Notizia »

  • 7 anni fa
  • Casale Monferrato

Casale e il Monferrato nella matita di Lele Luzzati.

Proroga al Castello

 

Sarà ampliata e prorogata, da sabato 1 luglio a domenica 3 settembre, al Castello del Monferrato la mostra, allestita nelle sale del secondo piano, Casale e il Monferrato nella matita di Lele Luzzati.

L’esposizione, originariamente inaugurata in occasione di Riso & Rose in Monferrato, è il frutto della collaborazione, che durerà fino a fine anno, tra il Comune di Casale Monferrato e il Museo Luzzati di Genova per il recupero della produzione dell’artista nel territorio e, in particolare, per i bozzetti realizzati sui personaggi della storia monferrina.

Alle sagome tridimensionali di Aleramo, Francesco Negri e Ascanio Sobrero, già presenti nella prima fase di apertura dell’esposizione, andranno ora ad aggiungersi quelle di Sant’Evasio, Stefano Guazzo, Pier Francesco Guala, Carlo Vidua, Luigi Canina, Giovanni Lanza e Leonardo Bistolfi.

«Finalmente l’intera collezione delle sagome dedicate ai casalesi illustri ad opera di Lele Luzzati viene restituita alla città nella sua interezza, anche in anticipo sui tempi inizialmente ipotizzati. Abbiamo deciso di allestire quindi la mostra dentro al Castello per consentire a tutti i casalesi di godere di questo patrimonio artistico e per continuare a riflettere pubblicamente su come organizzare un Museo Luzzati diffuso a Casale e nel Monferrato» commenta l’assessore alla Cultura Daria Carmi.

La mostra resterà visitabile gratuitamente il sabato e la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19. Non è previsto un momento inaugurale in quanto questa ri-apertura è il secondo passaggio di un percorso in atto.

 

Le sagome sono state realizzate dal Luzzati con l’aiuto di alcuni collaboratori partendo dai bozzetti da lui dipinti. Oltre agli smalti e ai pigmenti colorati, sicuramente utilizzati per i visi e per la definizione degli incarnati, sono stati usati anche carta, tessuti, canapa, legno e materie plastiche per i costumi e per le parti accessorie.

Le opere si trovavano in condizioni precarie, talvolta smembrate e mancanti di alcuni elementi fondamentali, coperte da guano e sporcizia.

Il restauro, curato da Alice Ferroni, ha seguito un criterio conservativo, rispettando gli elementi applicati e tutti gli elementi pittorici di sicura mano dell’artista.

Le parti andate perse sono state ricreate seguendo i disegni dei bozzetti preparatori e utilizzando le stesse tecniche degli originali. Nel restauro, eseguito al Museo Luzzati di Genova da maggio a giugno 2017, è stato importante il contributo di Francesca Parodi, allieva scenografa di Luzzati.

Spiega Sergio Noberini, direttore del Museo: «L’opera di Luzzati trova sede elettiva a Casale Monferrato, città in cui il Maestro è presente sia per il manufatto ceramico del lume ebraico, sia per l’allestimento di sue opere grafiche permanente presso il Museo della Sinagoga. Oggi il patrimonio artistico di Casale Monferrato si arricchisce con la riappropriazione delle splendide sagome, create e dipinte da Luzzati stesso, portate a nuova luce con un restauro filologico realizzato da uno dei massimi esperti, la dottoressa Alice Ferroni di Genova, che già ha curato altri interventi sia su opere su carta dagli anni ‘40, sia su manufatti, tra cui 20 sagome a tema antichi mestieri artigiani di Levanto. Il ciclo di sagome entrerà a fare parte della mappa mondiale delle realizzazioni luzzatiane e quindi archiviate come patrimonio riconoscibile. La città di Casale Monferrato fa parte della rete delle città amate e vissute da Luzzati, nonché tappa fondamentale del progetto Museo diffuso, in capo al Museo di Porta Siberia di Genova, sede dell’Archivio Generale Opere del Maestro».

Casale e il Monferrato nella matita di Lele Luzzati – I bozzetti in mostra

SANT'EVASIO (IV secolo)

Del patrono della Città le notizie prettamente agiografiche si basano sulla Passio Sancti Evasii (secc. X-XI). Originario, forse, di Benevento, vescovo di Asti, fu deposto in seguito ad una rivolta di eretici ariani, appoggiati dall'imperatore Costanzo II. Spintosi fino a Sedula (l'odierna Casale), vi fondò la piccola chiesa di S. Lorenzo, e vi morì martire, decapitato con il diacono Proietto. La sua ricorrenza è il 12 Novembre.

ALERAMO (X secolo)

Oltre le numerose leggende cucite su questa figura, pochi sono i dati storici. Aleramo sposò una principessa (di nome, forse, Adelasia) della corte di Ugo di Provenza, e in seconde nozze, Gerberga, figlia di Berengario II d'Ivrea. Quest'ultimo gli conferì il titolo di marchese (margravio) di vari territori. L'imperatore Ottone I lo confermò nel suo titolo e gli conferì un vasto territorio che andava dal basso Vercellese a Savona.

STEFANO GUAZZO (Trino, o Casale,1530 - Pavia, 1593)

Scrittore. Proveniente da una famiglia di funzionari di corte, studiò diritto a Pavia e svolse vari incarichi diplomatici per i Gonzaga. Fu tra i fondatori dell'Accademia degli Illustrati, nel 1561. È noto per essere l'autore di uno dei grandi best seller europei del '500, La civil conversatione, pubblicato nel 1574. Dialogo diviso in quattro libri, svolge i temi più tipici della trattatistica di quel secolo, che vanno dalla pedagogia all'economia domestica.

PIER FRANCESCO GUALA (Casale, 1698 – Milano, 1757)

Pittore. Figlio d'arte, la sua arte sta al crocevia di più influenze, da quella autoctona a quelle liguri, bolognesi, lombarde e venete. Ebbe commissioni non solo a Casale e in Monferrato, ma anche a Torino e Milano. Dimenticato dopo la morte, la sua rivalutazione critica iniziò con la celebre mostra fiorentina del 1911, Il ritratto italiano da Caravaggio a Tiepolo, suscitando poi negli anni a venire l'interesse di critici e storici illustri, tra cui va menzionato almeno Giovanni Testori. Da ricordare due opere su tutte: La disfatta degli Albigesi (1724) conservata in San Domenico, e I canonici di Lu, del 1748, vertice e capolavoro di uno stile ormai del tutto personale.

CARLO VIDUA (Casale, 1785 – Ambon, 1830)

Viaggiatore e bibliofilo. Proveniente da una famiglia della nobiltà monferrina, fuggì dal carcere natio con un'intensa attività di viaggiatore che lo portò, tra il 1818 e il 1830, a visitare (e, in certi casi, ad esplorare) dall'Egitto agli Stati Uniti, dal Canada al Messico, da Calcutta a Singapore, fino a toccare mete inconsuete per l'epoca, come Giava, le Molucche e la costa della Nuova Guinea. In Egitto, convinse il collezionista ed esploratore Bernardino Drovetti a vendere le sue raccolte di antichità egizie al Piemonte, contribuendo in maniera decisiva alla fondazione del Museo Egizio di Torino. Negli Stati Uniti conobbe il presidente in carica John Quincy Adams e alcuni tra i padri della Repubblica, Jefferson, Madison, Monroe.

LUIGI CANINA (Casale, 1795 – Firenze, 1856)

Architetto, storico dell'architettura e archeologo. Studiò a Torino e si trasferì nel 1818 a Roma, all'Accademia di San Luca, grazie a una pensione regia (una borsa di studio). Come archeologo si occupò di vari scavi, tra cui quelli dell'Appia Antica, nel 1848. Della sua opera di architetto sono noti soprattutto i lavori di ampliamento della Villa Borghese a Roma e degli interni del castello dei duchi di Northumberland in Scozia. Teorico dell'architettura, scrisse Ricerche sull'architettura più propria dei tempi cristiani, ed applicazione della medesima ad una idea di sostituzione della Chiesa cattedrale di S. Giovanni in Torino (Roma 1843).

GIOVANNI LANZA (Casale, 1810 – Roma, 1882)

Uomo politico. Medico, fu tra i promotori del Congresso Agrario di Casale nel 1847, una delle premesse della Prima Guerra d'Indipendenza, cui partecipò come volontario; sempre nel 1848 fu eletto deputato nel collegio di Frassineto, dove fu rieletto ininterrottamente per quattordici legislature. Passò dalla Sinistra alla Destra cavouriana, ricoprendo per tre volte la carica di Presidente della Camera. Fu ministro dell'Interno, e poi, dal 1869 al 1873 Presidente del Consiglio dei Ministri; proprio in questo ruolo, centrò il grande obiettivo politico di quegli anni: la conquista di Roma, il 20 settembre 1870.

ASCANIO SOBRERO (Casale, 1812 – Cavallermaggiore, 1887)

Chimico e inventore. Proveniva da una famiglia di scienziati: suo zio Carlo, chimico e militare, fu direttore del laboratorio dell'Arsenale di Torino; suo padre Giuseppe insegnò matematica al Liceo Imperiale di Casale Asca, si laureò in Medicina a Torino; proseguì i suoi studi alla Sorbona di Parigi con il chimico Théophile-Jules Pelouze e a Giessen con Justus von Liebig. Venne nominato professore di chimica presso la Scuola di Meccanica e Chimica applicata alle Arti di Torino. Nel 1847 annunciò la scoperta della nitroglicerina, scoperta che apriva una nuova era nella costruzione e nell'applicazione degli esplosivi, grazie soprattutto ad Alfred Nobel. Sobrero, in virtù della sua formazione, applicò da subito la sua scoperta a vari campi della medicina.

FRANCESCO NEGRI (Tromello, 1841 – Casale, 1924)

Fotografo e inventore. Avvocato, fu sindaco di Casale dal 1881 al 1888. Importanti le sue iniziative in materia urbanistica, che hanno cambiato il volto della città: da ricordare in modo particolare, l'abbattimento delle opere militari. Inizia a fotografare nel 1863. Appassionato cultore delle scienze, applicò l'ottica alla microscopia. Riuscì a fotografare i bacilli della tubercolosi e del colera, scoperti da Robert Koch, di cui divenne amico. Iniziò a lavorare al teleobiettivo nel 1886; nel 1894 l’apparecchio fu brevettato a Milano dall’ottico Francesco Koristka, che lo mise in produzione due anni dopo. Sperimentò anche nel campo della fotografia a colori. Si interessò inoltre di storia dell'arte, divenendo amico del celebre scrittore inglese Samuel Butler.

LEONARDO BISTOLFI (Casale, 1859 – La Loggia, 1833)

Scultore. Studiò presso l'Accademia di Brera di Milano e l'Accademia Albertina di Torino, formandosi culturalmente nell'atmosfera del verismo e della Scapigliatura, già maturi, tuttavia, per il passaggio al Simbolismo, di cui Bistolfi fu uno dei più originali alfieri in Italia. Tra le sue opere, spesso monumentali, vanno ricordate: Le Spose della Morte, Cappella funeraria Vochieri a Frascarolo, 1894-97; il monumento, La bellezza liberata dalla materia noto anche come l'Alpe, per Giovanni Segantini, Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, 1906; il monumento dedicato a Garibaldi, a Sanremo, 1907-08. Da ricordare (e ammirare) ancora i tre capolavori conclusi nel 1928: i monumenti a Carducci a Casa Carducci a Bologna, a Garibaldi a Savona e ai Caduti a Casale.