Articolo »

“Ma che c’entrano le società?” Il prof di Etex esagera. La corte lo stoppa con un’ordinanza ad hoc

Il barone belga Louis De Cartier? Un grande esperto di finanza, un valido manager senza - però - effettive responsabilità nel gruppo Eternit. La lunga requisitoria dell’avvocato Giuseppe Sbisà, legale di Etex, ha sostanzialmente insistito sul ruolo e la storia professionale del belga “sangueblù”, più che suoi collegamenti con la società che era in aula a difendere - la Etex, appunto - chiamata in causa in quanto collegata al nobil-imputato e per rispondere con beni e patrimonio, dei danni causati dall’Eternit con la propria attività in Italia, qualora il de Cartier non potesse farvi fronte con i propri beni personali. Ieri, lunedì, al processo di Appello Eternit l’udienza è stata infatti dedicata alle repliche dei legali dei responsabili civili Alessio Di Amato (Becon e Anova), Matteo Mangia (Amindus), e Sbisà (Etex) che hanno impegnato l’intera mattinata per ribadire la propria lettura della vicenda, con lo scopo di chiamare le società fuori dal quadro di responsabilità che potrebbero essere attribuite ai signori dell’amianto, lo svizzero Stephan Schmidheiny e il belga Louis de Cartier, condannati in primo grado a 16 anni di carcere. La replica di Sbisà, (new entry alle ultime battute del processo di appello) è stata la più articolata e ha puntato più sull’imputato e sul suo ruolo in Eternit che sulla società, o comunque, sul collegamento tra De Cartier e la Etex. Forse perché quest’ultimo è troppo difficile da negare o nascondere? Mah... Una replica comunque fin troppo articolata che ha richiesto addirittura (dopo la protesta dell’avvocato Sergio Bonetto), una specifica ordinanza del tribunale di fronte a quella che si stava trasformando una arringa ex novo, con argomenti mai affrontati che - a rigor di codice ha ribadito la corte d’appello - non possono essere introdotti in questa fase del dibattimento. Estremamente contenuta invece, anche in ragione dell’ampiezza dell’arringa già sviluppata nelle precedenti udienze, quella dell’avvocato Alessio Di Amato, che ha riaffermato che l’Inail non avrebbe dovuto costituirsi parte civile davanti al giudice penale di Torino ma in Svizzera e che le notifiche eseguite nei confronti di Anova sarebbero nulle. Matteo Mangia, invece difensore di Amindus ha insistito sugli (irrilevanti, dice!) effetti delle esposizioni successive alla prima, che sarebbe l’unica responsabile delle malattie sottolineando la contradditorietà - a suo modo di vedere - della letteratura in merito. Insomma chi ha respirato anche una sola fibra di amianto (tutti, anche lo stesso legale presumibilmente, perché l’amianto l’Eternit l’ha disseminato ovunque!) può pure usarlo al posto del borotalco, tanto... Ora si torna in aula lunedì prossimo per le repliche dei difensori di Stephan Schmidheiny e di Louis De Cartier che se non dovessero essere contenute nel corso dell’udienza del 27 saranno aggiornate al 3 giugno, giorno in cui è attesa anche la lettura del dispositivo della sentenza.

Profili monferrini

Questa settimana su "Il Monferrato"

Marco Imarisio

Marco Imarisio
Cerca nell’archivio dei profili dal 1871!