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  • 02 gennaio 2012
  • Casale Monferrato

La truffa del "Merendero"

In questa storia ci sono tutti gli ingredienti della classica truffa all’italiana. Il venditore, un noto personaggio televisivo degli anni ‘60 che in realtà non ne sa assolutamente nulla: anzi è ricoverato in fin di vita in una clinica e la sua identità viene rubata da una controfigura reclutata per strada dalla banda di truffatori. L’acquirente, che fa parte dell’organizzazione e che presenta documentazione con tanto di certificazione - busta paga compresa - naturalmente contraffatta. In mezzo un notaio casalese che ha redatto il rogito e l’agenzia di una banca con sede nel Moncalvese che ha elargito un mutuo di 140mila euro per l’acquisto di una casa. Ma il raggiro viene scoperto grazie all’onestà di una donna e alle accurate indagini della Polizia di Casale che ha denunciato a piede libero otto persone (delle quali sono state rese note solo le iniziali), con le accuse di associazione per delinquere, concorso in truffa aggravata, sostituzione di persona, falsità ideologica, uso di atto falso, ricettazione e riciclaggio. A finire nei guai F.D., 36 anni, panettiere pregiudicato originario del foggiano e residente nel Torinese; D.G., napoletano 40enne, consulente finanziario a Torino; C.F.N., 62 anni, di Almese, il sosia, un poveraccio nullafacente già noto alle forze dell’ordine, reclutato dalla banda per sostenere la parte dietro compenso di poche migliaia di euro; D.T., 37 anni, pregiudicato, di Venaria Reale; A.T., 31 anni, siciliano, residente a Magnago, nel Milanese, finto acquirente dell’immobile; L.L., 25 anni, di Rivoli; S.C., 42 anni, di Torino; R.C., 50 anni, mediatore di Collegno con agenzia ad Asti. Tutto inizia nell’aprile scorso quando al Commissariato si presenta un notaio di Casale il quale denuncia un imbroglio messo in atto qualche tempo prima simulando la vendita di una villetta a Castagneto Po allo scopo di intascare i soldi del mutuo concesso da una banca della zona. Con il proprietario della casa inconsapevole della truffa e purtroppo in fin di vita in una clinica a Robilante: ironia della sorte è morto proprio il giorno dopo in cui il suo sostituto s’improvvisava attore davanti al notaio casalese. Il proprietario della villetta era Gino Zanino, classe 1924, residente a Torino, noto come uno degli autori del ‘Miguel son mi’ dei Los Merenderos diventato famoso nel Carosello degli anni ‘60 che reclamizzava una merendina per bambini prodotta da una nota industria dolciaria piemontese. La banda di truffatori -ognuno con un suo ruolo ben definito - ingaggia C.F.N. e, dopo averlo ben allenato e istruito, lo porta davanti al notaio con il compito di recitare il ruolo di Zanino (che in effetti tempo prima aveva messo in vendita la casa) e di firmare i relativi documenti. È il 18 febbraio 2011 e la truffa sembra riuscita. Ma il giorno dopo il vero Gino Zanino muore e gli eredi iniziano a esaminare le sue proprietà, dopo che una donna sua vicina di casa - che lo aveva accudito negli ultimi anni - invece di tenersi quanto datogli dallo stesso Zanino, consegna loro tutto quanto in suo possesso. Dagli archivi notarili emerge la strana vendita della villetta di Castagneto Po di cui nessuno è a conoscenza. Cominciano le indagini e gli agenti della Polizia di Casale arrivano ai componenti del gruppo: ma il denaro ormai si è volatilizzato dai conti correnti sui quali era stato depositato.

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