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Malapolvere a Casale: serve “tutto esaurito”!

Ultimi due giorni per acquistare i biglietti dello spettacolo “Malapolvere” di Laura Curino che a distanza di oltre un anno dal debutto - avvenuto nel febbraio 2012 al Gobetti di Torino - e dopo una lunga serie di successi in giro per l’Italia, giunge finalmente anche a Casale per iniziativa delle associazioni. Spettacolo tratto dal libro omonimo di Silvana Mossano ora anche il testo teatrale è divenuto parte integrante del volume, nella nuova edizione che è in libreria proprio in questi giorni, con copertina doppia, quella in cui un uomo in tutta cancella la scritta “Eternit” e - sull’altra facciata - la locandina dello spettacolo. Lo spettacolo va in scena nel salone dell’hotel Candiani giovedì 2 maggio alle 21. Poi si replica il mattino seguente con due spettacoli alle 9 e alle 11 dedicati alle scuole. E l’AFEVA rivolge un invito ad aderire, visto che ci sono ancora biglietti disponibili e sarebbe quasi un paradosso che lo spettacolo «non facesse il tutto esaurito proprio a Casale», dice Assunta Prato. I biglietti (10 euro, ridotto a 4 euro per gli spettacoli riservati agli studenti) possono essere acquistati nelle sedi di AFeVA (piazza Castello, 34), Camera del Lavoro (via del Galeotto del Carretto, 10), CISL (via Rivetta), UIL (via E. Leoni), Equazione (via Saffi), alla Libreria Labirinto (via Benvenuto San Giorgio), alla Tabaccheria Buonocore (via Roma, portici corti). Laura Curino, radici monferrine Laura Curino ha radici monferrine: «Parte della mia famiglia - racconta - vive a Casale, mio padre era di San Maurizio di Conzano, mio marito, valcerrinese, vi ha fatto tutto il liceo. A Casale ho tanti cari amici e la mia adolescenza è piena di ricordi forti legati alla città». Il contributo dell’arte e del teatro in una vicenda come questa - dice parlando di Malapolvere - è «diffonderne la percezione. Il teatro, apparentemente è il luogo della finzione per eccellenza, ma mi sono resa conto del fatto che quando affronta temi di interesse sociale importanti, è capace di renderli concreti anche per chi, per sua fortuna, non ne soffre. E genera comprensione e solidarietà». E a quanto pare ce n’è bisogno perché la stessa Curino ha «toccato con mano che puoi vivere a due passi dalla tragedia e non saperne nulla o poco. Siamo più informati di quel che avviene dall’altra parte del mondo che di quello che ci sfiora. Fuori dallo stretto confine della nostra tragedia molti non hanno idea delle sue proporzioni». Ma cosa bisogna aspettarsi dallo spettacolo? «Mi sono sforzata coi miei tanti collaboratori di costruire uno spettacolo vero e proprio, e mai una predica o un comizio. Mi sono sforzata di raccontare una storia, e come tutte le storie ci sono momenti drammatici ma anche più lievi. Mi sono fatta guidare da questo pensiero: quando vai a trovare un malato non piangi. Cerchi di fargli passare bene un po’ di tempo con te. In questo caso un’ora. E magari di capire ogni volta meglio quello che può essergli utile».

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