Alice, favola di oscure luci... per ribellarsi ai “burattini” che voglion rubare l’anima
« “Alice, Cara Grazia” non può essere definito banalmente “spettacolo”. Sarebbe forse più adatto definirlo “favola”.
«Favola a tratti lieve e delicata, piena di promesse e, a tratti, favola nera o meglio, favola delle ombre; ma si sa, le ombre non sono meno importanti della luce».
Sono le parole con cui Valentina Picello - attrice casalese - descrive lo spettacolo che porterà in scena il 22 e il 23 settembre al teatrino dell’Istituto Sacro Cuore di viale Marchino 131 a Casale: quattro recite, due al mattino dedicate alle scuole (biglietto 4 euro) e due alla sera (10 euro).
Spettacolo nato dalla penna e dalla esperienza personale della stessa Valentina e che vuole essere il contributo dell’attrice casalese all’associazione “L’Albero di Valentina” (l’omonimia non indica alcun ruolo particolare della Picello nell’associazione), che è impegnata per combattere la violenza.
La Picello - a cui lo scorso anno è stato assegnato l’Oscar del Teatro - sarà anche presente nella prossima stagione del Teatro Municipale di Casale Monferrato.
“Alice, Cara Grazia” - spiega ancora la stessa attrice - è «una favola delle ombre sul dramma dell’apparire, conflitto contro il quale le donne sono inevitabilmente chiamate a scontrarsi ogni giorno.
«Infatti il viaggio di Alice “nel paese delle non meraviglie”, è dalla luce al buio del suo inconscio, in questo percorso interiore finalizzato a raggiungere la vera sé stessa; finalizzato a conquistare la libertà che si traduce nella ricerca di un posto nel mondo».
Ma perché Alice non può essere semplicemente sé stessa?
«Forse è lei che sta sbagliando tutto. Forse è bene che si adatti, perché il mondo ormai va così, e che la smetta di fare pensieri troppo complessi. Oppure, al contrario, è bene rimboccarsi le maniche, mettere in ridicolo e allontanare quei vili sfruttatori, riconquistando quel sincero diritto di essere guardati per quel che si è».
servizio su "Il Monferrato" di venerdì 19 settembre