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  • 28 agosto 2014
  • Casale Monferrato

Il direttore dell’Egizio al Museo Civico di Casale per valorizzare la collezione Vidua

Il Museo Civico di Casale Monferrato ha aperto le porte ad un ospite d’eccezione: il direttore del Museo Egizio di Torino, Christian Greco. Accompagnato da Beppe Moiso, presidente dell’associazione Acme (Amici Collaboratori Museo Egizio), il direttore Greco è stato accolto dall’Assessore alla Cultura, da Alessandra Montanera, conservatore del Museo, e Elena Varvelli dell’Ufficio Museo: «Un incontro molto positivo e cordiale – ha raccontato l’assessore Daria Carmi –, durante il quale è stato possibile confrontarsi su diversi aspetti della realtà museale regionale e nazionale, soffermandoci anche sull’importanza di fare rete, per condividere esperienze, professionalità, progetti e idee». L’obiettivo della visita è stato quello di visionare i reperti egizi della collezione Vidua: una trentina di oggetti di proprietà del Museo e conservati nei depositi. «Si tratta – ha spiegato l’assessore Daria Carmi - di reperti che per la maggior parte sono di tipo religioso - funerario, tra i quali meritano sicuramente attenzione sei ushabty appartenuti al farone Sethi I. Sono oggetti unici nel loro genere, estremamente evocativi, che raccontano una storia di Casale Monferrato e del nostro museo non convenzionale, una storia capace di gettare sulla collezione una luce diversa, una storia che è oggi la base per costruire una collaborazione con il Museo Egizio di Torino che speriamo sia fruttuosa e continuativa”. I reperti egizi sono pervenuti al Museo Civico grazie al lascito testamentario di Clara Leardi, che nel 1854 affidò al Comune di Casale Monferrato il consistente patrimonio costituito dalla collezione etnografica appartenuta al conte Carlo Vidua, appassionato viaggiatore e collezionista. Il direttore Christian Greco ha colto l’occasione per evidenziare il ruolo di primissimo piano che Vidua ricoprì, in quanto personaggio illuminato e al contempo radicalmente piemontese, durante il viaggio in Egitto tra il 1819 e il 1820: fu infatti l’intermediario e l’artefice dell’acquisto della collezione Drovetti da parte dei Savoia, raccolta che costituirà il nucleo fondativo del Museo torinese. Vidua disse a Carlo Felice, per convincerlo ad acquistare i reperti giunti dalla terra dei faraoni, che Torino con quella raccolta sarebbe stata «Più dolce e fruibile per i suoi cittadini e anche per gli stranieri». In questi mesi il Museo Egizio di Torino è al centro di un grande progetto di riallestimento ed ampliamento, il cui termine dei lavori è fissato nella primavera 2015. Una prima parte delle sale espositive sarà dedicata alla storia della fondazione del museo ed è in questo contesto che sarà dato spazio anche alla figura del viaggiatore ottocentesco monferrino. Dopo aver visionato la collezione egizia, Christian Greco e Beppe Moiso hanno visitato la Pinacoteca e la Gipsoteca Bistolfi apprezzando la ricchezza delle collezioni, per poi proseguire in città con la visita alla Cattedrale e, nel pomeriggio, a Conzano, paese natale di Carlo Vidua, dove sono stati accolti dall’assessore Enrica Arditi. «I musei devono ripensare il modo di proporsi al pubblico – ha concluso l’assessore Daria Carmi -, utilizzando linguaggi, non solo visivi, nuovi. Ci si deve aprire al grande pubblico, partendo anche da collaborazioni che permettano all’intero territorio di valorizzarsi. Ringrazio sentitamente, quindi, il direttore Christian Greco e il presidente Beppe Moiso per la visita che ha permesso di aprire un proficuo e interessante dialogo tra il Museo Civico di Casale Monferrato e il Museo Egizio di Torino». «E' stato un primo incontro fra il Museo Civico di Casale Monferrato e il Museo Egizio di Torino. E' nostra intenzione raccogliere questo momento positivo come volano di rilancio della collezione anche a livello territoriale dando vita a iniziative parallele di approfondimento e produzione di contenuti coinvolgendo grandi esperti del tema. La prossima settimana lavoreremo con Sabina Malgora, egittologa e archeologa di Casale Monferrato conclamata a livello internazionale, per cominciare a progettare sviluppi possibili di questo percorso e iniziative parallele come convegni, pubblicazioni, mostre».

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