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Ettore Bertolè Viale, ministro della guerra

Appartenente ad antica famiglia di Crescentino, Ettore Maria Bertolè-Viale era nato a Genova nel dicembre 1829 dal maggior generale Felice e da Maria Antonia Bertolè, detta “Marietta”. Entrato giovanissimo nell’Accademia Militare di Torino, ne uscì col grado di sottotenente in tempo per partecipare alla prima guerra d’indipendenza, dove si distinse nell’infausta battaglia di Novara. Prese poi parte col grado di capitano alla guerra di Crimea, dove ebbe modo di farsi apprezzare dal generale Manfredo Fanti che, allo scoppio della seconda guerra d’indipendenza, lo volle nel suo Stato Maggiore. Distintosi negli scontri sulla Sesia, a Confienza, a Magenta e anche a Palestro, si guadagnò la medaglia d’argento e la croce dell’Ordine Militare di Savoia. Allo scoppio della terza guerra d’indipendenza, fu nominato Intendente Generale dell’esercito, ma dovendo quest’incarico essere ricoperto da un generale, il Bertolè-Viale fu promosso a tale grado, divenendo così a 37 anni il più giovane generale d’Italia. Nominato poco dopo aiutante di campo del re, nel marzo 1867 fu eletto deputato nel collegio elettorale di Crescentino-Trino, vincendo il ballottaggio con Casimiro Ara. Negli anni successivi, memore degli impegni elettorali assunti con il suo corpo elettorale, superando le non comuni difficoltà finanziarie e burocratiche, il Bertolè-Viale diede parere favorevole alla costruzione del ponte di Crescentino, poi inaugurato nel settembre 1899. Nell’arco di un trentennio ricoprì più volte l’incarico di ministro della Guerra, nei governi Menabrea, Depretis e Crispi (1868-1891), svolgendo anche delicate missioni diplomatiche, come quella presso la Santa Sede dopo l’occupazione di Roma nel settembre 1870; oppure, come primo aiutante di campo del re, nel viaggio di accompagnamento di Vittorio Emanuele II a Vienna e a Berlino, dove, con accorta diplomazia, riuscì ad accattivarsi le simpatie dei sovrani di quei paesi. Tanto che nel 1878, alla morte del re d’Italia, fu prescelto per recare a Vienna l’annuncio ufficiale dell’assunzione al trono di Umberto I, gettando le basi per la firma della Triplice Alleanza. Nel frattempo era stato promosso tenente generale (maggio 1874), assumendo il comando del corpo di Stato Maggiore, poi assorbito dal Capo di Stato Maggiore. Oltre all’esercito, rivolse la sua attenzione ai primi vagiti coloniali dell’Italia, soprattutto in relazione all’apertura del canale di Suez, avvenuta nel 1869, la quale aveva aumentato gli interessi commerciali europei nel Mediterraneo. Senatore del regno dal giugno1881, Ettore Bertolè-Viale chiudeva la sua carriera di soldato e di uomo politico a soli 62 anni, con la scomparsa prematura avvenuta a Torino il 13 novembre 1892. Gran Cordone dei SS. Maurizio e Lazzaro, cavaliere della Legion d’Onore francese, è ricordato a Crescentino da una via e dal busto di bronzo, donato dal nipote, colonnello Ettore Bertolè-Viale nel 1934 e conservato nella sala consiliare del municipio. UNA BELLA MOSTRA Domenica 19 giugno, presso la fortezza di Verrua, alle ore 17, sarà presentato il libro dello storico crescentinese Mario Ogliaro: “L’ultimo sussulto di un Re: abdicazione ed arresto di Vittorio Amedeo II”, a cura di Gustavo Mola di Nomaglio del Centro Studi Piemontesi di Torino. L’amico Ogliaro sta attraversando un periodo aureo. Il suo materiale è stato la base per una grande mostra risorgimentale a Crescentino purtroppo aperta per troppo poco tempo (ha chiuso lo scorso venerdì) ma non è escluso venga riproposta in altre località (Casale dovrebbe prenotarsi...). Noi facciamo in tempo ad ammirarla. Le indicazioni sono precise: l’esposizione è nei vecchi locali di un ex pensionato nei pressi dell’istituto di ragioneria, solo che per i numerosissimi sensi unici dobbiamo procedere a zig zag prima di arrivarci. La Mostra è organizzata dall’Associazione “Amici della Biblioteca” di Crescentino, della quale è presidente Daniela Mosca, con materiale appunto del prezioso archivio di Mario Ogliaro. E’ divisa a sezioni. La prima è dedicata all’epoca napoleonica con stampe originali di alcuni personaggi come Gusmaroli di Mantova e Luigi Arditi di Crescentino. Segue la rassegna dei nobili risorgimentali piemontesi con un manoscritto di Avogadro di Collobiano. Di fascino la ricostruzione fedele del salotto di Cavour a Leri, preziosa la tabaccheria del fratello Gustavo. Inedito il quadretto della fuga di Garibaldi da Caprera (1867). Non manca una lunga serie di reali di Piemonte, poi gli imperatori e sovrani d’Europa. Spazio giustamente ai personaggi di Crescentino nella ex chiesetta delle suore imbandierata e tra questi il generale Ettore Maria Bertolè-Viale. Nella manica lunga si torna a vedere (in viso) chi erano i personaggi dell’epoca: Toselli, Saffi, Dabormida, Ramorino e il suo difensore Eugenio Saracco di Crescentino, Ottone Tournon, De Gregory, Bossi e Gaspare Ivrea, pseudonimo di Remigio Zena. Poco trattata, bravo Ogliaro, la sezione rosa risorgimentale: Anita Garibaldi, Teresa Casati e Giulia di Barolo. Gran finale con alcuni documenti sulla Costituzione e originali di giornali d’epoca, tra cui il casalese Carroccio, infine fotografie e documenti della grande guerra.

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Marco Imarisio

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