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L'Eternit anche in Giappone? Una delegazione nipponica in visita a Casale

Una delegazione giapponese è stata ospite, fra il 10 e il 12 marzo, del Centro per la Prevenzione Oncologica di Torino: si tratta di un gruppo di ricercatori, epidemiologi ed operatori impegnati con la Ritsumeikan University di Kyoto in progetti di risanamento ambientale e stima degli effetti sulla salute nell’ambito del “Kubota shock”, una fabbrica di cemento amianto che ha contaminato fortemente l’ambiente e causato diverse decine di mesoteliomi fra i lavoratori e la popolazione. La delegazione era costituita da docenti del College of Policy Science della Ritsumeikan University: Kenichi Miyamoto, Kazuhisa Hiraoka; Hiroyuki Mori, Shinji Kumagai (Department of Environmental Health dell’Osaka Prefectural Institute of Public Health) e Hiroshi Iida dell’Amagasaki Occupational Safety & Health Center. Era anche presente Kazuko Furukawa, presidente della Japan Association of Mesothelioma and Asbestos. Gli ospiti avevano conosciuto il professor Terracini nel corso di una riunione svoltasi nelle settimane scorse a Yokohama sulle vittime dell’amianto e avevano espresso il desiderio di incontrare gli operatori, gli amministratori e i sindacati casalesi coinvolti nella bonifica, per approfondire le modalità di bonifica. Nel corso della visita la delegazione si è recata – martedì scorso - a Casale, prima in Comune e poi all'Asl. A palazzo San Giorgio, oltre al sindaco Mascarino, erano presenti al tavolo di lavoro l’assessore alla Tutela Ambientale Riccardo Revello e il dirigente di settore Ferdinando Albertazzi e l’architetto Piercarla Coggiola. La delegazione era accompagnata dal professor Benedetto Terracini del Centro per la Prevenzione Oncologica, dall’epidemiologo Corrado Magnani, da Angelo Mancini, direttore del Dipartimento di prevenzione dell'ASL-AL (accompagnato dalla dottoressa Minzocchi) e dall’oncologa Daniela Degiovanni. Erano inoltre presenti Bruno Pesce del Comitato Vertenza Amianto, la signora Romana Blasotti Pavesi, presidente dell’Associazione Vittime Amianto e Nicola Pondrano, referente per le problematiche amianto della C.G.I.L. «I Casalesi sono consci del fatto che, per quanto riguarda la salute dei cittadini esposti in passato alle fibre, la lotta all’amianto dovrà continuare ancora per lungo tempo – commenta Mascarino – ma abbiamo la certezza che, dal punto di vista della rimozione di tutte le possibili fonti di pericolo, molto è stato fatto e si sta facendo, prova ne sono i riconoscimenti internazionali che arrivano al nostro lavoro. La delegazione giapponese ha voluto vedere le opere di bonifica allo stabilimento Eternit ed è stata aggiornata su tutto quello che è lo “storico” della vicenda: i nostri ospiti sono venuti qui per imparare da noi e l’augurio è che possano risolvere presto le criticità nelle loro terre». Durante l'incontro all'Asl, a cui hanno partecipato anche i dirigenti dell'azienda sanitaria, è stato proiettato un filmato sul rischio amianto nel territorio casalese. «Si è trattato di una esperienza molto positiva sotto diversi punti di vista, per conoscere da vicino le reciproche criticità», dice Angelo Mancini. «Dal punto di vista tecnico lo scambio di informazioni è stato di altissimo livello e proseguirà senza dubbio tramite i contatti a distanza fra i nostri centri ed il passaggio del nostro bagaglio di esperienze ai colleghi giapponesi. Da parte loro, del resto, abbiamo ricevuto una lezione direi “morale” che ci ha colpiti: la cosa che più ha scandalizzato gli ospiti giapponesi è stata la completa assenza di scuse ai lavoratori e alla popolazione da parte dei vertici e dei responsabili Eternit e questo, aldilà dei sospesi giudiziari, ci ha restituito l’importanza, troppo spesso messa in secondo piano, dell’elemento umano in tutta questa tragica vicenda che condividiamo con un paese dall’altra parte del mondo». «La Kubota nel 2005 – ricorda infatti Bruno Pesce, coordinatore del Comitato vertenza amianto - ha chiesto pubblicamente scusa ai cittadini e ai lavoratori e ha inoltre accordato risarcimenti per i decessi di circa 150mila euro». Un esempio unico perché altre società attive nel settore amianto - tra cui la stessa Eternit - non hanno invece risposto in alcun modo. Un altro aspetto abbastanza singolare risiede nella costituzione – nel marzo del 2006 – di un fondo di risarcimenti destinato ai cittadini, con risorse modeste che vanno mediamente da 700 euro al mese per gli ammalati a circa 18mila euro per i deceduti – evidenzia pesce – ma «che è stato creato appena due anni dopo la messa al bando dell'amianto. Per noi sono stati necessari 15 anni per arrivare a un testo rabberciato che non si sa che fine farà». La legge per la messa al bando dell'amianto in Italia risale infatti al 1992 e del fondo si sta discutendo solo ora. Quello dell'amianto – dice Pesce – è in generale un problema sottovalutato anche se migliaia di vittime che attendono ancora un giusto riconoscimento. E intanto le associazioni guardano con grande apprensione all'avvio del maxi processo istruito dalla Procura di Torino contro le multinazionali della morte: «Speriamo - dice Pesce – possa essere istruito entro l'anno». Massimiliano Francia

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