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L'Expo 2015 dovrà avere il gusto del Monferrato

Aprirà i battenti il primo maggio 2015 e terminerà il 31 ottobre dello stesso anno, sarà ospitata in un’area nel settore nord-ovest di Milano e occuperà una superficie di 1,7 milioni di metri quadrati, comprendente parte del territorio delle città di Pero e Rho. Vi hanno aderito centotrentanove Paesi, sono previsti investimenti per miliardi di euro, venti milioni di visitatori tra cui due di bambini. È l’Expò 2015, dal tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, che vuole includere tutto ciò che riguarda l’alimentazione, dal problema della mancanza di cibo per alcune zone del mondo a quello dell’educazione alimentare, fino alle tematiche legate agli o.g.m. «Un’occasione che il Paese non può perdere anche se troppo tempo è già andato perduto dietro alle beghe sulla governance. Ma Casale come vi si può collegare?» È stato questo l’argomento della conferenza organizzata venerdì all’Hotel Candiani dall’associazione Paolo Ferraris per ricordare il consigliere, assessore e vicesindaco del Comune di Casale, in occasione dell’anniversario della sua morte avvenuta per mesotelioma il 2 dicembre 1996. L’evento è stata una proposta concreta per la città, ha sottolineato nell’introduzione il figlio Giorgio, un’iniziativa legata alle caratteristiche peculiari del padre, uomo, politico e amministratore convinto che «solo dal radicamento nella propria comunità, dall’analisi dei suoi bisogni può concretizzarsi una proposta realistica ed efficace». Sono intervenuti al dibattito il prefetto di Alessandria Romilda Tafuri che si è detta contenta dell’occasione di approfondimento dell’argomento, i giornalisti de “Il Sole 24 Ore” Cristiano Dell’Oste e Giuseppe Chiellino, l’ex ministro della Salute Renato Balduzzi, rappresentanti dell’amministrazione casalese e Cesare Vaciago, direttore di Padiglione Italia all’Expò. Il manager che si è servito di un filmato per illustrare il progetto ha spiegato che esso si è sviluppato sul concetto di “vivaio di nuove energie” per far crescere le proposte. Tra le varie tematiche c’è infatti quella di dare importanza alle realtà locali per valorizzare le quali è stato creato il “cardo” un grande corridoio all’interno dell’area espositiva. «L’Expò è una sintesi tra cultura, patrimonio e innovazione e il padiglione Italia sostiene il futuro», ha detto ricordando che l’ultima con sede in Italia, svoltasi nel 1906 e dedicata ai trafori, era stata chiamata Parco Sempione. La prima Expò, nata nel 1851 celebrava il lavoro, ma adesso «finito l’infinito sviluppo» si pone il tema della sostenibilità, dell’attenzione al contenimento. Trovare nuove energie per la vita in momenti di crisi è, secondo Vaciago, la migliore specificità italiana, paese di “soft power”, cioè di elementi di potenza, quattro dei quali comuni a tutte le regioni. Il primo è il “panorama” coniugato con il turismo per esporre la bellezza della natura e dell’arte. Il secondo è il “borgo” come sede in cui si ricompatta la qualità della vita. Segue la “specificità tecnologica” di arte, design e moda e infine il “cibo” considerato il migliore d’Italia. Qui si inserisce il Monferrato che deve, secondo Vaciago, occupare uno spazio per esporsi alla vista dei visitatori, producendo sia un modello sul web nel sito di Padiglione Italia sia comprandone un “pezzo” con spese variabili da 5000 a 500mila euro. L’unico modo possibile per trovare i fondi è fare una “rete”, creare un sistema con la Camera di Commercio, i Comuni, le varie associazioni di industriali, artigiani, agricoltori, le cooperative, i sindacati... Per il direttore di Padiglione Italia, convinto che il Ministero degli Esteri punti all’unione Monferrato, Langhe e Roero, sono il vino, le promozioni sportive e il divertimento le carte su cui puntare. Alla produzione vitivinicola si collega anche il turismo religioso salesiano per il bicentenario della nascita di Don Bosco che attira quattro milioni di pellegrini. Renato Balduzzi, ribadendo che l’Italia possiede il “know how” in fatto di sicurezza e qualità alimentare vi ha contrapposto invece il polo alessandrino del vino monferrino, del dolciario novese e l’oreficeria del distretto valenzano che è collegato con la bellezza. In più, Casale «che ha mostrato di saper combattere contro la bestia» potrebbe esibire come risorsa l’unità morale della lotta contro l’amianto che è un problema mondiale. Dal pubblico è scaturita la proposta di Mondo e della sua quindicinale esperienza di lavoro come organismo di riferimento aggregante mentre il problema dei collegamenti con Milano può essere risolto con un accordo con ditte e agenzie di viaggi per istituire servizi di bus navetta.

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Silvio Morando

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