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L’amianto? Mortale, ma redditizio. Fa male anzi, malissimo. Ma qualcuno ci guadagna, e l’ONU nicchia!

L’amianto è o non è una sostanza nociva? Sembra impossibile ma dopo decenni che la scienza ha incontrovertibilmente stabilito il nesso tra amianto e una moltitudine (!) di tumori che non lasciano scampo; dopo che da decenni e decenni la gente muore a causa dell’asbesto, mentre processi penali e cause civili di risarcimento si celebrano ormai di continuo in tutti i Paesi civilizzati a causa delle vittime provocate dalla polvere killer, nonostante quei processi portino in aula una minoranza dei casi della «strage globale, del futuro» che sta diventando sempre più clamorosa ed evidente... Nonostante malattie che potrebbero essere benissimo evitate semplicemente evitando di utilizzare l’amianto costituiscano un costo sanitario ingente.... Ecco mentre avviene tutto ciò all’ONU bisogna ancora mettersi intorno a un tavolo e decidere se si tratta o no di una sostanza «nociva». E - si badi bene - che classificarla in tal modo non significa mica metterla al bando! No! Vuol dire solo etichettarla come pericolosa. In modo che chi la utilizza ne sia (doverosamente) informato. La questione verrà infatti discussa dal 7 al 10 maggio a Ginevra nell’UNEP (Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente9 dell’ONU, e vi prenderà parte anche il ministro della Sanità Renato Balduzzi che parteciperà alle sessioni deliberanti per portare una parola di concreta verità e responsabilità in un consesso che - già per sei volte! - ha respinto la medesima istanza. Alla vigilia del consesso si annuncia infatti il veto della Russia e dell’Ucraina, così come del Kazakistan. In passato anche il Canada, produttore ed grande esportatore di crisotilo si era opposto, mentre pare che in questa occasione sia intenzionato ad astenersi. La protesta dei movimenti A Ginevra saranno presenti anche molti dei principali attivisti che - a livello internazionale - si battono contro la polvere killer, per porre fine a questa industria della morte, che continua a seminare lutti in due terzi del pianeta approfittando delle legislazioni più arretrate che non pongono divieti contro il pericolosissimo minerale. Oltre all’AFEVA, che sarà rappresentata da Alessandro Pugno ci saranno anche Alexandra Caterbow (Germania); Kathleen Ruff (Canada); la pasionaria brasiliana Fernanda Giannasi (Brasile); Sugio Furuya (Giappone); Najwa Bourani (Tunisia); Emmanuel Odjam-Akkumatay (Ghana); Elina Doszhanova (Kazakhstan); Vladimir Korotenko (Kyrgyzstan); Laurie Kazan-Allen (Regno Unito); Barry Castleman (Stati Uniti). Il 7 maggio si svolgerà anche manifestazione - a Ginevra - con membri delle associazioni di familiari e vittime della Francia, della Svizzera, dell’Italia e di altre località. Insomma, quella multinazionale delle vittime che si è costruita proprio in virtù della strage senza confini causata dall’Eternit e dall’industria dell’amianto, e che trova - purtroppo - continue motivazioni dalla inesauribile catena di lutti che causa l’asbesto. L’appello dell’AFEVA L’AFEVA ha anche elaborato due documenti, spiega Alessandro Pugno,« un dossier di varie pagine dove si ribadisce e si documenta la pericolosità dell’asbesto e il diritto a essere informati, e una lettera dove tutte le organizzazioni delle vittime di tutto il mondo chiedono ai 33 Paesi rappresentati di includere l’asbesto asbesto nella lista delle sostanze nocive». Il corpus scientifico lo sta raccomandando per la quarta volta - spiega Pugno - ma i poteri e gli interessi economici alla fine hanno sempre fatto naufragare la proposta. L’amianto crisotilo - sottolinea AFEVA nella lettera firmata dalla presidente Romana Blasotti Pavesi a nome delle vittime e delle popolazioni esposte al rischio di tutto il mondo - rappresenta oggi il 100% del commerco di amianto ma anche - nel passato - secolo era pari al 95%. Si può ben dire, dunque, che è proprio l’amianto bianco, quello che - oggi come ieri si spaccia come innocuo se utilizzabile con adeguate cautele - il principale responsabile della strage globale causata dall’amianto! E che nella mancata etichettatura si consuma quindi una grave violazione perché anche ammesso (cosa non vera) che sia innocuo purché maneggiato con cautela, è evidente che per usare le precauzioni necessarie bisogna assolutamente essere consapevoli che in determinati prodotti è presente amianto. La mancata classificazione come sostanza nociva comporterebbe quindi una sostanziale correità e sarebbe ammissibile solo in assoluta e certa assenza di rischi. Ma l’amianto - anche se “lo conosci” - ti uccide ugualmente! «C’è un consenso scientifico impressionante - dice infatti Pugno - sul fatto che tutte le forme di amianto - fra cui il crisotilo siano pericolosissime». La speranza è che l’intervento del ministero della Salute e la mobilitazione delle organizzazazioni possano indurre anche i Paesi refrattari a prestare il consenso a ravvedere le proprie posizioni, visto che basta il veto di un solo Stato per far saltare il banco e rinviare ancora una volta questa semplice misura di tutela e di civiltà. Casale ha del resto assunto in questi ultimi anni un ruolo simbolo nella lotta all’amianto. Dalla Thailandia - per esempio - nelle scorse settimane è giunta una lettera inviata al sindaco di Casale per avere informazioni sulle bonifiche. L’altra speranza è anche questo ruolo possa avere avere il suo peso.

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Marco Imarisio

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