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PROCESSO ETERNIT / La condanna della svizzero Schmidheiny e i risarcimenti nella sentenza della Corte d'Appello

Nelle prossime ore aggiornamenti con video e fotogallery Diciotto anni di carcere per il magnate svizzero Stephan Schmidheiny e il riconoscimento del disastro ambientale permanente anche per le localita di Napoli (Bagnoli) e Rubiera, che nella sentenza di primo grado erano invece stati esclusi per intervenuta prescrizione. È il verdetto della Corte di Appello del Tribunale di Torino. Erano le 15,28 quando i magistrati hanno fatto il proprio ingresso in aula non solo gremita ma carica di tensione e di attesa. Prime battute dedicate a precisare la posizione del belga Louis De Cartier, contro il quale la Corte ha dischiarato non doversi procedere per intervenuta morte del reo. Poi l'elenco delle parti lese e la pronuncia della condanna al pagamento della provvisionali. Prescrizione invece per le omissioni dolose di cautele antifortunistiche, decisione da cui ha fatto seguito quella di rigettare le domande risarcitorie per Inps e Inail. Riconosciute invece le provvisionali per i sindacati, Legambiente (100 mila euro), Wwf (70mila), Regione Piemonte (20 milioni), Regione Emilia Romagna (350mila euro), Comune di Casale (poco meno di 31 milioni, contro ai 25 riconosciuti in primo grado), Balzola (250 mila), Mirabello 150, Pontestura 200, Villanova 150, Morano 200, Ozzano 250, Coniolo 350, Rubiera 2 milioni, e poi 5 milioni all'ASL di Alessandria e 100mila euro all'Afeva. Risarcimento cui dovranno far fronte l'imputato Stephan Schmidheiny e i responsabili civili Anova, Becon e Amindus, societa collegate al magnate svizzero. Condanna anche al pagamento delle spese processuali di primo grado. Il presidente della Corte Alberto Oggè ha poi proceduto alla lunga e dolorosa elencazione delle parti lese a cui è stato riconosciuto dalla Giustizia italiana il diritto a ricevere un risarcimento per i danni patiti a causa della condotta delittuosa dell'imputato. Incluse nell'elenco degli aventi diritto alle provvisionali anche una serie di parti civili escluse in primo grado e che si erano appellate per vedere riconosciuto il diritto al risarcimento. Alle 16,38, l'udienza è stata sciolta. Ore 18 La Cisl Piemonte e la Cisl Asti-Alessandria esprimono soddisfazione per la sentenza d’Appello del processo Eternit, anche se resta la delusione per l’esclusione di circa 1300 posizioni dai possibili risarcimenti. “La sentenza odierna – dichiara la segretaria regionale Cisl, Giovanna Ventura – conferma le gravi responsabilità degli amministratori della multinazionale svizzera e i danni arrecati alla salute e alla sicurezza dei lavoratori e dei cittadini. La decisione dei giudici della Corte d’Appello di Torino deve restare un tassello fondamentale per tutti, garantendo la tutela e la sicurezza di chi lavora e il rispetto dell’ambiente”. Per il segretario generale della Cisl di Alessandria-Asti, Alessio Ferraris: “La sentenza rappresenta una bella vittoria, non solo per la giustizia italiana, ma per tutte quelle persone, dai familiari delle vittime agli avvocati, dagli operatori ai pubblici ministeri, che in questi anni hanno duramente lavorato per istruire il processo e, soprattutto, hanno avuto coraggio e determinazione nel portare avanti questa difficile battaglia”. Dei circa 200 casi, al netto delle transazioni già avvenute, seguiti dalla Cisl territoriale, con l’aiuto dell’avvocato Roberto Nosenzo e dell’operatore Luciano Bortolotto, solo una settantina riceveranno per ora il risarcimento. “Stiamo valutando la possibilità – aggiunge il segretario Cisl Ferraris – di ricorrere ma non abbiamo ancora deciso. Restano il dolore dei familiari e le emozioni che questa vicenda ha provocato in ognuno di noi in tutti questi anni”. Ore 17,57 “ E’ una sentenza che riconosce la piena legittimità della battaglia giuridica condotta dalle famiglie delle vittime dell’amianto e di tutti coloro che hanno condiviso e sostenuto questa posizione. Come Regione, prosegue il nostro impegno per la bonifica ambientale e per le attività a favore della popolazione, in collaborazione con l’associazione dei famigliari e con il Comune di Casale Monferrato. In particolare, come assessorato alla Sanità, siamo impegnati sul fronte della prevenzione e per lo sviluppo di nuove attività di ricerca sanitaria e la prosecuzione di quelle ricerche che meglio rispondono all’esigenza di trasformare le scoperte scientifiche di laboratorio in pratiche rivolte a migliorare il trattamento terapeutico dei pazienti affetti da mesotelioma polmonare, ad alleviare il dolore e a migliorare la qualità della vita.” Lo ha dichiarato l’Assessore regionale alla Sanità, Ugo Cavallera. Ore 17,30 “In questa  giornata il mio pensiero va innanzitutto alle vittime dell’Eternit e alle loro famiglie. I risarcimenti previsti dalla sentenza dovranno servire per il completamento delle bonifiche e in ambito sanitario per la cura e la ricerca sulle malattie collegate all’amianto”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione, Roberto Cota, dopo aver appreso la sentenza pronunciata oggi dalla Corte di Appello di Torino. Ore 17,15 Il WWF Italia accoglie con soddisfazione la conferma della sentenza di condanna a 18 anni di reclusione per disastro doloso all'imprenditore elvetico Stephan Schmidheiny, imputato a Torino nel processo Eternit, che in primo grado era stato condannato a 16 anni, oltre ai numerosi risarcimenti per le vittime e alla conferma del risarcimento per il WWF definito in primo grado. L'Avvocato Valentina Stefutti, che ha seguito tutte le udienze per conto dell’associazione ed è presente alla lettura in aula, esprime soddisfazione per la sentenza che conferma il primo grado per quanto riguarda la posizione del WWF e inoltre riconosce pienamente la penale responsabilità dell'imputato anche per quanto riguarda i gravissimi reati ambientali commessi. “Il WWF Italia, parte civile nel processo iniziato nel dicembre 2009, è presente anche oggi nell’affollatissima aula della Corte d’appello di Torino alla lettura della sentenza che ha confermato quanto faticosamente dimostrato dal lavoro eccezionale del pool del PM Guariniello, grazie a cui si è arrivati all’accertamento della verità e ad una sentenza che ha reso giustizia alle centinaia di morti e malati causati dall’amianto” dichiara Patrizia Fantilli Direttore ufficio legale -legislativo WWF Italia. Il WWF ricorda che si tratta del più grande processo, in tema di sicurezza del lavoro e di inquinamento ambientale provocato da amianto mai celebrato in Europa, contro un gigante multinazionale come Eternit . La sentenza conferma la gravità del disastro ambientale e sanitario con danni ambientali e sofferenze umane inenarrabili, in un’area molto vasta che ha interessato Casale Monferrato e 48 comuni limitrofi con oltre 2000 vittime accertate dall’esposizione al’amianto , ed un indeterminato numero di lavoratori e popolazione colpita. Il processo di Torino non costituisce solo la risposta dovuta dallo Stato nei confronti di una situazione così grave, ma anche un monito per tutti coloro che continuano ad ignorare i doverosi criteri di precauzione che devono sempre essere adottati quando non si è in grado di escludere scientificamente che determinate sostanze possano compromettere la salute e l’ambiente. Ore 16,18 - Arrivano i primi commenti. Questo è dell'on. Fabio Lavagno: La sentenza del Processo Eternit celebrata oggi a Torino è un ulteriore passo in avanti della giustizia per le migliaia di vittime provocate della produzione di manufatti in amianto. È ancor più però una vittoria di una cultura ambientale e sociale che deve prevedere modelli di sviluppo in cui salute e lavoro non siano messe in alternativa. La lunga lotta, iniziata sindacalmente a Casale Monferrato oltre quaranta anni fa, trova oggi ulteriore conferma ed impegna a proseguire sulla strada di una piena consapevolezza della necessità della piena e completa bonifica e della necessità della ricerca medica. La sentenza per quanto in parte riveda quella di primo grado, sia relativamente ai periodi che alla novità della scomparsa di uno degli imputati ha qualcosa di storico e decisivo. Occorre ora fare piena luce rispetto alla certezza dei risarcimenti alle parti civili. In questo senso potrebbe essere fondamentale il ruolo del Governo, che sino ad ora non si è costituito nelle varie fasi processuali nello svolgere attività di coordinamento per il recupero di queste ingenti somme che sono fondamentali alla bonifica, alla ricerca medica e alla doverosa ricerca di giustizia dei famigliari». Ore 16 - Diciotto anni di carcere per il magnate svizzero Stephan Schmidheiny e la rettifica della sentenza di primo grado con il riconoscimento del disastro ambientale permanente anche le localita di Napoli (Bagnoli) e Rubiera, che nella sentenza di primo grado erano invece stati esclusi per interventuta prescrizione. È il verdetto della Corte di Appello del Tribunale di Torino. Erano le 15,28 quando i magistrati hanno fatto il proprio ingresso in aula non solo gremita ma carica di tensione e di attesa. Prime battute dedicate a precisare la posizione del belga Louis De Cartier, contro il quale la Corte ha dischiarato non doversi procedere per intervenuta morte del reo. An 18 year sentence to the Swiss tycoon which amends the previous 16 year sentence. Environmental disastser is awarded damages also in Naples and Rubiera which had been excluded in the first sentence. Thus rules the Turin Court of Appeal at 3.28 local time Below the sums awarded with the details of the various municipalities of the area. de Cartier's death mean that any criminal charges against him no longer hold. Anova, Becon e Amindus are also to pay damages (traduzione di Victoria Franzinetti) Ore 15,40 - L'aula magna del Tribunale di Torino, con alcuni dei famigliari delle vittime dell'amianto, con gli operai delle officine grandi riparazioni di Trenitalia di Bologna, con molti rappresentati della francese Andeva e con la numerosa partecipazione degli studenti casalesi e bolognesi, non si è scomposta alla lettura del dispositivo di sentenza. In sala regna un rispettoso e attento silenzio. Ore 15,38 - Due anni in più rispetto al primo grado. Stephan Schmidheiny, imputato a Torino nel processo Eternit sulle vittime dell'amianto è stato condannato a 18 anni di reclusione per disastro doloso. Ore 14 - Nell'aula magna del tribunale di Torino sono presenti gli studenti di Casale, gli operai bolognesi delle Grandi Officine di Trenitalia e un nutrito gruppo della francese Andeva, omologa dell'Afeva. «Con il loro processo e la loro storia i casalesi sono un esempio - ha detto Pierre Rinalduzzi dell'Andeva - speriamo che i loro sforzi siano di esempio anche in Francia». «Abbiamo avuto 200 vittime e sette persone stanno lottando contro il mesotelioma - ha siegato il rappresentante degli operai bolognesi - come facevamo a mancare oggi?». Ovviamente, tutti, si aspettano una sentenza di condanna. Ore 13 - i primi pullman provenienti da Casale con a bordo gli studenti sono giunti al tribunale di Torino. Ognuno di loro sulle spalle porta la bandiera tricolore "Eternit: Giustizia!". Sono tanti, curiosi, educati, colorati. Rappresentano il futuro di quella comunità casalese e monferrina che non si è arresa all'amianto. Due pullman sono giunti a Torino anche dall'Emilia, con i cittadini di Rubiera, i ragazzi dell'Istituto Laura Bassi di Bologna ben noti a Casale per il gemellaggio con inragazzi delle scuole calesi e da anni impegnati sulle tematiche dell'amianto. E poi i lavoratori della Officina Grandi riparazioni di Bologna. Un centinaio, tra cui Andrea Caselli (nella foto), della segreteria regionale Cgil dell'Emilia Romagna. A Torino anche il sindaco di Rubiera Lorena Baccarani. Ore 11,50 - Bruno Pesce, coordinatore del Comitato Vertenza amianto ha fiducia che la sentenza sarà di condanna: «La sentenza di appello - dice - non può che confermare il disastro ambientale doloso permanente e la condanna dei responsabili. Per chi non c'è più, per chi ha pagato con la vita la follia dell'uso dell'amianto non può che essere pronunciata una parola di giustizia. Questo deve vale di esempio per quella moltitudine di lavoratrici, lavoratori e cittadini che ancora in gran parte del mondo stanno correndo gli stessi rischi che abbiamo subito noi. Di fronte al dolo pianificato ad oltranza adottato dall'Eternit e dagli imputati per continuare il business dell'amianto non può che essere pronunciata una condanna esemplare». «La morte di De Cartier - continua Pesce - è sicuramente una grossa complicazione per quanto riguarda i risarcimenti da parte del belga. c'altro lato anche le esecuzioni in Svizzera non saranno una passeggiata. Di fronte a queste difficoltà la risposta non può che vedere un impegno maggiore da parte di tutti con il rinnovo della richiesta alle istituzione, compreso lo Stato, di non abbandonare le vittime e di perseguire la giustizia». Ore 11,30 - Riunione degli avvocati di parte civile (che tutelano cioè le vittime dell'Eternit) da poco conclusa al Palazzo di Giustizia a Torino, mentre la Corte di Appello è riunita in Camera di Consiglio per la stesura del verdetto nei confronti dell'imputato svizzero Stephan Schmidheiny. I legali della parti offese hanno discusso con il referente svizzero allo scopo di valutare le strade da seguire per l'esecuzione dei risarcimenti. «Nelle prossime settimane - subito do la sentenza - ci sarà una verifica sui costi da sostenere e sui beni aggredibili del patrimonio di Stephan Schmidheiny», spiega l'avvocato casalese Roberto Nosenzo. Verifica che, data la normativa svizzera, si preannuncia tutt'altro che semplice. Un'altra complicazione è rappresentata dal fatto che le sentenze della magistratura italiana non sono automaticamente esecutive ma «occorre ottenere dall'autorità giudiziaria elvetica la cosiddetta "delibazione", la conferma cioè dell'esecutività della sentenza», aggiunge Nosenzo. Sono tuttavia praticabili i sequestri preventivi a cui deve però seguire in ogni caso la delibazione. Nelle prossime settimane sarà anche attivato un sito internet ad hoc in cui verranno resi noti i costi delle esecuzioni. Ore 9,27 - Si è aperta e si è chiusa in una manciata di minuti l'ultima udienza del processo Eternit. Dopo alcune comunicazioni di rito la Corte ha sentito il perito nominato nei giorni scorsi Pietro Clerici allo scopo di verificare l'autenticità e la conformità dei documenti che dichiarano la morte del belga Louis De Cartier, confermata dalle analisi incrociate effettuate con istituzioni del Belgio. La Corte dopo la breve audizione del perito ha poi dato la parola alla difesa dell'imputato belga louis De Cartier e Cesare Zaccone che ha semplicemente annotato che la morte del reo è causa di estinzione del reato e che questo "rimuove tutto quanto accaduto finora. Ci rimettiamo pertanto alla decisione della Corte". Conclusione fatta propria anche dal difensore del responsabile civile, la società Etex. Poi il breve intervento del pm Raffaele Guariniello che pur assumendo che la morte del reo estingue il reato e modificando con ciò il capo di imputazione ha tuttavia ribadito che nel corso del processo non ci sia stata "prova di innocenza". Guariniello ha conseguentemente modificato le proprie conclusioni chiedendo la condanna dello svizzero Stephan Schmidheiny e - per il barone De Cartier - "non doversi procedere per morte del reo". A quel punto la Corte si è ritirata in Camera di Consiglio annunciando la sentenza per le 15. Lunedì mattina alle 9 si apre l’ultima udienza del processo di appello Eternit che vede imputati lo svizzero Stephan Schmidheiny e il belga Louis De Cartier, deceduto nei giorni scorsi. Una breve presa d’atto di eventuali ultime repliche e poi la corte – presidente Alberto Oggè, giudici a latere Flavia Nasi ed Elisabetta Barbero - si ritirerà in camera di consiglio per la stesura del verdetto. In primo grado – il 12 febbraio 2012 - i due imputati furono condannati dal tribunale presieduto da Giuseppe Casalbore dal tribunale presieduto da Giuseppe Casalbore a sedici anni di carcere per disastro doloso sia interno sia esterno agli stabilimenti e per omissione dolosa di cautele antifortunistiche nei luoghi di lavoro. Condotte giudicate delittuose e ritenute causa del grave inquinamento ambientale che ha provocato la strage eternit, che nelle località in cui erano situati gli stabilimenti – Casale Monferrato (Alessandria), Cavagnolo (Torino), Rubiera (Reggio Emilia) e Bagnoli )Napoli) conta migliaia e migliaia di vittime. In tempo reale gli aggiornamenti dall’aula di giustizia di Torino, dove saranno presenti circa 400 cittadini monferrini, ex lavoratori, familiari e studenti. Altri cittadini e militanti proverranno dall’Emilia Romagna. A Torino ci saranno anche delegazioni da Francia, Inghilterra, USA, Belgio, Svizzera, Spagna, Brasile, Stati Uniti, Perù e altri Paesi. Chi non potrà essere a Torino - come era già avvenuto per il processo di primo grado – potrà seguire la sentenza collegandosi in diretta streaming a partire dalle 14.30 col sito della Provincia di Torino all’indirizzo www.provincia.torino.gov.it

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Marco Imarisio

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