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Processo Eternit: condotta consapevole che ha causato una strage

Il processo non è a un lontano passato di storia industriale ma a una condotta consapevole che ha causato una strage che non è ancora finita. È quanto ha evidenziato questa mattina nella prima parte della propria requisitoria il Procuratore generale Ennio Tomaselli, contestando la lettura della vicenda Eternit della difesa degli imputati Stephan Schmidheny e Louis De Cartier, condannati in primo grado a 16 anni di carcere. La difesa - ha detto - «censura radicalmente la sentenza per mancanza della prova di malattia e del nesso causale tra malattie e condotte. Si nega il dolo invocando il colposo e si chiede una perizia. La difesa dice poi che si sta facendo un processo a un lontano passato industriale. E che lo si fa in modo incongruente, con le conoscenze di oggi. Per questo tutto appare in malafede, mentre in quei lontani decenni nessuno poteva rappresentarsi fatti illeciti come quelli addebitati a Stephan Schmideiny e Louis De Cartier, accusati solo perché personaggi di vertice». Poi la richiesta di «perizia in funzione di giudizio sereno, non partigiano sullo stato delle conoscenze scientifiche...» In realtà si mira al rifacimento del processo, ha detto il magistrato, sottolineando che invece il dibattimento di primo grado è stato approfondito e arrivato e che le conoscenze c'erano anche all'epoca e andavano inequivocabilmente nella direzione delle cautele. Quindi non sarebbe una questione di «mancanza di parametri normativi, conoscenze e strumenti tecnici. Eternit attuò per decenni una propria politica sulla sicurezza», probabilmente pensando che con malattie a così lungo decorso il tempo avrebbe aiutato a farla Franca. Oggi però i suoi massimi dirigenti, vengono messi di fronte alla responsabilità, di quelle scelte. Nella seconda parte entrerà nel merito della conoscenze scientifiche.

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Veronica Spinoglio

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