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Riapre la Pediatria del Santo Spirito. Polemica sull'applicazione del trial sperimentale per il mesotelioma

Dovrebbe finalmente (e veramente!) essere riaperta dal prossimo 1° ottobre la degenza della Pediatria all’ospedale Santo Spirito di Casale Monferrato. Lo rende noto il direttore sanitario dell’ASL-AL Gianfranco Ghiazza segnalando che i lavori di risistemazione del reparto sono ultimati e che stanno volgendo al termine anche le pratiche per dotare il reparto del personale necessario. Il problema vero in effetti era proprio quello di reperire gli oepratori: «Ora è in corso l’assunzione delle sei ostetriche assunte per coprire il turno». Primario a Ostetrica Inoltre, sempre entro ottobre - verrà espletato il concorso da primario per Ostetricia e Ginecologia, rimasto vacante dopo il trasferimento del primario Gianluca Gregori a Torino. «Gregori ha finito il periodo di aspettativa ed è stabilmente a Torino», dice Ghiazza. Il concorso era stato bandito prima delle ferie, sei o sette i candidati che hanno presentato la domanda per partecipare alla selezione che avverrà a breve consentendo al nuovo primario di prendere servizio entro la fine dell’anno. Le terapie per il mesotelioma Con la ripresa in pieno dell’attività a settembre inoltre - dice Ghiazza - dovrebbe prendere maggiore concretezza il lavoro di staff per offrire una risposta terapeutica «meno frammentata» ai malati d’amianto. Un lavoro di equipe che coinvolgerà tutti i settori implicati nella terapia delle malattie amianto-correlate e principalmente del mesotelioma: «Oncologia, Pneumologia, Terapia del dolore, Medicina, Servizio di supporto psicologico; e in questo ambito si farà un ragionamento per offrire ai pazienti la possibilità di aderire a trial validati e che vengono svolti in altre strutture». L’apertura alle terapie sperimentali è uno degli argomenti più sentiti e delicati, insieme alla mancanza di un adeguato supporto psicologico, e che più volte è stato denunciato dagli stessi pazienti e dalle famiglie che si trovano ad affrontare la terribile malattia causata dall’amianto. Pazienti e famiglie che si sentono spesso abbandonati a loro stessi e che in molti casi a fronte della mancanza di una cura efficace hanno riscontrato incredulità e sfiducia per altre esperienze terapeutiche che, almeno in base ai primi risultati offrono perlomeno la speranza di una maggiore sopravvivenza. La risposta di Mutti E proprio sulla vicenda delle terapie sperimentali il ricercatore del GiME Luciano Mutti ha scritto ieri una mail al direttore sanitario Gianfranco Ghiazza in cui sottolinea che in base alla documentazione a sua disposizione a Casale si verificano «palesi difformità di comportamento rispetto al protocollo approvato dal Comitato Etico. In particolare rispetto all’uso del paracetamolo che interferisce con il Glivec annullandolo e ad arbitrarie sospensioni del trattamento. Esibirò la documentazione nella sede dovuta», aggiunge sottolineando che sulle cartelle cliniche dei pazienti trattati a Casale si farà una sessione specifica dell’equipe che sta gestendo il trial con Glivec e Gemcitabina, anche per l’anomala mancanza di risposte positive - dice Mutti - riscontrata in questi mesi a Casale e il ricercatore attribuisce proprio all’impiego del paracetamolo. Ghiazza dal canto suo sottolinea di non avere elementi per valutare tale situazione e che intende fare una verifica nei prossimi giorni ma ribadisce l’esigenza di evitare le polemiche e tenere bassi i toni puntando sulla collaborazione. «Sempre disponibile», replica Mutti.

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