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«La giustizia o il risarcimento»? Da tutto il pianeta appelli al sindaco della città-simbolo - nel mondo - per la lotta all’amianto affinché non abbandoni le vittime

Il consiglio comunale si esprimerà stasera - venerdì - sull’ipotesi di procedere o meno con l’accordo con lo svizzero Stephan Schmidheiny imputato con il belga Louis de Cartier nel Processo Eternit con le accuse di disastro doloso permanente e omissione dolosa di misure antifortunistiche. Cioè di essere i responsabili di quella che è stata definita dal magistrato Raffaele Guariniello, che ha chiesto 20 anni di pena «una strage mai vista»: 1700 morti solo a Casale, più altre 130 vittime negli ultimi due anni, da quando è partito il processo. Una strage che proseguirà ancora per decenni. La proposta di accordo prevede - secondo quanto si legge nel documento che verrà messo in discussione (e approvato salvo imprevedibili colpi di scena) - «un’offerta economica da parte di Becon A.G. e per conto di Stephan Schmidheiny di 18.300.000 euro a condizione che il Comune proceda alla revoca della costituzione di parte civile nel procedimento penale in essere e alla rinuncia ad ogni altro diritto e/o azione anche riguardo ad eventuali ulteriori procedimenti». Un «atto di indirizzo» per «supportare l’azione dell’Amministrazione in una scelta così delicata». Il testo dell’atto di indirizzo evidenzia le difficoltà e i costi per la escussione delle somme anche in caso di condanna al pagamento di una provvisionale, ribadisce l’ininfluenza della transazione dal punto di vista penale e la permanenza nel processo contro l’imputato belga e conclude deliberando «di formulare l’indirizzo di accogliere l’offerta economica presentata dalla Becon A.G. per conto di Stephan Schmidheiny per la realizzazione di interventi di natura sociale ed etica nonché iniziative di sviluppo socio-economico in favore della Comunità casalese, con particolare riferimento ad interventi di sostegno alla ricerca medica e alla bonifica». Un voto che darebbe il via libera alla sottoscrizione dell’accordo finale che la controparte svizzera pare abbia posto come condizione sia firmata entro e non oltre il 31 dicembre. Con un paio di mesi di anticipo sulla sentenza del tribunale di Torino, attesa per il 13 febbraio. Al via libera di stasera seguirà una delibera di giunta e poi la firma finale dell’accordo che sarà apposta dal sindaco Giorgio Demezzi. Un accordo che verrà certamente speso a livello mediatico dal milionario svizzero che si presenta come «filantropo», una parola che però il Comune ha posto come condizione che non compaia nel testo dell’accordo finale. Una scelta vissuta con grandissimo pathos dalla città ma che ha un impatto a livello internazionale. Il fermo «no» delle vittime Fortemente contrario il Comitato Vertenza Amianto (Afeva e sindacati) che in una breve nota ribadisce che l’esigenza di giustizia: «La giustizia per le vittime viene prima. Il dato economico, pur importante, dopo. Da parte riconfermiamo la totale contrarietà all’accettazione di tale proposta. Si è giunti finalmente a questo processo dopo una lunghissima lotta comune tra lavoratori, cittadini e amministrazioni locali. Il processo è stato voluto per ottenere giustizia di una strage enorme e, purtroppo, non ancora finita». «No» anche della Cisl provinciale e dei pensionati della Cgil. Gli appelli dal mondo Per le associazioni delle vittime di tutto il mondo che rappresentano centinaia di migliaia di vittime passate e future l’accordo è la drammatica capitolazione della città che da vent’anni è simbolo e guida simbolo della lotta. Un appello a rigettare l’offerta di Schmidheiny viene dall’associazione brasiliana della vittime, l’Abrea che ha rivolto al sindaco Giorgio Demezzi e a tutta la giunta una accorata lettera aperta. La notizia che Casale realizzi «un patto con l’imputato che porterebbe al ritiro del comune dal processo in cambio di soldi» dice Eliezer João de Souza, presidente dell’ABREA «ci sconcerta. Abbiamo sempre guardato a Casale come al più importante esempio collettivo di sensibilità ambientale contro l’amianto. L’accettazione di questo “patto con il diavolo” avrebbe una ricaduta simbolica su tutte le vittime e i cittadini che si battono contro l’amianto nel mondo. Non concediamo attenuanti ad un crimine così esteso e profondo: prima dei soldi la giustizia. Chiediamo al Comune di Casale e alle istituzioni parti civili del più grande processo penale internazionale contro la strage dell’amianto di respingere fermamente le proposte di Stephan Schmidheiny, tese ad ottenere attenuanti ed a proporsi nel mondo come un benefattore. Non diventate complici di quest’uomo, tradendo le tante vittime ed i cittadini». Poi la solidarietà piena ai cittadini di Casale e alle vittime dell’amianto. Parole analoghe vengono dall’associazione dell’Argentina e da Linda Reinstein, presidente della associazione delle vittime dell’amianto degli U.S.A. che nei giorni scorsi ha scritto al nostro giornale per esprimere gratitudine per l’informazione che fornisce sulla vicenda processo e trattativa ma anche «solidarietà e unità di intenti ai cittadini». La Reinstein il 28 aprile era stata a Casale, insieme alla brasiliana Fernanda Giannasi allo studioso statunitense Barry Castleman e a delegazioni provenienti da Francia, Inghilterra, Spagna, Svizzera e Messico. La città simbolo della lotta A riprova di quanto Casale sia un simbolo della lotta contro la «polvere assassina» che continuerà a mietere vittime ancora a lungo a Casale e in tutti i luoghi (i due terzi del pianeta) in cui ancora oggi si fanno affari criminali con l’amianto. Una vera e propria pioggia di appelli accorati provenienti da tutto il mondo sono stati inviati ieri al sindaco di Casale Giorgio Demezzi e al nostro giornale, da Rita Nardi Natalino, presidente della Associazione Esposti Amianto di Monfalcone, da José Luis Patiño che si firma «Activista social, económico y medioambiental», Rodrigo Brüning Schmitt «Brazilian journalist», e ancora il presidente Jean Francois Maurin del cda del «Comité Amiante Prévenir Et Réparer Ardèche», il segretario della Association Départementale de Défense des Victimes de l’Amiante de la Seine-Saint-Denis, Vincennes (Francia); e poi Carine Toutain, giurista della Associazione Nationale di Difesa delle Vittime dell’amianto di Francia. Claude Huet, presidente di una associazione di vittime della regione Champagne Ardennes, in Francia; Tony Whitston (Asbestos Victims Support Groups Forum, United Kigdom); Paul Jobin, professore associato, Università di Paris Diderot, direttore, CEFC Taipei; Juan Oñate García, da Ronda, España; Pierre Pluta President of ANDEVA, Steve Tombs, docente di Sociologia della «School of Humanities and Social Science» della John Moores University di Liverpool; Stacy Cattran della «Canadian Voices of Asbestos Victims» dell’Ontario, Canada; Ana Digón, «Facultad de Medicina Universidad Nacional de Buenos Aires», Sandy Alp, dell’Asbestos Consultant, Darwin, Australia, il Prof. Massimo Menegozzo, Responsabile Registro Mesoteliomi Campania cosulente - tra l’altro - di Guariniello nelProcesso Eternit Francisco Puche, Málaga, España, Eliane Patriarca, da Parigi, Hilda Palmer «Chair of United KIngdom national Hazards Campaign; Coordinator of Greater Manchester Hazards Centre; and facilitator of Families Against Corporate Killers». Casale, Italia... l’epicentro E da Casale, Italia, epicentro della lotta al mostro amianto a cui tutto il mondo guarda Elena Provera commenta «come faremo a guardare in faccia i nostri figli se accetteremo un “risarcimento”? «Mettiamo una fascia a lutto sulla bandiera dove c’è scritto ETERNIT GIUSTIZIA».

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