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Cinque anni fa la scomparsa di Luigi Scalambro. Ancora oggi nessuna notizia

Cunico, Scandeluzza, Colcavagno, Montiglio, Robella… paesi dell’alta Val Cerrina dall’antica civiltà contadina, fatta di “particular”, grandi lavoratori della propria terra, onesti e dignitosi che dopo l’ultima guerra mandavano i figli a studiare in città. Omicidi, rapimenti, persone scomparse? Nessuna mai. Qualche suicidio sì, con il corpo che poi si ritrovava in fondo al pozzo annesso alla cascina. Ecco perché del giallo di Cunico, dovuto all’inspiegabile sparizione dell’ingegnere Luigi Scalambro di ottant’anni avvenuta cinque anni fa, si continua a parlare e ad avanzare varie ipotesi. Appartenente ad una buona famiglia di Cunico, Luigi Scalambro si laureò a Torino dove divenne direttore d’industria e sposò Adriana Pugni originaria di Casale, dove suo padre era funzionario di banca; frequentò il liceo classico e proseguì gli studi a Milano conseguendo la laurea in lingue e letteratura straniera alla Bocconi. Dopo il matrimonio e la sistemazione a Torino, i coniugi Scalambro non dimenticarono la loro bella casa sulla collina di Cunico, abitata nei mesi estivi e sopratutto dopo la pensione(Scalambro aveva incarichi nel sociale come la carica di presidente della locale Casa di riposo). Ed era a quel pensionato, dove si recava regolarmente che in un tranquillo pomeriggio d’estate di cinque anni fa, uscito di casa verso le 15 stava andando a piedi. Trecento metri fra le case lungo la strada, poco frequentata che prosegue verso Cocconato, che l’ingegnere, lucido ed in buona salute, benvoluto e senza segreti, è scomparso. Alla Casa di riposo non è mai arrivato e nella sua abitazione non è più tornato. La sera stessa, dopo la segnalazione ai carabinieri sono iniziate le ricerche, proseguite l’indomani, con la partecipazione della protezione civile e di molta gente del paese a percorrere le strade dei dintorni, ispezionare pozzi e cisterne a battere i boschi che si estendono verso Piovà Massaia, con i cani che non trovarono nessuna traccia. Inutile anche la segnalazione nella trasmissione televisiva “Chi l’ha visto”. L’uomo è sparito nel nulla. Intanto, nella sua dimora di Cunico, il tempo sembra si sia fermato quel giorno. Il bel cortile con le piante da frutta, il boschetto con sentieri ombrosi, la sala con il camino e la legna pronta: «L’accendeva sempre mio marito ai primi freddi» dice con rassegnazione e dignità la moglie Adriana, una donna dalla vasta cultura intenta a tradurre testi di aramaico e greco antico. «Una lunga attesa ormai senza speranza, aggravata dalla burocrazia. Secondo le norme vigenti, devono passare dieci anni dalla scomparsa di Luigi prima di poter fare richiesta di morte presunta e la reversibilità della pensione».

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Silvio Morando

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