Articolo »

  • 27 settembre 2012
  • Sedriano

Amianto: «Il Ministro Fornero fa la passerella ai convegni ma, penalizza ancora le vittime dell'amianto con la nuove norma pensionistica»

Egregio direttore, Seguo costantemente on line il suo giornale, nonostante abito nel milanese, poiché in assoluto è il più aggiornato nelle problematiche legate all’amianto, sia per quanto riguarda la cronaca che per le novità sulla ricerca per le nuove cura delle patologie da esso derivate. Come purtroppo molti abitanti del Monferrato, sono un vittima dell'amianto, ho contratto il mesotelioma tumore a prognosi infausta, negli anni 80 in seguito ad esposizione "inconsapevole" professionale all'amianto. Alla data del 31/12/2011 con i benefici previdenziali per i lavoratori esposti all’amianto previsti dalla legge n. 257 del 1992, ho maturato una anzianità contributiva pari a 38 anni e 1 mese. Lavorando ancora con l'attuale normativa fino a giugno 2013, avrei maturato finalmente i 40 anni di contributi, ottenendo la possibilità di andare in pensione. Come Lei ben sa per il mesotelioma la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi si ferma poco al di sotto del 20 per cento nella fascia di età compresa tra i 45 e i 54 anni e diminuisce progressivamente con l’aumentare dell’età, purtroppo è curabile ma non è guaribile, la prognosi e quindi sempre infausta. Avendo piena consapevolezza di dover morire, non vedevo l'ora di arrivare al giugno 2013 per poter disporre a mio piacimento della mia vita, senza dover fare i conti con le ferie ed il comporto della malattia, se sono fortunato, (sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi) forse due anni di pensione riuscivo a godermela. Con le nuove modifiche introdotte dal decreto "salva Italia" il mio pensionamento e' rimandato al 2015 ammesso ché sarò ancora vivo. Tutto questo viene motivato dal necessario adeguamento alla variazione della speranza di vita. Mi si consenta di far modestamente notare che, se equità e giustizia impongono questo, altrettanta equità e giustizia sono necessarie nei confronti di tutti i grandi invalidi del lavoro che si ritrovano con una speranza di vita ridotta, anzi così ridotta da essere rivalutata mediamente ogni tre mesi, tra un ciclo di chemioterapia ed un'altro, nonché ad una qualità della vita notevolmente compromessa ed una notevole fatica quotidiana per recarsi al lavoro. Per questi motivi immediatamente dopo l’approvazione del decreto Salva Italia, il sette dicembre del 2011, scrissi una e-mail al ministro Fornero ed al Presidente Napolitano, senza ottenere alcun riscontro. Sollecitai più volte una risposta ma, non ottenni mai nessun riscontro, un giorno sono andato sul sito del Quirinale, scoprendo che potevo inviare una richiesta al Presidente Napolitano con una procedura che garantiva la ricezione, dopo due settimane con grande soddisfazione ho ricevuto la lettera del Segretariato generale della Presidenza della Repubblica, che le allego. Ho fatto tutto questo nella consapevolezza di non essere l’unico caso che è stato ingiustamente penalizzato dalla riforma Fornero, anzi penso che in futuro purtroppo altre persone potrebbe trovarsi in questa situazione soprattutto nelle aree che come il Monferrato hanno avuto industrie che hanno prodotto ed utilizzato l’amianto. Nei giorni scorsi finalmente ho ricevuto la risposta del ministero, che le allego. Il ministero ha furbescamente trasformato la mia richiesta in un esposto al presidente dell’INPS. Nel merito posso solo esprimerle tutta la mia amarezza, le risposte che ho ricevuto, ripetono esattamente quello che ho evidenziato io stesso, ed inoltre offendono la mia intelligenza poiché non ho mai chiesto ulteriori benefici rispetto a quelli già individuati per l'esposizione all'amianto. Io ho posto dei quesiti chiari, ma non ho ottenuto nessuna risposta, brevemente li riassumo: L'art. 24 del decreto Salva Italia fa espresso riferimento a delle clausole derogative soltanto per le categorie piu' deboli, se un grande invalido del lavoro da malattia professionale, mesotelioma pleurico dovuto all'esposizione all'amianto non lo è, vorrei sapere quali sono state le categorie più deboli che hanno beneficiato di queste deroghe. Altrimenti non c'è coerenza tra quanto enunciato dalla legge, rispetto alla sua reale applicazione. La nuova riforma delle pensioni è impostata sull'aumento della speranza di vita, la legge n. 257 del 1992 che ha bandito l'amianto in Italia ha individuato dei benefici contributivi come oggettiva conseguenza della diminuzione della speranza di vita per i malati colpiti da patologie correlate all'asbesto. Com'è possibile che la nuova normativa non ne abbia tenuto conto? È giusto applicare una norma nuova impostata sull'aumento della speranza di vita a chi era già stato precedentemente riconosciuto un beneficio, come oggettivo riconoscimento del ritardo da parte dello stato nel fare una legge che ha bandito l'amianto? E' giusto che un grande invalido del lavoro che ha compiuto 60 anni, magari senza un braccio ma con una speranza di vita intatta e con meno di 40 anni di contributi, possa andare in pensione con la normativa precedente, ed un grande invalido del lavoro con una patologia da amianto con una speranza di vita quasi nulla debba fare due anni e mezzo oltre i 40 anni? E' incomprensibile ed assurdo che, il nuovo provvedimento del Governo nell'ambito della cosi detta "spending rewiew" contenga una deroga alla riforma del Ministro Fornero che, consentirà ad un notevole numero di dipendenti pubblici, in piena salute il privilegio di essere collocati in pensione con la vecchia normativa, mentre i grandi invalidi del lavoro dovuta a patologia asbesto correlata e che hanno avuto un doveroso beneficio pensionistico dalla n. 257 del 1992 come giusto risarcimento da parte dello stato se lo ritrovi praticamente annullato. Se il Ministro Fornero mi spiegasse la razionalità, l'etica e l'equità di questa semplice constatazione sarei immediatamente disponibile a recarmi presso il ministero per ascoltarla. Penso che sia giusto ottenere una risposta a queste 4 domande, poiché la mia sofferenza morale per questa ingiustizia, non è seconda alla mia sofferenza fisica per il tumore che mi sta uccidendo. Non ho più fiducia nella politica, i partiti hanno fatto passare questa legge senza le deroghe previste e non applicate che l’avrebbero resa più giusta, posso solo ancora credere nella lealtà e nel senso del dovere, di persone come Lei che, hanno la consapevolezza e la competenza per comprendere le mie inconfutabili ragioni, che penso sono anche di molti altri che come me si ritrovano e si ritroveranno in questa situazione, sono certo che questo problema affidato ad una persona seria e competente come Lei potrebbe avere il risalto mediatico necessario per ottenere i sacrosanti aggiustamenti legislativi necessari. Tiberio Paolone Sedriano (MI)

Profili monferrini

Questa settimana su "Il Monferrato"

Marco Imarisio

Marco Imarisio
Cerca nell’archivio dei profili dal 1871!