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I Comuni si costituiranno anche nell'Eternit-bis, al via probabilmente subito dopo la sentenza del 13 febbraio

I Comuni monferrini, Casale in testa, si costituiranno parte civile anche nel processo Eternit-bis, al quale la Procura di Torino sta lavorando da tempo e che potrebbe aprirsi subito dopo la sentenza di primo grado del processo Eternit (nella foto) istruito per disastro ambientale e omissione delle misure di sicurezza nei luoghi di lavoro; sentenza che sarà pronunciata lunedì 13 febbraio a Torino. Un processo che servirà a ottenere giustizia per tutte le vittime dell’amianto dell’Eternit anche dopo il 2008, data in cui è stata chiusa l'istruttoria per il processo attuale e che avrà presumibilmente come capo di imputazione l’omicidio colposo o doloso, qualora il Tribunale di Torino riconosca la colpa e il dolo di entrambi o di uno dei due imputati lo svizzero Stephan Schmidheiny e il belga Jean Louis de Cartier de la Marchienne, come richiesto dalla pubblica accusa, che ha formulato una richiesta di condanna a 20 anni di carcere per entrambi. La decisione è stata assunta ieri, venerdì, nel corso della riunione di sindaci dell’ex USSL 76, a cui hanno preso parte anche i primi cittadini di altri Comuni che pur non facendo parte del sito di interesse nazionale (che coincide appunto con l’ex USSL) hanno avuto cittadini colpiti da malattie causate dall’amianto e che hanno un nesso con l’attività dell’Eternit, vuoi perché si tratta di persone che hanno lavorato negli stabilimenti del gruppo, vuoi per fenomeni di inquinamento ambientale. Venerdì il sindaco di Casale Giorgio Demezzi ha riassunto gli impegni presi sia per il settore ambiente dal ministro Clini sia per quello della salute dal ministro Renato Balduzzi nel recente incontro di Roma. «Dobbiamo impegnarci tutti per vigilare che quanto è stato promesso sia attuato», commenta Demezzi in qualità di sindaco del Comune capofila e quindi di ente gestore dei finanziamenti destinati alle bonifiche e alla ricerca. «Ma dobbiamo su questo essere uniti anche per quanto riguarda il dopo processo». Un invito all’unità accolto positivamente da tutti i primi cittadini. L’avvocato Enrico Dagna ha rappresentato gli scenari del dopo sentenza, non nascondendo le problematicità per il recupero delle somme che verranno eventualmente riconosciute come provvisionale. Anche se non è escluso che la serrata di scudi annunciata dai legali degli imputati, che hanno annunciato una forte opposizione a qualunque richiesta di risarcimento una volta pronunciata la sentenza, sia stata strumentalmente utilizzata per indurre i Comuni a sottoscrivere la transazione. Tentativo come noto fallito per tutti i Comuni del Casalese che hanno coralmente rifiutato l'offerta. Difficilmente gli imputati, in caso di una condanna severa in primo grado, trarrebbero infatti vantaggio dal fatto di presentarsi al processo di appello senza avere tacitato le parti civili. Questioni che saranno affrontate dai Comuni in un incontro che si svolgerà immediatamente dopo la sentenza anche per valutare se e come ci si possa coordinare con gli altri enti pubblici costituiti parte civile nel processo. Le code polemiche sulla transazione abortita E in merito al ruolo di Casale per il futuro, per quanto riguarda i rapporti con il Governo e gli altri enti istituzionali, il direttivo del Partito Democratico di Casale chiede «il massimo di trasparenza e partecipazione di quanti in questi anni hanno fatto di questa lotta per la giustizia, una ragione del loro impegno sociale e civile». Una richiesta che parte da un severo giudizio sulla condotta della maggioranza guidata da Demezzi in merito alla vicenda della transazione con lo svizzero Schmidheiny che dopo un iniziale assenso ha deciso di rigettare la proposta dello svizzero. Il PD evidenzia «il lavoro di tessitura del Ministro Balduzzi, il drammatico consiglio comunale del 16 dicembre, l’incontro dello scorso 1° gennaio in Prefettura e la grande manifestazione del 7 gennaio», evidenziando il ruolo decisivo giocato da Governo e città per indurre il Comune a fare marcia indietro e definisce l’Amministrazione di Casale «inaffidabile». Sull’altro versante invece il PDL ha fatto affiggere nei giorni scorsi un manifesto nel quale esprime solidarietà al sindaco e ai consigliere della maggioranza, «per chi è riuscito a ottenere ascolto attenzione e la promessa di un intervento concreto da parte del Stato», si afferma nel manifesto fra la altre cose. Il portavoce di Schmidheiny Intanto in una nota stampa di una agenzia stampa svizzera (l'Agence Télégraphique Suisse) e pubblicato sul sito «romandie news» sulla transazione si legge che «un portavoce di Schmidheiny da parte sua si è detto deluso. Le autorità comunali "dovranno motivare la loro decisione e risponderne", dato che avevano in un primo tempo, a maggioranza accettato l'offerta». Giovedì incontro a Roma su discarica e amianto-fotovoltaico Giovedì invece si è svolto un incontro a Roma tra i funzionari del ministero dell’Ambiente, l’assessore al’Ambiente del Comune di Casale Vito de Luca e il dirigente del settore ecologia Piercarla Coggiola nel corso del quale si è discusso della nuova discarica speciale per i rifiuti contenenti amianto e si è cominciato a parlare anche di bonifiche. Dal ministero l’invito a individuare gli interventi prioritari, cosa che peraltro il Comune ha sempre fatto privilegiando le bonifiche delle coperture di maggiori estensioni e di quelle più deteriorate e che quindi rilasciano un maggior quantitativo di fibre, ma valutando anche i punti particolarmente sensibili, come per esempio la presenza di asili piuttosto che di luoghi molto frequentati. A Roma si è parlato anche del protocollo amianto-fotovoltaico, sponsorizzato sia dal Comune sia dalla Provincia di Alessandria e che consente di sfruttare gli incentivi del conto energia destinati a chi sostituisce le coperture con pannelli fotovoltaici. Un protocollo che però non ha avuto molto riscontro anche se consente - secondo le stime dei tecnici - di effettuare le bonifiche praticamente a costo zero, attivando un finanziamento che verrebbe coperto integralmente dagli incentivi. Uno strumento che molto presto potrebbe diventare però estremamente interessante, visto che gli enti pubblici stanno pensando a un giro di vite sui piani di manutenzione obbligatori delle coperture in cemento amianto, che sono piuttosto onerosi. A quel punto potrebbe diventare davvero molto conveniente ricorrere al protocollo amianto-fotovoltaico.

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