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  • 18 gennaio 2018
  • Casale Monferrato

Fusione nucleare

Dtt, tre ore di interventi. Il voto del Consiglio rimandato al 22 gennaio

Tutta la cronaca minuto per minuto

Ore 00,30 - È stato chiuso il consiglio.

Ore 00,20 - Il confronto prosegue e, nonostante l’ora, anche il pubblico resiste. Il presidente Lavagno chiede di accelerare: vuole chiudere la seduta in pochi minuti.

Ore 00,08 - Maggiora è diventato il punto di riferimento del dibattito. Risponde a tutte le domande del pubblico. A breve verrà chiuso il confronto.

Ore 23,56 - Il sindaco Palazzetti, interrogato da Debernardi, conferma che la collocazione del Dtt all’ex Gaiero di Oltreponte non è certa: “Aspetto ancora delle informazioni dai tecnici. Il 22 comunicherò ufficialmente la scelta”.

Ore 23,52 - La flessibilità concessa in chiusura si trasforma immediatamente in un innesco che rende la discussione quantomeno caldo. Il presidente Lavagno richiama all’ordine e riprende in mano l’aula. Il dibattito/confronto prosegue.

Ore 23,40 - Il Consiglio viene dichiarato chiuso dal presidente Lavagno ma apre la seduta a possibili domande dal pubblico in base alla disponibilità degli esperti presenti.

Ore 23,26 - il presidente Lavagno blocca i lavori e riunisce la capigruppo: con tutta probabilità il Consiglio verrà chiuso senza votazione. Questa sarà rimandata al 22 di gennaio.

Ore 23,24 - Durante la serata è emerso che le candidature per il Dtt sono salite da sei a dieci. Oltre a Piemonte, Liguria, Emilia Romagna e Toscana insieme, Campania, Puglia dovrebbero esserci anche Veneto e Sardegna.

Ore 23,23 - Il prof. Zanin del Politecnico di Torino ha illustrato il ruolo storico del Polito nell’ambito dell’ingegneria nucleare, della formazione e della ricerca. A favore della realizzazione del Dtt a Casale: “Sviluppare il divertore come macchina è un fattore strategico per l’intero Paese. Sarà una tecnologia che avrà un ruolo fondamentale per le future strategie di approvvigionamento energetico”.

Ore 23,12 - “Nessun rischio per la popolazione e per chi lavora all’interno dell’impianto. Il Dtt non è un impianto nucleare ma un impianto radiogeno. A Casale Monferrato potrebbe nascere qualcosa più simile al CERN che ad una centrale nucleare”. Ad affermarlo è Maggiora in un intervento dal taglio rassicurante.

Ore 23,05 - Vizio chiude il suo intervento dicendo che le ricadute sull’economia locale cittadina potrebbero essere di 25 milioni di euro all’anno. Ora la parola passa a Riccardo Maggiora del Politecnico di Torino che da anni lavora sulla fusione nucleare per Iter. Esordisce con un dato: “Zero. È il numero degli incidenti legati alla fusione nucleare. E non parliamo di materiali radioattivi ma di materiali attivati... Perché vogliamo fare la fusione nucleare? Perché le fonti rinnovabili purtroppo non potranno coprire le richieste”.

Ore 22,51 - Enrico Vizio, casalese, ingegnere aerospaziale che lavora nella centrale di Cadarache in Francia, ha spiegato il progetto Iter e lo sviluppo del futuro Demo. Ha poi illustrato specificamente il funzionamento di un divertore spiegando come tutto questo mira, dopo il 2050, a creare reattori commerciali per la produzione di energia.

Ore 22,43 - È il turno di Luigi Buzzi, casalese e presidente di Confindustria Alessandria: “È un’opportunità importante per Casale e per i giovani di questa città. Nulla però è ancora certo, il bando e complesso. Questo progetto pone Casale davanti ad una vetrina internazionale. Le ricadute da un punto di vista industriale potrebbero davvero essere importanti. Come imprenditore l’idea di questa ricerca mi affascina. Mi auguro che Casale possa vincere questa sfida”.

Ore 22,37 - Esiste un rischio controllato per i lavoratori, ha confermato Ramello. Il rischio per il pubblico è invece “nullo”. Per conformazione dell’impianto il rischio di incidenti sarà percentualmente minima.

Ore 22,28 - Ramello è entrato nello specifico illustrando per quale motivo è necessario trovare nuove fonti di energia oltre a quelle rinnovabili. L’intervento si è trasformato in lezione universitaria di Fisica: slide “alla mano” Ramello ha spiegato scientificamente cosa accede durante la fusione e quali sono le macchine attivate dalla sperimentazione. La fusione produce elio ma anche alcune scorie. Il docente dell’Upo ha paragonato i numeri della Fissione a quelli della Fusione dimostrando come le scorie di quest’ultima siano decisamente inferiori ma comunque presenti.

Ore 22,16 - Paolo Trivero, dell’Universià del Piemonte Orientale ha introdotto l’approfondimento scientifico dei colleghi Ramello e Cortese: “Ho percepito fino ad ora la giusta sensibilità al tema. È giusto porsi domande. Conosco la storia di Casale e noi, come comunità scientifica del territorio, ci mettiamo al servizio di chi vuole informazioni corrette senza partigianeria. L’Upo sosterrà questo territorio con tutti i contributi scientifici che serviranno”.

Ore 22,11 - Dopo un breve battibecco tra il presidente Lavagno e Lorini, immediatamente interrotto, interviene Massimo Berruti, consigliere regionale di Forza Italia. Berruti definisce il progetto “dai due volti” e chiede alla politica di studiare e di approfondire maggiormente il progetto prima di votarlo.

Ore 22,10 - Interviene Umberto Lorini, giornalista e membro dell’Ossevatorio sul Nucleare, è il clima si scalda: “Io rinuncio al mio intervento. Non posso sentire Legambiente che mi spiega il progetto, Godio mi può raccontare le ricadute ambientali. Io mi aspettavo che ENEA venisse qui a spiegarci... e invece nulla. E poi sarebbe opportuno sapere dove questo impianto sarà realizzato... Per non parlare delle dichiarazioni di Testa, presidente ENEA, e dell’assessore all’Urbanistica di Casale che assicurano l’assenza di materiale radioattivo. Per questo io rinuncio al mio intervento: avremmo voluto avere maggiori informazioni prima. Prima si mettono le calze poi le scarpe...”.

Ore 22,05 - La parola passa a Johnny Zaffiro del movimento politico cittadino CasaleBeneComune. “Questo è un impianto che non conosciamo. Abbiamo però scoperto che non è vero che non ci sono rischi. Io pongo questa domanda: cosa vuol dire pianificare una città? Casale ha bisogno di avere una visione. Rischiamo di fare interventi estemporanei, come quelli che sono stati fatti in passato sia in Italia ma anche a Casale. Sono contrario ad una scelta che porta altri materiali radioattivi sul territorio. Se questa è la scelta che stiamo facendo stiamo nuovamente sbagliando”.

Ore 21,50 - Silvana Accossato, consigliere regionale e presidente della commissione Ambiente regione ha confermato che l’operazione è stata gestita direttamente con attenzione dal Governatore Chiamparino. “Il presidente - ha spiegato - proprio oggi ha voluto coinvolgere le commissioni inerenti e i capigruppo regionali in un approfondimento specifico sul progetto che potrebbe essere realizzato qui a Casale”. Il 23 gennaio il Consiglio regionale delibererà in merito.

Ore 20,40 - È il turno di Massimo Debernardi, associazione Nuove Frontiere. Debernardi pone dei quesiti sulla sicurezza, sui vincoli idrogeologici del sito di Oltreponte e sul possibile impiego delle forze lavorative locali. “Vogliamo capire - ha detto - e vogliamo dare alcuni spunti ai consiglieri in vista della prossima seduta”. Debernardi ha anche chiesto se questa candidatura non influirà negativamente sulla candidatura di Casale a Capitale della Cultura 2020.

Ore 21,35 - Godio, di Legambiente, ha affermato che soprattutto a Casale va utilizzato il principio di precauzione: “La fusione non produce la radioattività della fissione, questo è vero, ma produrrà comunque tanta radiazione. Godio, poi, ha ricordato che nel 2011 al referendum sul nucleare il 48% dei casalesi votò contro il nucleare.

Ore 21,26 - Il presidente del parlamentino casalese Fabio Lavagno ha comunicato che lunedì 22 il Consiglio comunale di Casale voterà il progetto Dtt. Il giorno successivo si riunirà per deliberare il Consiglio regionale del Piemonte.

Ore 21,10 - Il primo intervento è di Vittorio Giordano, Legambiente Casale, il quale ha confermato la contrarietà dell’associazione alla realizzazione del centro di ricerca: “Questo territorio porta già un carico di radioattività altissimo”.

Ore 21 - Comincia con l’appello dei Consiglieri la seduta speciale dedicata al Dtt. C’è il numero legale.

Ore 20,40 - La sala Consiliare del Comune di Casale si riempie in attesa che cominci la seduta. Il clima è disteso. Il pubblico che non riuscirà ad entraree all’interno della Consiliare sarà indirizzato in sala Guala dove il Comune ha allestito una diretta streaming.

Ore 20 - L’onorevole Cristina Bargero non parteciperà alla seduta di questa sera: lo ha comunicato attraverso una nota che riportiamo per intero.

Si riunirà stasera un Consiglio Comunale aperto del Comune di Casale sul DTT. Purtroppo per impegni istituzionali non ho potuto partecipare alla riunione su un tema che ho seguito fin dall’inizio.
Capisco che la parola “nucleare” spaventi i non addetti ai lavori, ma se si entra un po’ più nel dettaglio si comprende facilmente che l’energia generata è energia totalmente pulita, quindi sicura.
Il DTT è in grado di generare energia pulita dalla fusione termonucleare. In altre parole, l’infrastruttura riproduce il meccanismo fisico che alimenta le stelle: la fusione dell’elio, energia pulita. Non ci sono rischi, ma opportunità.
In un Paese dove la ricerca è sempre stata bistrattata, questo è un progetto strategico per il nostro Paese e per il Piemonte, per questo mi sono battuta in Commissione presentando una risoluzione a tale proposito quando ancora nessuno credeva fosse realizzabile.
Finalmente rientriamo in un progetto di ricerca europeo ad alto valore scientifico, tecnologico e strategico che può dimostrare la possibilità di creare energia elettrica a costi competitivi, soprattutto in un momento di instabilità come questo. Non è un caso che sia sostenuto dalle più importanti università,dai più importanti centri di ricerca, industrie e laboratori europei.
Il solo fatto che il Piemonte intraprenda un simile percorso è uno stimolo all’attivazione di sinergie in campo tecnologico, economico e sociale con le migliori istituzioni scientifiche europee. Stiamo parlando di ricerca, occupazione non solo diretta ma anche per l’indotto. Nello specifico, solo per quanto riguarda l’occupazione diretta, circa 620 persone saranno impiegate nella fase di costruzione, che avrà la durata di sette anni. In quella operativa gli addetti saranno 1250 all’anno a cui si aggiungono gli addetti della fase di sperimentazione stimati in circa 150 all’anno per almeno 25 anni.
Il ritorno atteso e’ di circa due miliardi di euro, a fronte di un investimento di 500 mila euro in tempi brevi.
Per progetto europeo, intendo che altri rami della stessa sperimentazione sono stati sviluppati in altri Paesi. Quello che copre la fase precedente a quella di cui dovrebbe occuparsi il DTT, si trova in Francia a poca distanza da noi e dal Politecnico di Torino.
Abbiamo pensato di investire in un progetto sicuro, che ci inserisce in un circuito scientifico di prim’ordine e che rappresenta un riscatto per il nostro territorio sia dal punto di vista dell’occupazione che da quello del prestigio a livello europeo che troppo spesso è associato all’amianto. Stiamo passando dall’amianto all’energia verde. Credo che sia una grossa opportunità per il Piemonte e che non debba andare persa.”

Ore 18,40 - Questa sera, dalle 20,30, racconteremo in tempo reale le fasi salienti del Consiglio comunale aperto dedicato al possibile insediamento di un centro di ricerca sulla fusione nucleare a Casale.

«Consiglio comunale aperto», lo abbiamo scritto più volte e lo ripetiamo ancora, è un tecnicismo burocratico che permette a soggetti esterni al Consiglio di intervenire nell'ambito della seduta. Questa sera, prima del dibattimento, interverranno alcuni esponenti delle associazioni ambientaliste e dei movimenti politici che nei giorni scorsi si sono accreditati presso il Comune. Il pubblico (che si prevede essere numeroso), dunque, non potrà intervenire.


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