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«Quanto è difficile essere omosessuale!» La testimonianza di alcuni monferrini

«Avevo 12 anni, ero una bambina o, forse, già una ragazzina. Non lo so, comunque molto timida. Il cuore iniziava a pulsare le prime emozioni e la mente a vibrare i primi turbamenti, mentre il ciclo mestruale tradiva i segni di un cambiamento imminente». Così inizia il suo racconto Anna Bonaffini, 53enne, originaria di Mombello e impiegata alla Cgil di Casale Monferrato che, in quegli anni, iniziò a percepire i primi sintomi di una condizione, allora per lei sconosciuta e che, più tardi, avrebbe poi identificato come omosessualità. «Frequentavo le scuole medie - racconta invece un ragazzo residente nel Casalese, poco più che ventenne e studente universitario a Torino - quando, improvvisamente, iniziai a sentirmi attratto dal mio stesso genere. Sono sempre stato molto timido e, questa condizione, mi aveva reso maggiormente chiuso in un mio mondo parallelo di pensieri, desideri e sensi di colpa». Anna Bonaffini e un ragazzo poco più che ventenne ci hanno raccontato quante difficoltà hanno avuto e hanno ancora nel vivere la propria omosessualità nel nostro territorio. Due testimonianze che fanno riflettere. Il servizio su Il Monferrato di venerdì 17 marzo 2017

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Marco Imarisio

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