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Alle 3,27 del mattino la decisione: sì all'offerta di Schmidheiny, 18 milioni di euro per ritirarsi dal processo video e foto

In questa pagina a destra tutti i video e le foto della serata Erano le 3,27 del mattino quando dopo una seduta carica di tensione il Consiglio comunale di Casale ha dato il via libera alla giunta e al sindaco per portare a termine la transazione con Stephan Schmidheiny, imputato nel processo Eternit con il barone belga Louis de Cartier come responsabile della strage Eternit: 2889 vittime fino all'apertura del processo, qualche centinaio in più oggi, a distanza di due anni. Milleottocento solo a Casale. Centinaia di morti che diventeranno migliaia nel giro di una decina di anni perché l'amianto dell'Eternit continuerà a uccidere ancora a lungo. Il Comune di Casale esce per sempre da questa e qualunque altra vertenza futura contro Stephan Schmidheiny. Non potrà mai più far valere alcun diritto nei confronti dello svizzero. Resta nel processo contro il barone belga, 90enne, che non ha mai avanzato alcuna proposta di risarcimento. Curiosamente i sostenitori della transazione hanno trascurato di evidenziare il dato dell'età relativo al barone belga ma hanno sottolineato fra le incertezze nella causa contro il 64enne svizzero il fatto che il reato avrebbe potuto risultare estinto per morte del reo. Qualora venisse condannato, ovviamente. Nemmeno è stato evidenziato che la posizione processuale del barone è molto più defilata di quella dello svizzero. Diciannove i voti favorevoli, 11 i contrari, nessun astenuto. A votare per la transazione i partiti della maggioranza- PDL e LEGA - con il sostegno di Nuove Frontiere. Assente Vincenzo Lumello (pdl) che nelle scorse settimane aveva proposto di indire un referendum tra la popolazione per decidere se accettare o meno l'offerta. La proposta non è stata accolta dalla maggioraza. Assente anche l'assessore Giuliana Bussola che peraltro non aveva partecipato neppure all'incontro con Afeva e organizzazioni sindacali lo scorso lunedì. Assenza da molti interpretata come una presa di distanza. Contrari PD, Sinistra casalese-SEL, Casale si cambia, Democratici per Casale, più l'UDC che aveva chiesto la garanzia che la cifra dell'indennizzo (18 milioni, più 300mila euro per i legali) fosse vincolata alla ricerca contro il mesotelioma e alle bonifiche. Richiesta che è stata rigettata dalla maggioranza. Serata drammatica. Presenti centinaia di persone Serata drammatica, aperta dal diniego di entrare con le bandiere tricolore «Eternit giustizia» in aula, poi revocato per le proteste. Centinaia le persone presenti fuori in strada e sul salone d'onore. Poi lancio di monetine all'indirizzo del sindaco Giorgio Demezzi, e ripetute interruzioni dei lavori per le urla dei manifestanti, in particolare, pare, dei centri sociali di Alessandria, Valenza e Torino: «Vergogna, buffoni, andate a casa, dimissioni, giuda, traditore traditore, quei soldi non li vogliamo, i soldi sono sporchi, difendi il territorio difendi la società...». Una situazione che ha creato tensione. Accuse da parte degli amministratori nei confronti della stampa, responsabile secondo loro di avere «seminato odio» (la notizia non è stata diffusa dal Comune ma è filtrata ai primi di novembre grazie a indiscrezioni giornalistiche); a un certo punto anche i giornalisti sono stati invitati a stare fuori dalle catenelle - «fra il pubblico» - cosa praticamente impossibile per la folla che si accalcava e soprattutto per gli operatori tivù con macchine da presa. Dalla presidente del consiglio Grazia Bocca il ripetuto invito rivolto a polizia e Carabinieri a chiudere le porte. Situazione che non si è trasformata in uno scontro grazie alla intelligenza e professionalità delle forze dell'ordine, che non hanno raccolto l'invito di chiudere fuori – insieme agli esponenti dei centri sociali – i familiari delle vittime e con calma e fermezza hanno gestito la situazione impedendo incidenti. La chiusura delle porte sarebbe stata vissuta come uno schiaffo alle vittime e ai loro familiari: “Anche noi ha commentato un esponente delle forze dell'ordine abbiamo familiari uccisi dall'amianto, quelle orte non le chiudiamo". Del resto i manifestanti si sono limitati a gridare e non c'è stato alcun episodio di violenza né provocazione. Importante anche il ruolo di Brupo Pesce e Nicola Pondrano - entrambi sindacaisti con una lunga espenrienza formatasi nelle manifestazioni, proprio all'Eternit e in altre situazioni di grande tensione negli anni Settanta - che hanno fatto da «cuscinetto» cercando di difendere il diritto di assistere ai lavori ma cercando di manetenere la calma, inc ollaborazione con le forze dell'ordine. Alle due e mezzo del mattino il toccante intervento di Romana Blasotti Pavesi, presidente della AFEVA (Associazione familiari vittime amianto): «Trent'anni di lotta, iniziata dopo la morte di mio marito, il primo di cinque familiari uccisi dall'amianto. Lotta per la giustizia, perché la strage di Casale non si ripeta mai più in nessuna parte del mondo. Stasera qualcuno voterà a favore e altri contro, io ho la coscienza a posto...». Ecco chi ha votato a favore della transazione. (nella foto) Per la Lega Avalle Pierino, Capra Emanuele, Solerio Riccardo Per il Popolo delle Libertà (Lumello assente) Barbano Giorgio, Botta Marco, Calvaruso Stefano, Calvi Pasqualino, Calonico Pietro, Cardettini Paolo, Farotto Giampiero, Gabotto Guido, Gianella Rossana, Micheletti Fabio, Montiglio Edoardo, Maggi Daniele, Solerio Michela. Nuove Frontiere: Caire Carlo Alberto Maria. E chi ha votato contro all'accordo con Schmidheiny Partito Democratico: Bargero Giuseppe, Caprioglio Ornella, Di Cosmo Angelo, Sandalo Davide, Iurato Giuseppe, Palazzetti Concetta. Casale si cambia: Scagliotti Pier Felice, Gilardino Pietro. Sinistra Casalese: Lavagno Fabio. Democratici per Casale: Merlo Maria Casini Unione di Centro: Primatesta Giuseppe

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