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Casale, una città fiore all’occhiello per l’integrazione Italia-Albania

La città di Casale è un fiore all’occhiello nel percorso di integrazione fra migranti albanesi e popolazione italiana. Per questo motivo, giovedì nella sala Consiliare del Comune di Casale, presente il console a Milano Luljeta Cobanaj, una troupe della televisione di stato albanese ha fatto delle riprese che entreranno in un documentario proprio su questo tema. Infatti, ha spiegato Paolo Gotelli di Alt 76 Agenzia Famiglia che da decenni si occupa soprattutto di emigrazione, ne sono transitati in città almeno 1800 anche se poi non tutti si sono fermati. Il sindaco Titti Palazzetti ha attribuito il merito dell’integrazione soprattutto alla scuola che è il veicolo determinante della comunicazione con le famiglie. Dal canto loro gli albanesi hanno dato un buon contribuito allo sviluppo e alla crescita economica e sociale della città. La Palazzetti che aveva appena ultimato le operazioni di conferimento di cittadinanza italiana a due ragazze (una delle quali sua ex allieva) ha rivelato che dal 2001 sono oltre 300 i nuovi italiani. Essi hanno tuttavia conservato forte il legame con la terra di provenienza e lo prova anche la fondazione, più di un anno fa, dell’Associazione culturale “Komneni” che ha da poco festeggiato il 102esimo anniversario dell’indipendenza del Paese con la visita ufficiale in Comune di Luljeta Cobanaj, una mostra di quadri di pittori albanesi residenti nel territorio monferrino e una grande festa musicale e da ballo al salone Tartara. Nel ricordo del sindaco c’era l’accoglienza dei primi profughi e le lezioni di italiano che lei impartiva all’oratorio del Valentino dove una parte dei nuovi arrivati era stata sistemata. «Al gruppo del ‘91 apparteneva un ragazzo che è stato un dono per la mia famiglia perché è diventato il mio terzo figlio. Allora aveva sedici anni e adesso ne ha quaranta. Ha fatto tanti sacrifici, si è laureato in ingegneria, ha aiutato tutti noi a comprendere la tradizione albanese ma soprattutto è stato ed è un punto di riferimento per i miei figli perché ha dimostrato che si può lottare anche per gli ideali e per la libertà». Secondo il sindaco dunque l’integrazione, al di là dei momenti autocelebrativi, è la vita comune, l’esercizio della propria professione seconde le personali capacità. Il consigliere comunale Fitim Rapa ha riconosciuto il merito della sua elezione a tutta la comunità albanese e il console Luljeta Cobanaj, grata per l’ospitalità dell’amministrazione, ha citato il lungo lavoro dell’Agenzia Famiglia definendosi orgogliosa della buona reputazione dei suoi concittadini albanesi. «L’integrazione è quella che si vede - ha aggiunto - I ragazzi a scuola, la gente che lavora, i matrimoni… Sono più numerosi quelli misti, il che significa che ci saranno prossime generazioni molte composite. Però è sempre importante il legame con la tradizione, sapere chi siamo e da dove veniamo». Il consigliere comunale Giuseppe Bargero, capogruppo del Pd in Comune, medico ospedaliero che ha partecipato all’accoglienza dei primi profughi in città, era rimasto colpito «dall’estrema dignità e compostezza di chi chiedeva aiuto e assistenza». Per l’assessore Ornella Caprioglio, già docente di materie letterarie, gli allievi albanesi sono stati tra i migliori, ben inseriti e un bell’esempio anche per gli studenti italiani perché desiderosi di avanzare. Paolo Gotelli di Agenzia Famiglia ha lodato la creazione di Komneni che vuole preservare lingua e costumi dell’Albania, perché le seconde generazioni non conoscono bene l’idioma originale. Il consigliere comunale Rita Schipani ha affermato che i nati a Casale si sono sempre sentiti italiani prima di qualsiasi ufficializzazione. Suor Franca del Sacro Cuore ha raccontato aneddoti sull’arrivo dei primi albanesi nel ’91. Era presente in Sala Consiliare anche un gruppi di studenti di origine albanese dei due plessi del Liceo Balbo. Il sindaco Palazzetti - in chiusura - ha auspicato di poter continuare a vivere sempre insieme ciascuno con la sua particolarità e differenza, «che sono la vera forza per superare le difficoltà».

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