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IL COMMENTO / Portiamo Stephan Schmidheiny davanti al Tribunale dell’Aja per crimini contro l'umanità

La ferita inferta dalla Corte di Cassazione al senso di giustizia della comunità globale delle vittime dell’amianto anzi, delle vittime dell’Eternit, non può restare senza risposta. Ha ragione Bruno Pesce, coordinatore del Comitato Vertenza Amianto quando dice che a una offesa più grande occorre dare una risposta più ferma, alta e forte. Anche perché le migliaia di morti avvenute a Casale per l’Eternit sono solo la punta dell’iceberg di quella strage globale causata consapevolmente dalla multinazionale dell’amianto, che era attiva in 60 Paesi e operava attraverso 1000 società. Una risposta ancora più ferma e forte. Ma quale? Una strada all’altezza dell’enormità di questa sciagurata strage l’aveva indicata alcuni anni fa Luisa Minazzi, vittima dell’Eternit, a cui è intitolato il primo “Ambientalista dell’anno” di Legambiente. Ed è davvero venuto il momento di raccogliere il suo suggerimento per verificare se sia o meno una strada praticabile, perché non resti solo uno slancio etico. La stessa Legambiente, le associazioni che si battono contro l’amianto, i rappresentanti delle istituzioni dovrebbero raccoglierla e chiedere oggi - ai presidenti Renzi, Grasso e Boldrini e al Csm - di approfondire come si possa istruire la pratica per portare Stephan Schmidheiny (e potenzialmente tutti gli assassini che ancora oggi mettono nei polmoni di intere comunità questa bomba a orologeria) davanti al tribunale dell’Aja affinché siano processati per questa strage impunita che è davvero un crimine contro l’umanità. E che sia proprio lo Stato a istruirla. Perché diciamolo chiaramente, le tremila vittime del maxiprocesso Eternit, sono solo quelle di cui la storia sciagurata della lavorazione dell’Eternit ha lasciato traccia certa. In Italia. Tremila vittime note perché finite nelle aule giudiziarie, grazie a una inchiesta giusta della Procura di Torino e nonostante l’opposizione della difesa. Tremila vittime che non può cancellare neanche il colpo di spugna della Cassazione. Ormai tutto il mondo le conosce. Ma la strage reale e infinitamente più vasta di quella giudiziaria che per ragioni tecniche non ha ricompreso tutte le vittime che non sono mai state diagnosticate. Uno degli stessi consulenti della difesa aveva affermato del resto in aula che il mesotelioma è stato (in passato) talmente difficile da diagnosticare che qualcuno avrebbe affermato per paradosso che “non esiste”. Quante sono state allora le vittime dai primi del Novecento all’«Era Schmidheiny»? Vittime che hanno fatto chiarezza al di là di ogni ragionevole dubbio e a costo della loro stessa vita sul fatto che l’amianto uccide? E le migliaia di asbestosi? Malattie - va detto - causate esclusivamente dall’amianto e che altrimenti non sarebbero mai esistite. Lo ripetiamo: mai esistite. Quel che si sa per certo è che inequivocabilmente dagli anni Sessanta era tutto noto. E se c’era dibattito era perché esisteva una poderosa macchina di controinformazione e disinformazione finanziata proprio dall’Eternit: mille società, stabilimenti in 60 Paesi del mondo! Una strage che dovrebbe tener conto quindi di tutte le vittime degli altri 59 Paesi in cui era attiva la multinazionale. Basta questo a portare le migliaia di vittime nell’ordine delle decine o - verosimilmente - delle centinaia di migliaia. Senza contare poi che la strage si prevede - stimano degli epidemiologi - causerà altre 200mila vittime entro il 2020. E si badi bene: solo in Europa e solo fra la popolazione maschile. Una strage assimilabile a un genocidio, non per l’offesa a una etnia ma per una condizione umana e sociale che è quella di tutti: lavoratori e cittadini ingannati, persone oneste che hanno onestamente lavorato. Una umanità tenute all’oscuro del pericolo che avrebbero corso, grazie alla lunga latenza del mesotelioma, vera chiave dell’impunita di una impresa che non si può che definire criminale. Una umanità che rappresenta ognuno di noi offesa nel suo bene più prezioso. Strage tanto più crudele perché consapevole, perpetrata oltretutto non in una situazione straordinaria come quella di guerra, in cui l’alterazione sociale, psicologica, emotiva ma anche normativa può spiegare (in parte, certo non giustificare) certe vicende efferate. La strage Eternit è stata compiuta e perpetrata per decenni e decenni in tempo di pace, per il semplice fine del profitto. Senza alcun sonno della ragione, che era anzi ben vigile, attiva, e mortalmente immorale. E se la Giustizia (ha deciso la prima sezione penale della Cassazione) non è più accessibile per le vie ordinarie occorre una via straordinaria. E allora avanti, percorriamola!

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