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Intervista - Romana, la rabbia e la grinta di chi non molla mai

La Romana è un fiume in piena. A poche ore dalla sentenza della Corte di Cassazione che ha annullato senza rinvio il Processo Eternit e di conseguenza anni di lotta per la giustizia di un’intera comunità, la Romana ha la grinta che non ti aspetti. Negli occhi ha quella tenacia che nelle ultime ore abbiamo visto affievolita negli occhi di molti. «Sono giorni bruttissimi. Non ce lo aspettavamo - ci dice - Noi meritavamo la vittoria. Ma combattiamo da 35 anni e lo facciamo con i vivi e con i morti». È arrabbiata ma combattiva: «Ma i criminali continuano a vincere mentre noi continuiamo a morire?». Poi la domanda che non sopporta: mercoledì, dopo la sentenza, l’hanno vista triste, spenta. È vero? «No! Non è vero! Io non piango perché non ho più lacrime. Ma di rabbia ne ho tanta. Smetta Schmidheiny di dire che è innocente: venga a dirlo a noi a Casale che è innocente!». La presidente dell’Afeva sperava in una vittoria: «La nostra storia merita giustizia! Giustizia! Giustizia!». Poi l’appello a Giorgio Napolitano, lo stesso Presidente della Repubblica che l’ha nominata Commendatore della Repubblica: «Ci aiuti a continuare questa battaglia. Siamo stanchi di dover portare dei morti al cimitero». È arrabbiata la Romana. Ma il carattere resta quello dolce di sempre, come la carezza sulla guancia con cui ci saluta.

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Silvio Morando

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