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  • 27 ottobre 2011
  • Casale Monferrato

Lo scrittore Pansa testimonial della lotta al mesotelioma

Giampaolo Pansa è tornato lunedì in città per la presentazione del libro “Poco o niente. Eravamo poveri. Torneremo poveri”, appena pubblicato da Rizzoli e già in testa alle classifiche di vendita. Affollatissima la sala riunioni dell’Hotel Candiani per la serata voluta dal Lions Club Casale Monferrato Host e dall’associazione “Oltre il mesotelioma”, cui è stato devoluto il ricavato della vendita del volume, per ascoltare il giornalista casalese e per salutare Marco Giovannacci che sta chiudendo la storica libreria di Largo Lanza. Dopo la breve illustrazione delle ragioni della serata da parte del presidente del club Alberto Riccio, il direttore del reparto di Pneumologia del Santo Spirito Ezio Piccolini ha letto due brani tratti dalle opere di Pansa sulla nascita dello stabilimento Eternit e sulla figura del libraio Romeo Giovannacci, padre di Marco. Un saluto e un ringraziamento a Giampaolo Pansa anche dal sindaco di Casale Giorgio Demezzi che si è detto onorato per la presenza dell’illustre concittadino che ha dato dignità letteraria alla nostra città e commosso dal gesto di prodigalità nell’aiuto alla lotta contro il male che affligge la comunità casalese. Ha poi rivolto un saluto a Marco Giovannacci, il quale ha ringraziato gli organizzatori e il pubblico presente nel ricordo di due figure femminili della sua famiglia, la madre e la moglie scomparse molti anni fa. “Ho Casale nel cuore e nei libri” ha esordito Pansa invitando tutti a riflettere sull’importanza della piccola capitale del Monferrato, la cui storia, seppur intessuta di una dignitosa povertà, è sempre stata ricca di fermenti culturali, anche grazie alla presenza della storica libreria di Romeo Giovannacci, figura indimenticabile della vita cittadina con la mitica bancarella colma di libri, ricavata da un vecchio carro funebre in disuso. Là il giovane studente liceale comprava i libri a rate, con il consiglio prezioso del libraio di abbandonare la lettura dei libri facili, per affrontare quelli che obbligano a porsi delle domande cui solo a distanza di anni si saprà dare una risposta. E a proposito del libro, frutto di un lavoro di sette mesi, soprattutto mattiniero, il risultato è una sorta di “romanzo verità”, una genealogia della famiglia dal 1860 al 1920 dove c’è di tutto, una specie di “musupistu”, dove trionfa la miseria e la povertà, con un fiducioso punto interrogativo nel sottotitolo, tolto dall’editore che ha voluto una provocazione secca che, a quanto pare, è stata apprezzata dai lettori di ogni ceto sociale, molti seriamente preoccupati per il futuro dei figli. Ma, in ogni caso, avevo un debito con Casale - ha aggiunto Pansa - e sono contento di averlo pagato in questo modo, contribuendo alla raccolta fondi per il mesotelioma. Molto appassionato e commovente, tra gli interventi che si sono succeduti, quello della presidente dell’Associazione Familiari Vittime dell’Amianto Romana Blasotti Pavesi, la cui famiglia è stata decimata da cinque morti a causa dell’amianto, che ha denunciato con forza e determinazione la continua crescita del numero delle vittime, ormai al di sopra delle 1700 persone. Conclusione affidata a Margherita Girino, direttore della struttura di Medicina Interna dell’ospedale casalese e presidente di “Oltre il mesotelioma”, che ha sottolineato la presa di coscienza di Casale, città ricca di storia e di arte, ma che in questo frangente ha saputo dimostrare di essere città matura, seria e responsabile nell’affrontare il problema con grande impegno e disponibilità. Restano aperti due problemi: quello dei giovani che devono essere aiutati nella conoscenza di questo dramma e quello della ricerca che, anche se a piccoli passi, procede grazie alla raccolta fondi che ha consentito di istituire una borsa di studio per un biologo impegnato nella raccolta e nello studio del materiale dei malati di mesotelioma. La serata si è conclusa con una lunga fila in attesa della dedica autografa dell’autore sul libro.

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Veronica Spinoglio

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