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Eternit-bis: 230 casi. Si va verso il rinvio a giudizio per omicidio

Le famiglie delle vittime italiane dell’amianto non sono più sole nella ricerca di giustizia e di un doveroso risarcimento per i danni causati dall’Eternit. Negli Stati Uniti undici ex lavoratori del settore amianto hanno intentato causa per una cifra (minima) di dieci milioni di dollari alla Becon e alla Anova, le due società di Stephan Schmidheiny che fornivano amianto al colosso americano del cemento-amianto Johns Manville senza indicare con chiarezza la pericolosità dei materiali. E tutto ciò per la giustizia americana rappresenta una automatica assunzione di responsabilità. La cifra, dieci milioni, è una stima assolutamente prudente (in attesa della sentenza che dovrebbe essere emanata a giorni dal tribunale del New Jersey) se si considera che attualmente l’indennizzo riconosciuto per una vittima di mesotelioma varia fra uno e dieci milioni di dollari. Lo ha detto Barry Castleman, uno dei maggiori studiosi della problematica amianto, consulente in processi sui crimini industriali e perito dell’AFeVA nel processo Eternit di Torino. Castleman ieri, lunedì, era a Casale per incontrare gli esponenti dell’associazione e per illustrare - appunto - le ultime novità negli USA in materia di amianto e di responsabilità. «Anova e Becon sono state identificate come “successori di interesse” dell’Eternit», ha spiegato, in quanto «l’amianto che veniva utilizzato dalla Johns Manville per produzione di tubi in crocidolite proveniva dalle miniere di Eternit (...). Servizio su Il monferrato di martedì 1° luglio 2014

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Veronica Spinoglio

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