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Avviata oggi a Siena sul primo paziente una nuova possibile cura per il mesotelioma pleurico.

Dall'ufficio stampa del Policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena riceviamo e pubblichiamo Trattato oggi a Siena il primo paziente al mondo con una nuova possibile cura per il mesotelioma pleurico. L’importante traguardo è stato raggiunto dall’U.O.C. Immunoterapia Oncologica del policlinico Santa Maria alle Scotte, diretta dal dottor Michele Maio, unico reparto in Italia di oncologia medica dedicato alla terapia immunologica e biologica del cancro, su cui ha investito molto la Regione Toscana anche attraverso l’Istituto Toscano Tumori. «Si tratta di un anticorpo monoclonale – spiega Maio – che stiamo già sperimentando con risultati promettenti in altri tumori dell’uomo e che ora, per la prima volta, viene impiegato per combattere questa malattia, ad alto impatto sociale in quanto direttamente correlata all’esposizione ambientale e professionale all’amianto». Lo studio senese è di fase due e coinvolgerà ventinove pazienti provenienti da tutta Italia con specifiche caratteristiche cliniche e biologiche, selezionati anche dal Gruppo Italiano per il Mesotelioma presieduto dal dottor Luciano Mutti, di cui fa parte l’èquipe diretta dal dottor Maio. «La molecola che stiamo utilizzando è in grado di ‘togliere il freno’ al sistema immunitario – aggiunge Maio – bloccando anche l’attività di una popolazione specifica di linfociti che ne regola fisiologicamente l’attività. In questo modo viene fortemente potenziata la risposta immunitaria al tumore. L’immunoterapia può quindi rappresentare una strategia terapeutica promettente perchè per il mesotelioma, le tre armi comunemente usate contro il cancro e cioè chirurgia, radioterapia e chemioterapia non sono particolarmente efficaci poichè, nella maggioranza dei casi, la malattia viene identificata solo in fase avanzata». Il progetto clinico appena avviato è frutto di un lungo e complesso lavoro di ricerca di laboratorio, svolto anche in collaborazione con il Centro di Riferimento Oncologico di Aviano e reso possibile grazie a specifici finanziamenti assegnati negli anni scorsi all’équipe del dottor Maio dalla Fondazione Buzzi Unicem di Casale Monferrato che sostiene progetti e interventi per la diagnosi e cura di questa malattia che, in alcune aree italiane, ha una frequenza di nuovi casi di 10-15 volte superiore rispetto al resto della popolazione, con circa 1500 nuovi casi all’anno e che, si prevede, avrà un picco d’incidenza tra il 2020 e il 2025. «Lo studio – conclude Maio – terminerà nel 2011 e, in caso di risultati positivi, passerà alla fase tre, coinvolgendo diverse centinaia di pazienti non solo in Italia ma anche all’estero. La ricerca di nuove e più efficaci terapie per il trattamento del mesotelioma è infatti un’esigenza sentita sia nei Paesi industrializzati che in quelli in via di sviluppo».

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