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Legge regionale per l’amianto. Lo scienziato Luciano Mutti: «Occasione da non perdere per aiutare la ricerca»

Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità, nella seduta di martedì scorso, 7 ottobre, la legge «Norme per la tutela della salute, il risanamento dell’ambiente, la bonifica e lo smaltimento dell’amianto». La legge stabilisce che la Regione Piemonte adotti gli strumenti necessari per la salvaguardia e la tutela della salute rispetto all’inquinamento da fibre di amianto nei luoghi di vita e di lavoro; la rimozione dei fattori di rischio indotti dall’amianto, mediante la bonifica di siti, impianti, edifici e manufatti in cui sia stata rilevata la presenza di amianto; il sostegno alla ricerca e alla sperimentazione nel campo della prevenzione, della diagnosi e della terapia; il sostegno alle persone affette da malattie correlabili all’amianto; la ricerca e la sperimentazione di tecniche per la bonifica dagli amianti e il recupero dei siti contaminati e la promozione di iniziative di educazione ed informazione finalizzate a ridurre il “rischio amianto”. La norma finanziaria della legge stanzia 250mila euro per il 2008 e 4,3 milioni di euro sia per il 2009 che per il 2010. «Ok alla legge, ma niente ritardi» Una occasione da non perdere per aiutare la ricerca scientifica, che da sempre soffre di carenza di finanziamenti e che è uno snodo importantissimo per dare risposte efficaci alle decine di migliaia di esposti al rischio amianto. «Attenzione a non perdere tempo», dice Luciano Mutti, ricercatore del Gime, che fa capo alla Fondazione Buzzi. «Si pensi a quanto sono costati 30 anni di ritardo dei legislatori da quando negli anni Sessanta si accertò che il mesotelioma era causato dall’amianto e non lasciava scampo a quando nel 1992 venne messo al bando. «E attenzione anche a non vanificare tutto con una pioggia di denaro all’”italiana” senza rispetto della competenze, cosa che si tradurrebbe ancora una volta in un costo di vite umane che non ci si può più permettere di pagare. «La terapia tradizionale si è dimostrata di efficacia assolutamente limitata e non impatta sulla vita dei pazienti. E - non dimentiachiamolo - i trattamenti sperimentali sono solo arrivati grazie al finanziamento dei privati», aggiunge Mutti. Un concetto - sottolinea il ricercatore - affermato ora ufficialmente dalla «European Respiratory Society» domenica scorsa durante il summit di Berlino a cui ha preso parte lo stesso Mutti (in qualità di responsabile europeo dell’equipe dell’ERS per la chemioterapia e le nuove terapie del mesotelioma, incarico attribuito - precisa - sulla base della valutazione oggettiva delle pubblicazioni scientifiche prodotte) e presentate ufficialmente ad Amsterdam il 27 e 28 settembre. «Linee che suggeriscono di optare per il miglior trattamento dei sintomi, poi si può considerare la chemioterapia ma occorre prendere subito in considerazione le terapie sperimentali». Relatori in aula della legge sono stati i consiglieri Alberto Deambrogio (Rifondazione Comunista) e Marco Botta (AN), che sono stati pure primi firmatari di quattro proposte di legge sulla materia. Le altre due hanno avuto come primi firmatari Rocchino Muliere (PD) e Ugo Cavallera (FI). Il testo unificato delle quattro proposte di legge era stato licenziato il 1° agosto scorso, all’unanimità, dalle Commissioni Sanità e Ambiente. La nuova legge istituisce il PRAP, Piano Regionale Amianto Piemonte, e si propone di dare nuovo impulso ed applicazione alla legge nazionale 257 del 1992, che vietò l’utilizzo dell’amianto, prevedendone lo smaltimento controllato. Il PRAP mira ad effettuare il censimento e la mappatura di tutti i siti con presenza di amianto, il monitoraggio dei livelli di concentrazione di fibre d’amianto nell’aria, la definizione delle priorità degli interventi di bonifica e dei criteri per l’elaborazione di un Piano regionale di smaltimento. Verranno trasferite le risorse necessarie all’attuazione del Piano alle Asl e all’Agenzia Regionale per l’Ambiente. Previsto anche il potenziamento dell’esistente registro dei mesoteliomi e dei tumori, estendendo il monitoraggio alle patologie asbesto-correlate, l’istituzione del registro degli esposti alle fibre d’amianto e la classificazione delle aree territoriali interessate dalla presenza naturale di amianto. La legge - infine - istituisce a Casale un centro regionale per la ricerca, la sorveglianza e la prevenzione dei rischi da amianto.

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