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TRANSAZIONE SCHMIDHEINY Il Comune di Casale ha detto «no» alla proposta dell'imputato svizzero

Alla fine il Comune di Casale ha detto «no» alla transazione con l’imputato svizzero Stephan Schmidheiny, accusato dalla Procura di Torino di essere – insieme al belga Louis de Cartier – il responsabile della strage causata da Eternit nei territori in cui erano insediati gli stabilimenti della multinazionale dell’amianto. La decisione – attesa per ieri – è stata assunta poco dopo mezzogiorno dalla giunta di oggi, e ufficializzata con un lungo comunicato stampa dell’ufficio stampa del Comune che illustra le ragioni di una scelta non facile. «No» all’offerta dell’imputato svizzero Stephan Schmidheiny accusato con il belga Louis de Cartier di essere il responsabile della strage causata da Eternit nei territori in cui erano insediati gli stabilimenti Eternit in Italia: Casale prima di tutto, dove per 80 anni ha operato la più grande fabbrica del cemento–amianto d’Europa. «No» ai diciotto milioni di euro che avrebbero potuto essere sì impiegati immediatamente ma avrebbero comportato – a pochi giorni dalla sentenza di primo grado attesa per il 13 febbraio – l’uscita di Casale, città simbolo dell’amianto - dal processo ambientale probabilmente più importante al mondo, così come a qualunque altra rivalsa futura per tutti i reati connessi all’attività di Eternit, relativamente al miliardario svizzero, alle sue società e ai loro dirigenti. Diciotto milioni subito senza nessuna ulteriore trafila (probabilmente lunga e costosa) ma che avrebbero comportato la rinuncia a recuperare quella che probabilmente sarà la parte più consistente del danno subito da Casale, quello non materiale, il danno morale e d’immagine di una comunità segnata da una tragedia causata, ha sostenuto l’accusa in aula, con piena consapevolezza, con dolo. Una tragedia del passato ma anche – purtroppo – del futuro. Lo stesso avvocato del Comune di Casale, all’atto della costituzione di parte civile, a luglio, aveva definito del resto la richiesta di trenta milioni di euro un acconto per ottenere le prime spese urgenti, rinviando la richiesta di risarcimento delle altre voci di danno a una successiva vertenza civile. Sulla decisione (obiettivamente difficile) del Comune di Casale ha influito la forte protesta della città, a partire dal drammatico Consiglio comunale dello scorso 16 dicembre, quando il parlamentino casalese, con i soli voti della maggioranza, ha dato il via libera alla giunta per la transazione. Una protesta e una mobilitazione che è diventata subito globale, perché globale era l’attività di Eternit: una galassia di mille società con stabilimenti sparsi in 60 Paesi. E globale – quindi - la strage. Lettere e appelli a rigettare il patto con lo svizzero sono stati rivolti al Comune di Casale, inizialmente orientato ad accettare l’offerta, da ogni parte del mondo. Protesta che ha portato alla fiaccolata e alla serata «Nessun dorma» del 7 gennaio: una partecipazione straordinaria, spontanea e composta, una protesta civica nata dal rifiuto di una proposta vissuta come una ulteriore offesa. Determinante l’intervento del ministro della Salute Renato Balduzzi, alessandrino, che lo scorso 21 dicembre ha telefonato al sindaco di Casale Giorgio Demezzi invitandolo a un ripensamento. Un invito che non è rimasto solamente un appello etico, all’ascolto della voce della propria città, ma a cui è seguito un intenso lavoro per dare risposta alle tre questioni fondamentali della lotta all’amianto: bonifica, ricerca e giustizia, attraverso il reperimento di risorse e l’attivazione di procedure per dare arrivare a risultati concreti su tutti e tre questi fronti. «Percorso delineato a livello istituzionale con il Ministro della Salute Renato Balduzzi e con il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini – evidenzia il comunicato diffuso dal Comune di Casale - nel corso dell’incontro tenutosi a Roma lo scorso 26 gennaio. L’obiettivo è quello di arrivare alla stipula di una sorta di Accordo di Programma che impegni lo Stato e le amministrazioni locali a risolvere l’emergenza di Casale Monferrato». Di tutto ciò si parlerà più approfonditamente domani, sabato 4 febbraio, nel corso della conferenza stampa che si terrà alle ore 15,30 in Prefettura di Alessandria in presenza dello stesso Ministro della Salute Renato Balduzzi. L’Afeva: la scelta più giusta. Ringraziamo tutti coloro che ci hanno sostenuto «Come Afeva – dice Bruno Pesce a nome dell’Associazione Familiari Vittime Amianto - riconosciamo al Comune di Casale di avere fatto la scelta più giusta che consente di proseguire nella lotta per la affermazione della giustizia. Cogliamo l’occasione per ringraziare tutti i familiari, i volontari, i giovani, gli studenti, il mondo artistico che si è prestato con uno slancio e una partecipazione eccezionale, tutti contributi che hanno dato luogo a un clima straordinario con una comunanza di idee e una condivisione eccezionali. «Ringraziamo il vescovo e la chiesa casalese, il ministro della Salute Renato Balduzzi per il contributo eccezionale che ha dato e che sta continuando a dare e ci diamo appuntamento al 13 febbraio con l’auspicio di celebrare una grande e nuova fase di giustizia». Ecco il lungo comunicato del Comune di Casale diffuso poco dopo mezzogiorno La Giunta di Casale Monferrato riunitasi alle ore 11 di questa mattina ha messo la parola fine ai sofferti dibattiti delle ultime settimane sulla possibilità di accettare l’offerta di oltre 18 milioni di euro presentata dall’imputato svizzero Stephan Schmidheiny, a titolo di transazione nel processo Eternit. A poco più di una settimana dalla sentenza prevista per il 13 febbraio, l’Amministrazione comunale ha deciso di rifiutare la proposta presentata dalla Becon A.G. per conto di Schmidheiny e di proseguire lungo il percorso delineato a livello istituzionale con il Ministro della Salute Renato Balduzzi e con il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini nel corso dell’incontro tenutosi a Roma lo scorso 26 gennaio. L’obiettivo è quello di arrivare alla stipula di una sorta di Accordo di Programma che impegni lo Stato e le amministrazioni locali a risolvere l’emergenza di Casale Monferrato. «Questa Amministrazione si è trovata davanti a una decisione difficile e particolarmente complessa – commenta il sindaco Giorgio Demezzi – che abbiamo valutato con senso di responsabilità e razionalità, nonostante la forte emotività che evoca il nostro dramma. Abbiamo perseguito sempre e solo l’interesse presente e futuro della Città. E lo abbiamo fatto con l’intento di offrire una possibilità di riscatto al nostro territorio, pensando prima di tutto ad eliminare le criticità ambientali e a favorire la ricerca sanitaria». «Due sono state le motivazioni che ci hanno spinto a prendere in considerazione l’offerta economica di Schmidheiny – ricorda il Sindaco – l’assoluta incertezza sui tempi e sulle somme che eventualmente avremmo potuto ottenere rimanendo parte civile nel processo e la certezza che comunque giustizia sarebbe stata fatta. Non abbiamo però mai smesso di cercare soluzioni alternative per dare una risposta vera e concreta ai problemi di chi soffre e di chi vive nel rischio, senza farci travolgere dalle polemiche o dalla strumentalizzazione dei sentimenti di una popolazione così colpita. Al contrario il sostegno e il costante stimolo da parte della Giunta e dei Consiglieri di maggioranza nel valutare ogni possibilità non sono mai venuti meno e hanno permesso di tracciare insieme un percorso condiviso in ogni sua fase». «Ci siamo impegnati affinché – continua Demezzi – l’emergenza che ormai da troppo tempo vive la nostra città tornasse prepotentemente oggetto dell’interesse pubblico. È con questo spirito che abbiamo colto nell’intervento del Ministro Balduzzi la possibilità di ottenere da parte dello Stato impegni e programmi per fare fronte definitivamente e in maniera strutturata all’emergenza ambientale e sanitaria di Casale Monferrato. Fattori che ci hanno permesso di riconsiderare la nostra posizione nei confronti dell’offerta di Schmidheiny». «Il rinnovato impegno da parte dello Stato apre una nuova fase per Casale – continua Demezzi – che va oltre il proseguimento delle azioni di bonifica e il reperimento dei fondi necessari per la realizzazione di una nuova discarica per l’amianto. Nel campo della ricerca, della prevenzione e della cura del mesotelioma, è previsto l’avvio attraverso il Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (CCM) di un progetto prototipale per la sorveglianza sanitaria dei lavoratori e della popolazione esposti alle fibre di amianto, e per il potenziamento della presa in carico di queste patologie. Inoltre, anche grazie al ruolo di primo piano del Centro Regionale per la Ricerca, la Sorveglianza e la Prevenzione dei Rischi da Amianto (CRA) dell’ASL di Alessandria, verrà potenziata la rete di strutture collegate a livello nazionale e internazionale capaci di sviluppare una ricerca innovativa sulla malattia». «Siamo coerenti con noi stessi e con i cittadini che rappresentiamo – conclude il Sindaco –, è questo il sentimento che emerge anche dalla Giunta. E’ cambiato lo scenario, non cambiano gli obiettivi. Che rimangono quelli di mantenere viva l’attenzione su Casale Monferrato: non accetteremo che una volta respinta l’offerta e passata la sentenza di primo grado l’emergenza torni nel dimenticatoio. Ogni sforzo di questa Amministrazione sarà rivolto a presidiare il tema della ricerca e della bonifica, a sollecitare costantemente le istituzioni centrali a dare seguito ai programmi delineati per intercettare, promuovere e favorire lo sviluppo di nuove possibilità nel campo della prevenzione, diagnosi precoce e cura del mesotelioma, per risanare definitivamente e per sempre il territorio. Non dimenticheremo mai il nostro passato, ma è arrivato il momento di guardare al futuro. Questa Amministrazione può farlo con l’orgoglio di chi si è battuto e continuerà a battersi per la vita».

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