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  • 15 gennaio 2017
  • Casale Monferrato

Impedito l’ingresso al lavoro ad una dipendente licenziata: è intervenuta la Polizia

È stato segnalato a "Il Monferrato" un caso lavorativo che sta facendo discutere su più fronti. Riguarda L. O., una giovane dipendente della cooperativa Nuovi Giunti operante all’interno della Casa di Riposo di Casale. La ragazza, ci spiega lei stessa, è stata assunta nel 2014 fino a diventare, come da organigramma di Punto Service (la cooperativa capogruppo delle cooperative ATI in Casa di Riposo) coordinatrice per la Nuovi Giunti nella struttura casalese. Nel dicembre 2016, però, il licenziamento in seguito a un progressivo demansionamento. «A monte – secondo Alberto Rito, sindacalista Fsi che ha seguito sin dall’inizio la vicenda della ragazza – c’è la decisione di Nuovi Giunti di togliere lavoro ai suoi dipendenti per ottemperare alla Legge 381/91 (norma che prevede l’assunzione da parte delle cooperative di “persone svantaggiate”, ndr). La ragazza non c’è stata e ne è nata una controversia». La dipendente, infatti, ha impugnato il licenziamento presso l’ufficio dell’Ispettorato territoriale del lavoro di Asti-Alessandria il quale ha indetto arbitrato. Ad alimentare la polemica tra le parti c’è una frase del documento emesso, il 3 gennaio scorso, dall’Ispettorato: «Il provvedimento (il licenziamento, ndr) rimane sospeso fino a pronuncia del Collegio». Secondo Rito, la ragazza dovrebbe poter riprendere il lavoro almeno fino al pronunciamento del lodo a chiusura dell’arbitrato: nella mattinata di martedì, accompagnata da Rito, la ragazza ha provato, dunque, l’ultimo tentativo di rientrare al lavoro. Di fronte all’impossibilità di prendere servizio, il sindacalista ha deciso di far intervenire la Polizia per denunciare l’accaduto e la non osservanza da parte di Casa di Riposo e Nuovi Giunti del provvedimento dell’Ispettorato del lavoro. «La questione, per noi, non esiste – ci spiega il direttore della Casa di Riposo, Paolo Barbano – E’ una controversia tra la dipendente e la cooperativa Nuovi Giunti, noi non c’entriamo nulla». Di parere opposto a quello di Rito c’è Claudio Amisano, direttore di Nuovi Giunti, che ci spiega: «La signora L. O. ha messo in atto comportamenti da noi contestati per i quali abbiamo provveduto al licenziamento “per giusta causa”. Lei lo ritiene illegittimo, noi no. Deciderà un giudice. Il provvedimento dell’Ispettorato del lavoro è una sospensione, non un annullamento. Vuol dire che è sospeso in attesa del giudizio e, se la Magistratura ci darà torto, esso sarà allora nullo. Un organo ispettivo come l’Ispettorato non può decidere la nullità: se così fosse l’avrei fatta rientrare immediatamente. Siamo talmente certi della nostra posizione che rifiuteremo addirittura la conciliazione e chiederemo l’intervento immediato della Magistratura per accelerare i tempi».

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