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Il «signore dell’amianto» alla Conferenza sullo sviluppo sostenibile di Rio?

Anche se Eternit ha inquinato mezzo mondo con l’amianto, anche se l’asbesto continuerà a uccidere per decenni persone innocenti, anche se è stato chiarito non a un convegno di ambientalisti-integralisti ma dalla magistratura di un Paese civile e democratico chi ha la responsabilità di questa strage globale; anche se è ormai tutto chiaro e in tutto il mondo nessuna persona responsabile può esimersi dal pronunciare una parola di buonsenso: «Basta amianto!» Ebbene nonostante tutto ciò Stephan Schmidheny andrà - pare - alla Conferenza di Rio sulle sviluppo sostenibile organizzata dall’ONU come «benebefattore dell’umanità», quella stessa umanità che sconta con decine di migliaia di morti l’avidità dei signori dell’amianto, che continuano a prenotare la tomba a centinaia di migliaia di esseri innocenti in due terzi del pianeta. Quell’umanità stessa prenderà lezioni da chi ha condannato scientemente a morte così tanta gente che in certi luoghi - come a Casale - nemmeno la guerra ne era stata capace? Ieri un appello è partito proprio dall’AFEVA di Casale per chiedere all’ONU di «cacciare» lo svizzero dalla Conferenza sull’ambiente e si annunciano mobilitazioni internazionali per una decisione che non solo offende la memoria e la vita di centinaia di migliaia di persone, uccise o costrette a vivere nel rischio di ammalarsi dai signori dell’amianto, ma sembra voler delegittimare persino la Giustizia italiana semplicemente... ignorandola! Il potere se ne frega? Il potere politico internazionale - insomma - sembra dire che se ne frega se su quel signore sono state accumulate prove decisive (persino la testimonianza di suo fratello Thomas) che dimostrano che sapeva tutto e che nonostante tutto ciò ha continuato nascondendo i rischi a far lavorare l’amianto. Ieri anche l’assessore regionale all’Ambiente Riccardo Ravello ha scritto al Governo, primo fra tutti al ministro dell’Ambiente Corrado Clini esortandolo a intervenire affinché sia rivista la presenza di Schmidheiny alla Conferenza, sottolineando quanto sia incompatibile con una manifestazione che ha posto come ragione d’essere lo sviluppo sostenibile, armonizzato cioè con l’ambiente e soprattutto con la vita dell’uomo. Un diritto alla vita che Eternit (guidata dalla famiglia Schmidheiny e in particolare da Stephan dal 1976 al fallimento) ha ignorato compiendo una strage che è davvero un crimine contro l’umanità. Tutta l’umanità. Anche quella che i «potenti» del mondo sembrano ignorare. L'appello dell'Afeva L’AFEVA (Associazione Famigliari e Vittime Amianto) unitamente a CGIL, CISL e UIL di Casale Monferrato e Cavagnolo, Italia, in rappresentanza di oltre 1900 famiglie di vittime dell’amianto, esprime il proprio sdegno in relazione alla partecipazione di Stephan Schmidheiny alla Conferenza di Rio sullo sviluppo sostenibile, patrocinata dall’ONU. Stephan Schmidheiny è stato l’ultimo proprietario degli stabilimenti Eternit in Italia, che a Casale Monferrato fu attivo dal 1907 al 1986 dove, con la lavorazione dell’amianto, ha causato finora circa 1800 vittime tra gli ex lavoratori e i cittadini, altre migliaia sono le vittime dell’Eternit in Italia e centinaia di migliaia nel resto del mondo. Stephan Schmidheiny, che si spaccia per filantropo della green economy, è stato condannato dal Tribunale italiano di Torino per “Disastro ambientale doloso permanente” a 16 anni di carcere e al risarcimento dei danni alle vittime e alle Istituzioni. Come si può essere relatori in un “Convegno per lo sviluppo sostenibile” quando si è stati condannati per disastro ambientale ? Ci saremmo aspettati che una Conferenza internazionale sullo sviluppo sostenibile avesse propugnato la messa al bando in tutto il mondo della lavorazione di un minerale così dannoso e altamente cancerogeno. Ribadiamo pertanto la richiesta di negare la partecipazione di Stephan Schmidheiny alla Conferenza di Rio del 20-22 giugno 2012.

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Marco Imarisio

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