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Il palazzo del cardinale e dello statista - Scavi archeologici

Più noto come palazzo Mellana, perché visse e nel 1879 morì l'onorevole Filippo, l'edificio che sorge nell'omonima via fu fatto costruire da Bernardino Gambera (1456-1506), originario di Rosignano, protonotario apostolico e personaggio di primo piano della curia papale alla fine del Quattrocento. Nel poco conosciuto saggio "Maestranze edili a Casale Monferrato all'inizio del XVI secolo. Un contributo per palazzo Mellana", pubblicato sul n. 19 della rivista "Arte e Storia", Antonella Perin osserva in merito alla nobile residenza: «L'edificio costituisce un "unicum" nel panorama architettonico rinascimentale casalese per i suoi chiari riferimenti all'ambiente culturale della capitale pon­tificia, in quanto trasposizione del modello del palazzo cardinalizio romano, riconosciuto dall'alto prelato come il tipo di casa che meglio poteva rappresen­tare il rango sociale raggiunto». E poco dopo aggiunge: «A una scarsezza di dati relativa all'organizza­zione originaria degli ambienti fa riscontro un chiaro riferimento al gusto ro­mano nella trattazione del cortile, con pilastri ottagonali coronati da capitelli anch'essi ottagonali con facce adorne di foglie d'acanto o "d'acqua" ricurve in punta e staccate dall'abaco, tanto da far pensare a un progetto redatto a Roma e realizzato a Casale da maestranze lombarde specializzate in opere mu­rarie». Risale agli anni conclusivi del decennale soggiorno romano l'inizio dei lavori di costruzione del palazzo, come attesta la stesura del capitolato stipulato nel 1497 tra Bernardino Gambera e il capomastro Giovanni Bertolonis (o Bartolonis), che tuttavia non rispettò gli accordi. Nel frattempo la brillante carriera di Bernardino Gambera volgeva al termine. Forse iniziata accanto al cardinale Teodoro Paleologo sotto il pontificato di Sisto IV, era proseguita con la prestigiosa carica di cubicolario segreto ricoperta per dieci anni sotto due papi: Innocenzo VIII e Alessandro VI. Dopo essere stato nominato, nell'aprile 1501, vescovo di Cavaillon, tornato a Casale muore cinquantenne e viene sepolto nella tomba del Sanmicheli in Duomo. Un atto notarile redatto poco dopo, nell'ottobre 1504, documenta la pratica del subappalto da parte di un certo Francesco "de Allexis" di Mortara per lo scavo di una cantina in corrispondenza della manica orientale, oggi rivolta verso i giardini. Fu certamente il nipote Enrico Gambera, erede del palazzo non ancora ultimato, a portare a termine i lavori con un contratto triennale con gli stessi maestri da muro lombardi, già attivi prima della morte del celebre prelato. Dionigi Roggero Colonne, affreschi, scavi controllati a Viaggio d'autore comodo a cento cinquanta metri dalla redazione. Già ai tempi (recenti) del nostro libro sul Duomo ci aveva intrigato il palazzo Mellana-Gambera, per via del primo proprietario, il card. Gambera, sepolto in cattedrale nella bella cappella di testata, vicino a quella di Sant'Evasio. Un palazzo storico visto che oltre di un segretario di due papi nell'Ottocento è stata la dimora di Filippo Mellana, uomo politico molto legato al casalese. Un palazzo da tempo celato dai ponteggi del restauro, in più alcuni appassionati che sbirciavano dal portone secondario ci avevano segnalato che in quel cortile stavano venendo alla luce antiche mura, tant'è che c'era già chi affacciava l'ipotesi di una villa romana sub urbana o perlomeno del «broletto». Così - con le debite autorizzazioni - un bel giorno tra pioggia e sole entriamo nel «mitico» palazzo. Ci attendono il geom. Paolo Alessio rappresentante dell'omonima impresa (che fa capo al padre cav. Uff. Giovanni) e il geom Sergio Ganora, direttore dei lavori che, come vedremo, sono molto complessi. Il cortile principale è impreziosito da una fuga di colonne ottagonali con eleganti capitelli (foglia di acanto) colonne che ritornano nello studio professionale ricavato dalla chiusura della manica. Sul lato sinistro in un grande salone troviamo colonnine in ghisa liberty che ricordano lo scomparso «mercato dei pesci» di piazza della Posta. Al primo piano sono state esaltate le colonne del loggiato prima «annegate» nelle chiusure. Un gran lavoro di ritessitura. All'interno ecco sale affrescate, un dipinto ha la firma «Giovanni p». Gli stucchi, pregevoli, sono stati restaurati da Domenico Polimeni di Torino. Un bel recupero, un tuffo nella Casale di fine Quattrocento. Usciamo a lato dal cortile degli «scavi assistiti» (responsabile Margherita Roncaglio), lavori effettuati sotto controllo della Soprintendenza beni archeologici, nella fattispecie del dottor Alberto Crosetto. Bisognerà tirare le conclusioni ufficiali una volta arrivati alla base dei muri, ma pare, dalle malte, di trovarsi di fronte a costruzioni coeve se non successive al palazzo, probabilmente di servizio (rimesse, stalle?). Uno sguardo finale alla facciata, verrà restaurata anche la lapide che ricorda proprio Mellana. Noi, inguaribili amanti di storia monferrina, ne aggiungeremmo un'altra con lo stemma dei Gambera... Luigi Angelino 355- continua, In preparazione: Terruggia, Ticineto. FOTO: il grande cortile colonnato, particolare di un affresco, gli scavi archeologici del secondo cortile

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Veronica Spinoglio

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