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Trino, fermato in Svezia marocchino ricercato per una rapina a Vercelli

Il 5 febbraio scorso, la Polizia di Vercelli portò a termine un’operazione arrestando due delle tre persone responsabili di una rapina commessa nel dicembre 2015, ai danni di un 33enne torinese che, dopo essere uscito dalla discoteca “Globo”, era salito su una Volkswagen, con tre cittadini, uno di nazionalità marocchina e due cittadini italiani con origini marocchine, conosciuti poco prima nel locale, per farsi accompagnare a comprare le sigarette. Giunta in corso Rigola, l’autovettura si fermava e il torinese veniva improvvisamente colpito dal giovane seduto sul sedile posteriore dell’auto, poi la vittima veniva trascinata fuori dall’auto e malmenata. Al termine dell’aggressione, dopo essersi impossessati del portafoglio con all’interno 300 euro, i tre malviventi si erano allontanati, facendo perdere le proprie tracce. Gli agenti della squadra mobile erano riuscito a identificare gli autori della brutale aggressione e a raccogliere elementi probatori, sulla base dei quali, il magistrato titolare dell’indagine, aveva richiesto e ottenuto dal gip le misure cautelare personali. Due degli aggressori, residenti a Casale, erano stati arrestati e portati in carcere; il terzo complice, residente a Trino - anche lui con precedenti per reati contro la persona e il patrimonio - era invece risultato irreperibile. Pertanto venne avviata un’attività d’indagine che permise di stabilire come il giovane fosse fuggito in Belgio. Così, mentre gli altri due autori della rapina hanno già patteggiato, nei confronti del terzo sfuggito all’arresto, è stato emesso un mandato di arresto europeo. Il 24 agosto scorso personale dell’ambasciata d’Italia a Stoccolma (dove intanto si era spostato il fuggiasco) ha contatto la Questura di Vercelli a seguito dell’apertura di una procedura di alert nei confronti del rapinatore, riferendo che il malvivente era stato fermato dalla Polizia svedese. Terminate le dovute attività burocratiche e di fermo, il giovane, Mustapha Echamouti, veniva consegnato alla Polizia di Frontiera di Roma Fiumicino per essere associato alla casa circondariale di Rebibbia, a disposizione dell’autorità giudiziaria.

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Veronica Spinoglio

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