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  • 19 giugno 2017
  • Casale Monferrato

Fotografia storica: 27 nuove lastre donate al Fondo Negri della Biblioteca Civica

Un cestino di ciliegie e un tramonto sul Po in tricromia (primi esperimenti di fotografia a colori) immagini sdoppiate per essere visionate nello stereoscopio, foto scattate con il microscopio. Sono alcune delle vere e proprie perle che si trovano fra le ventisette nuove immagini acquisite al “Fondo Negri” della Biblioteca Civica grazie a una donazione della famiglia Serrafero, che lo scorso aprile ha consegnato alla civica G.Canna il prezioso materiale raccolto del padre Gabriele, medico: «Per me e le mie sorelle - ha scritto Laura Serrafero in un biglietto di accompagnamento - è un piacere sapere che questo materiale sarò conservato presso la biblioteca». Medico conosciutissimo a Casale, originario di Pontestura poi trasferitosi a Camino, Serrafero, scomparso nel 2004, fu uomo di vivace curiosità e vasta cultura, appassionato soprattutto di storia monferrina, a cui dedicò numerose pubblicazioni Il Fondo Negri conta oltre 7000 immagini, fra lastre e positivi, spiega Elisa Costanzo della Biblioteca Civica. Ma oltre a ciò c’è molto altro di estremo interesse: lo stereoscopio, appunto, alcuni teleobiettivi, moltissime delle scatole in cui Negri conservava il proprio materiale, ricche di annotazioni sulle immagini scattate, con dati anche tecnici relativi a esposizione, tempi di posa, eccetera, come era uso fare fino ad alcuni anni fa, quando non esistevano il digitale e il preview e occorreva scriversi i riferimenti scatto dopo scatto, per sviluppare quell’«istinto» indispensabile per minimizzare gli errori. Oltre alle immagini, il materiale consegnato in biblioteca contiene una lettera datata 1° aprile 1966 con cui la ditta Fratelli Koristka risponde a una missiva del 29 marzo nella quale Gabriele Serrafero chiedeva informazioni sul teleobiettivo inventato da Negri. «Purtroppo, per la quasi totale distruzione, per cause belliche, dell’archivio della n.società, non ci è rimasta una cartella tecnica del teleobiettivo Negri-Koristka, né alcun cenno storico», scrivono i responsabili della ditta milanese. «Da una generazione all’altra è stato semplicemente tramandato che l’Avvocato Negri abbia suggerito al nostro compianto fondatore, Cavaliere del Lavoro Francesco KORISTKA, la costruzione di un teleobbiettivo, che fu realizzato nello stabilimento F.Koristka. Pertanto non siamo neppure in grado, come sarebbe invece stato certamente interessante, di riferirle sul quantitativo di teleobbiettivi costruiti e sull’entità della loro diffusione». Francesco Negri fu un personaggio assolutamente straordinario autore di importanti ricerche botaniche (scoprì anche una nuova specie di pianta erbacea) e di contributi fondamentali nel campo della fotografia scientifica e dell’innovazione tecnologica fotografica: sperimentò nuove tecniche, inventò strumenti fotografici e praticò sia la fotografia artistica sia quella scientifica. Oltre ad avere inventato il teleobiettivo (il prototipo lo costruì artigianalmente utilizzando scatole rotonde di cartone di un tonico dell’epoca), realizzò la prima documentazione fotomicrografica dell’agente eziologico del colera asiatico. Da lunedì 19 giugno sarà disponibile sul nostro sito www.monferrato.it la galleria fotografica con tutte le nuove immagini, dei telobiettivi Negri, dello stereoscopio conservati in biblioteca, della lettera della ditta Koristka e di altro materiale. Lo steroscopio, antenato del 3D Lo stereoscopio è il primo strumento ideato dall’uomo per riprodurre la tridimensionalità e il mondo, quindi, così come appare all’occhio umano. È grazie alla distanza tra gli occhi, che trasmettono due immagini da due prospettive divergenti, che il cervello riesce a valutare la profondità. Lo stereoscopio sfrutta lo stesso principio, accostando due immagini identiche che vengono viste attraverso un apposito visore (foto in alto). Ideato nel 1832 da Charles Wheatstone, inventore e fisico britanico, lo stereoscopio viene utilizzato ancora oggi. Quello impiegato da Negri all’epoca, conservato in biblioteca, era dotato di uno specchio che garantiva la luce necessaria.

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Marco Imarisio

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