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Il "meteo" delle fibre d'amianto per capire dove si depositano, lo studio di un monferrino

Ruggero Vigliaturo, trinese classe 1986, da un anno e sette mesi pensa solo ai modelli meteorologici applicati alle fibre d’amianto. Non è follia, tutt’altro. Dopo essersi laureto in Scienze Ambientali e Gestione del Territorio all’università del Piemonte Orientale di Alessandria, ha svolto il percorso magistrale con una lavoro interateneo, tra Torino e Alessandria, sull’analisi e la gestione ambientale, concludendo con la tesi: “Modelli per la deposizione delle fibre d’amianto disperse in atmosfera” (voto 108). «In pratica -spiega Ruggero- ho elaborato un modello matematico che va a calcolare quanto tempo ci mette una fibra di amianto a depositarsi. È il primo passo per creare un “meteo dell’amianto” che dice, a seconda delle sorgenti, come queste fibre si muovono nell’atmosfera e quanto ci mettono a depositarsi». Vigliaturo, che ha progettato questo modello all’interno di Scienze MFN (Matematiche, Fisiche e Naturali) dell’Avogadro di Alessandria, si è avvalso della collaborazione dell’Arpa di Grugliasco e di Angelo Mancini direttore del Centro Amianto Piemonte. «Dai dati di letteratura -spiega il giovane- ho estratto le caratteristiche dell’amianto che mi interessavano dal punto di vista fisico e ho trasformato le fibre in particelle sferiche che possono essere inserite in un modello meteorologico. È un modello di base che non può essere calato direttamente nella realtà ma è un punto di partenza… L’obiettivo del mio dottorato sarebbe creare questi modelli per la gestione delle bonifiche, per l’analisi di rischio dove ci sono ancora fabbriche che trattano l’amianto e anche per le ricostruzioni storiche: ricostruendo i luoghi sorgente e con i dati meteorologici dell’epoca si può capire dove le fibre si sono depositate e dove stanziano ancora oggi. Una volta calcolato dove si è depositato l’amianto e quando, si possono correlare i dati ottenuti con quelli delle malattie, ma questo sarà l’ultimo passo…» Perché questo studio? «Beh, al momento non esiste un modello meteorologico come questo… e poi non per una particolare questione personale ma per una generale sensibilità al tema». Ruggero vorrebbe completare e coronare il suo percorso di studio e ricerca con un dottorato che gli permetta di approfondire il lavoro svolto fino ad ora, tutto però passa per una borsa di studio: «Entro il 28 luglio, termine del bando di concorso, saprò se potrò portare avanti il progetto all’università di Torino...» IL GRAFICO «La situazione simulata è volutamente irreale per osservare il comportamento generico delle fibre -spiega Ruggero Vigliaturo- va sviluppata prima di essere calata nella realtà. Pongo una sorgente (S1 nel disegno) con coordinate x e y di 10 m, alta 10 m che rilascia 1 grammo di amianto al secondo. In condizioni meteorologiche leggermente instabili (Classe C di Pasquill) e con un vento medio di 3 metri al secondo che soffia parallelamente all’asse x. Il risultato è il pennacchio di deposizione colorato con gradazioni (in questo caso non è calibrato essendo un esempio generico). Il colore più scuro indica la massima concentrazione e man mano che si sfuma verso il giallo la concentrazione diminuisce».

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