giornali, nessuno ha ritenuto opportuno informare né il Consiglio comunale, né la popolazione. Riteniamo si tratti di una scelta vergognosa dal punto di vista morale ed etico». E dopo Candia anche la giunta comunale di Stroppiana ha deciso di accettare la proposta Schmidheiny. «Questo non va ad intralciare il processo penale. I fondi saranno impiegati nel sociale per il bene della comunità», dice il sindaco Vittorino Piazza. Anche Caresana ha accolto la proposta. Nessun incontro pubblico né consiglio comunale preliminare: «Parlando con la gente - dice il sindaco Sergio Cavagliano - mi sono reso conto che tutti erano d'accordo. Nei prossimi giorni faremo un Consiglio comunale per spiegare la nostra decisione. Nella foto bandiere Eternit Giustizia all'ingresso del ministero dell'Ambiente, giovedì scorso in occasione dell'incontro tra Governo, Regione e Comuni. Davanti al ministero una delegazione di cittadini e i giovani della Associazione Voci della Memoria

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