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Schmidheiny, il ‘filantropo’ che ha fatto affari «vedendo morire tanta gente»

«Le comunicazioni del Sindaco di Casale nella riunione dei Capigruppo e le indiscrezioni giornalistiche sullo svolgersi del percorso giudiziario Eternit, hanno destato e destano forte preoccupazione tra i cittadini impegnati nella battaglia perché venga resa giustizia alle vittime dell’amianto per la colpevole responsabilità della proprietà Eternit. Anche al fine di assumere come gruppo consigliare e come partito la più coerente posizione in linea con le attese dei rappresentanti delle Vostre associazioni, siamo a chiederVi un urgente incontro». È l’inizio della breve lettera inviata ieri dal coordinatore cittadino del Partito democratico alle presidente dell’Asociazione familiari vittime Amianto Romana Pavesi Blasotti, alle organizzazioni sindacali CGIL, CISL e UIL per discutere la vicenda relativa alla ipotizzata transazione tra il Comune di Casale e lo svizzero Stephan Schmidheiny, imputato con il belga Louis de Cartier nel Processo Eternit che sta volgendo a conclusione a Torino. Trattativa in corso ma nulla di definito La notizia della trattativa - diffusasi nei giorni scorsi grazie a indiscrezioni giornalistiche - ha di fatto trovato conferma nella conferenza dei capigruppo del consiglio comunale di Casale lunedì scorso: i legali del Comune di Schmidheiny stanno di fatto lavorando attorno a una bozza di intesa che sarà diversa da quella sottoscritta dallo svizzero con Cavagnolo, che lo definiva «filantropo». E ieri il sindaco di Casale Giorgio Demezzi ha fatto visita alla presidente dell’Afeva Romana Blasotti Pavesi ribadendo che nulla è ancora definito e che per ora si tratta solo di un confronto tecnico fra gli avvocati. «Ho ringraziato il sindaco della visita e l’ho ascoltato attentamente, ma in qualità di presidente dell’associazione - ci ha detto Romana Blasotti dopo l’incontro - ritengo che non si possa accettare uno “scambio” di questo genere: 1700 morti sono troppi e per noi la lotta è stata per la giustizia e continuiamo a farla con la speranza di ottenerla. Che Schmidheiny non si presenti davanti a noi come filantropo, perché non ragiona con il cervello e con il cuore ma con il cervello e la pancia: gli affari ha continuato a farli anche davanti alle tante vittime che ci sono state». L’Afeva si riunirà la prossima settimana per valutare bene la cosa e al sindaco che ha sottolineato che «non c’è niente di definito ma prima di accettare ci sarà una riunione del Consiglio comunale», la presidente dell’Afeva ha ricordato la lotta trentennale della gente di Casale: «Vorremmo anche noi dire la nostra perché riteniamo di averne acquisito il diritto, dopo tanti anni di lotta».

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