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  • 17 gennaio 2015
  • Casale Monferrato

Un concilio sull’integrazione civile e religiosa in Monferrato

Non avrei mai pensato di riuscire a scrivere qualcosa che potesse dare un contributo positivo in un momento tanto triste e tanto mortificante come quello che sta vivendo la nostra società internazionale, devastata da attentati feroci, stragi di bambini e popoli, corruzione e cattiveria a livelli impensabili. Però dentro di me poco per volta si è fatta sempre più sentire una voce che mi chiedeva di fare uno sforzo e provare a pensare se anche da un uomo semplice e comune come il sottoscritto, poteva venire uno stimolo per iniziare un cammino di speranza e riconciliazione, una idea che ponesse ogni diversità ideologica e religiosa in un contesto di appartenenza ad unico disegno di unità e comunione. Abitare a Casale Monferrato, essere cresciuto in un comune che ha fatto e che fa dell’integrazione e dell’accoglienza pilastri essenziali su cui ha fondato la sua storia, mi ha aiutato a percepire che proprio da Casale Monferrato, città simbolo della lotta all’amianto ma anche della storia di popoli che si sono incontrati e uniti, di differenze di razze e religioni che hanno imparato non solo a convivere ma anche a fondersi e vivere all’unisono, potrebbe nascere un percorso nuovo di integrazione religiosa. Ciò che è successo in Francia come pure ciò che sta accadendo in Africa, sono segnali inequivocabili che la contrapposizione e l’uso della forza generano solo una spirale di odio che porterà certamente la nostra società alla distruzione. In un momento in cui si pensa a come sopraffare l’altro io, sono assolutamente convinto che chi ha la responsabilità delle comunità, sia civili che religiose, debba uscire allo scoperto e iniziare un percorso di riconciliazione globale. Io sono papà di due bambini a cui vorrei dare un futuro in una società che si ama e non si odia, (loro sono le mie matite con cui vorrei scrivere presente e futuro) e prendendo il coraggio a due mani chiedo al nostro vescovo e alla nostra sindachessa di farsi carico di organizzare a Casale Monferrato il primo concilio dell’integrazione civile e religiosa dei diversi popoli che abitano nel nostro territorio. Mi spiego, mettere seduti allo stesso tavolo (il Teatro sarebbe una sede laica ideale) tutti i rappresentanti delle diverse comunità civili e religiose (cattolici, protestanti, ortodossi, ebrei, musulmani, induisti, scintoisti...) insomma tutti e tutti insieme scrivere un documento in cui si pongano le basi per una integrazione futura, basata sul rispetto reciproco, accettando le diversità e facendone patrimonio comune, ponendo in essere momenti di crescita civile e spirituale condivisi. Pensando al territorio del Monferrato Casalese sono convinto che sarebbe un ottimo punto di inizio, un esempio sul quale tutti i territori dovrebbero aggregarsi. Per Casale Monferrato può essere anche il momento di cambiare rotta, ponendoci nel panorama internazionale come centro dell’integrazione e dello sviluppo della solidarietà fra i popoli. Potremmo diventare sede del la prima scuola italiana della integrazione civile e religiosa...pensate a come i nostri bambini già vivono in questa dimensione di fratellanza.... dagli asili alle superiori questa è già la nostra storia! Su questo progetto dovremmo coinvolgere il nostro governo al fine di dare una visibilità nazionale anche in vista del prossimo Expo, che tante persone di paesi diversi coinvoglierà a 80 km da noi. Allora è con rispetto ma anche con serena determinazione che chiedo a sua Eccellenza mons. Alceste Catella e alla dott.sa Titti Palazzetti di prendere in esame questa semplice proposta e di valutarne la validità, cogliendone lo spirito e le finalità... Diamoci tutti una possibilità di essere gli artefici di un tentativo di speranza, Casale ne è l’esempio di quante vittorie siano possibili se si percorrono le strade della condivisione e dell’ integrazione, con la determinazione di un popolo che tante conquiste ha ottenuto.

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Augusto Olearo

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