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A San Giorgio per i libri di Rino Scarola

Per chi volesse avvicinarsi alla storia di San Giorgio Monferrato, è indipensabile la consultazione dei tre volumi delle “Cronache di San Giorgio” dati alle stampe nell’arco di un quinquennio tra il 1997 e il 2002 da Rino Scarola in collaborazione con Paolo Feltrin. Una sorta di sommario di storia della vivace comunità monferrina che rischiava di restare incompleto senza un’accurata riflessione sul decennio caratterizzato dal più importante rinnovamento generazionale che il secolo scorso abbia mai visto, cui ha posto rimedio “San Giorgio Monferrato. I ruggenti Anni Sessanta”, il nuovo libro appena pubblicato dalla Nuova Operaia (Casale, ottobre 2011)con la firma dell’ex sindaco Rino Scarola. «La “quarta fatica” di Rino Scarola ci porta stavolta nel cuore degli anni Sessanta. Come già nelle precedenti opere, anche in questa l’autore riesce a rendere vivi e palpabili i personaggi della sua San Giorgio. Attraverso la penna dell’autore li sentiamo parlare, li osserviamo mentre operano secondo la gamma dell’espressività umana. Uomini e donne concreti, in carne e ossa, ma allo stesso tempo stereotipi universali nel loro modo di essere. Riuscire nell’impresa di rendere universale il particolare è segno non solo di grande capacità espressiva, ma anche di grande umanità e cultura nel senso più vasto del termine. In queste pagine si incontrano molti protagonisti che i sangiorgesi hanno conosciuto direttamente o nei racconti familiari. Ma l’interesse per quanto viene narrato si estende anche a chi di San Giorgio non è, poiché queste pagine rappresentano un bellissimo spaccato della più pura monferrinità». Così scrive Maurizio Scagliotti nell’introduzione dell’opera che ha il grande merito di aver saputo collocare i personaggi operanti a San Giorgio nel più ampio panorama dominato dai protagonisti delle vicende storiche di quegli anni, da papa Giovanni a Kennedy a Kruscev, nel contesto degli eventi epocali dell’autunno caldo, della contestazione studentesca e del boom economico. “Solo un vero sangiorgese - aggiunge Maurizio Scagliotti - poteva scrivere questo libro. Rino Scarola lo ha fatto con tono lieve e serio, allo stesso tempo, rigoroso nei suoi riferimenti storici e sempre indulgente verso tutti. Sono qualità che difficilmente si possono trovare tutte insieme. L’essere riuscito in ciò va a suo merito. Inoltre, come ogni storico sa, man mano che ci si avvicina all’oggi diventa sempre più difficile mantenere equilibrio narrativo e imparzialità di giudizio. Trovare qui sia l’uno sia l’altro elemento rafforza il valore di queste pagine”. Insomma il ritratto di una società attiva, ricca di fermenti sociali, culturali e politici rivisitata con la magia di un passato che non riesce a invecchiare, di un’epoca che hacambiato il mondo per sempre e che San Giorgio ha vissuto intensamente senza mai rinnegare le proprie tradizioni narrate da chi, allora adolescente, descrive con una punta di nostalgia quell’allegria vera e spontanea, che oggi manca, quel modo di vivere sereno, pur nel contasto politico e sociale, come momento della liberazione dalle fatiche pesanti a cui uomini e donne erano soggiogati. Un tuffo in quei fantastici anni Sessanta, aperti dai tre lutti nel mondo dello sport e dello spettacolo di Fausto Coppi, Mario Riva e Fred Buscaglione, ma musicalmente formidabili e che, tra Beatles e Rolling Stones, continuano a conquistare le nuove generazioni che li sentono raccontare dai genitori o dai fratelli più grandi. Tra archivi e tra sepolcri (canonica e cappellania) In un freddo mercoledì di fine dicembre abbiamo appuntamento a San Giorgio sotto una palma (dal cielo blù qui il clima è migliore di Casale) con Rino Scarola, vice sindaco (dopo essere stato sindaco per due legislature, i difetti di una legge...), cronista principe del paese collinare, con lui un mini tour. Nella canonica ci aspetta la perpetua Luigina Miglietta. Passiamo attraverso l'oratorio, nel cortile si vede l’abside dove c’era la vecchia chiesa di Santa Maria. Nel teatro, ricavato nella cripta sotto la chiesa, Scarola ci svela che è sepolta Sofia Doria Gozzani e suo figlio morto nel 1843 ultimo discendente dei Gozzani. C’è anche, questa almeno lasciata intonsa e visibile da chi aveva condotto a suo tempo i lavori (perplessità postuma), la lapide funeraria del frate francescano Giovanni Gozzani Goio. Saliamo a primo piano della canonica, per l’archivio parrocchiale salvato per la gran parte e inaugurato nel 1991. L’inventario ben redatto dallo stesso Scarola è del 1993-94, riporta la firma degli ultimi tre vescovi. Ci sono documenti dal 1500, quelli precedenti sono andati distrutti nell’assedio degli alemanni. Alle pareti quadri, la campana della vecchia confraternita... Nell’armadio dei reliquiari curioso l’olio per i defunti con lo stemma dei Gozzani. Fotografiamo lo Stato delle anime del 1770. Entriamo in chiesa, in una cappella laterale le lapidi funerarie dei Cavalli d’Olivola così tradotteci immediatamente (prodigi di email Casale-Colle val D'Elsa) dal prof. Olimpio Musso: la prima la posero (Posuerunt sottinteso Lapidem) il padre Conte Giuseppe Cavalli d’Olivola e la moglie Clara in memoria dei figli Alessandro e Camillo, morti prematuramente. La data è 1827. La seconda la pose (P) la moglie Clara Oseo in memoria del marito Conte Giuseppe Cavalli d’Olivola, morto di crepacuore più che di malattia. L’ultima riga recita: VIX(IT) AN(NIS) LXVII OB(IIT) DIE XXVII IUN(II) A(NNO) MDCCCXXVIII,cioè “Visse anni 67 morì il giorno 27 di giugno nell’anno 1828”. Nell’abside da ammirare la vetrata di San Vittore. Una tela raffigura San Giorgio. La Madonna del Rosario è della scuola del Moncalvo. Nel primo banco spicca lo stemma dei Natta con la quercia da sughero. Si apre per la nostra gioia di appassionati l’armadietto delle reliquie: San Giorgio, San Vittore, della Croce, Santa Illuminata con lo stemma dei Gozzani. Uscendo vediamo anche la Grotta di Lourdes realizzata dai cavatori (che duro lavoro, lo ricorda spesso Scarola nei suoi libri) nel 1912. Nel cortile dell’oratorio c’è lacampana della chiesa del Bricco. Entriamo ancora nella ex casa del cappellano ora l’archivio comunale: documenti dell’800, due fucili, un ritratto del conte Giuseppe Cavalli d’Olivola nonno della contessa di Lucedio. Vediamo il catasto napoleonico e quello del 1578-1680, restaurati. Infne gioia per lo spirito, per il corpo un caffè caldo al prospiciente Circolo Enal. Cronologia Parroci 1946-1989 don Guglielmo Caprioglio. 89-96 don Silvio Cera. 96-05 don Marco Pivetta. 05-don Oscar Comba, francescano. Sindaci 1952-79 Miglietta Francesco Mario. 79-90 Bagna Giorgio. 90-95 Rosanna Miglietta. 95-99 Dallera Pietro Luigi. 99-09 Scarola Rino. 09-Teresa Zaccone.

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Marco Imarisio

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