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Correre sugli "Argini" con Pica contro l'amianto Video e fotogallery

Piercarlo Busto avrebbe compiuto 60 anni nel 2015. Pica (come lo chiamavano gli amici), invece, è morto nel 1988 per mesotelioma. Fu il primo cittadino che senza aver mai lavorato all’Eternit si ammalò di questa patologia. O almeno il primo accertato. A partire da quel momento, si acquisì la consapevolezza diffusa che la strage non era limitata ai dipendenti della Eternit. Sul manifesto che ne annunciava la scomparsa l’accusa alla fibra killer: «L’inquinamento da amianto lo ha tolto all’affetto di chi lo ama». A Piercarlo Busto, nato nel 1955, la malattia venne diagnosticata all’inizio dell’estate del 1988 e due giorni prima di Natale il mal d’amianto se lo portò via. Pica - si legge in un articolo de Il Monferrato del 1988 - aveva 33 anni, era sportivo praticante, non fumatore e impiegato di banca. A 27 anni di distanza dalla sua morte, in rete è comparso un video (intitolato “Argini 1988”), dedicato proprio al mezzofondista della Junior Atletica e dirigente della Casale Basket. Il filmato è stato pubblicato dai compagni di un tempo in collaborazione con la sezione Avis di Casale (anche in virtù del “gemellaggio” con AfeVa) sul sito web dedicato al trentennale del trofeo podistico sociale, che avrà come tema “Io corro per…” e che si svolgerà domenica 1° marzo in città. Una canzone e un video che in questi anni non hanno mai visto una vera pubblicazione ufficiale, anche se il bluesman Paolo Bonfanti, in passato, ne diede una sua interpretazione sul palco del teatro Municipale di Casale. “Argini 1988” Circondato e velato da una cornice bianco-polvere, il cortometraggio racconta la storia di due persone impegnate in gesti quotidiani per le vie di una Casale di fine anni ‘80, con le strutture industriali del Ronzone ancora intatte. Entrambi, tramite i giornali locali, vengono in contatto con la notizia che, per la prima volta, sui manifesti funebri una famiglia casalese ha apertamente denunciato la causa del decesso per “inquinamento da amianto”. Con indifferenza i giornali, una volta “consumati”, finiscono in un cestino come carta straccia, e la notizia con loro. Una candela si spegne e rimane solo il nero, il buio. Fino a quando un bambino, l’uomo del futuro, li recupera dal cestino e li porge alla madre. La luce riprende vita, lo schermo si riempie di colori. E, simbolicamente, Pica torna a correre sui suoi argini lungo il Po in un ambiente finalmente pulito. Autori, attori e interpreti Il testo della canzone, che accompagna le immagini, fu scritto a più mani dagli studenti della scuola Infermieri di Casale (operativa tra i primi anni Settanta e i primi anni Novanta), mentre la base musicale si ispirò a Mangwane Mpulele, brano tradizionale d’etnia Sotho (Sudafrica). Nel filmato recitarono: Domenico Pavido, Monica Pianura, Romano Caligaris, Daniela Re e Alessandro Savasta. La parte musicale e tecnica, invece, fu affidata a Paolo Deregibus (voce solista), Marina Grandi (solista e cori), Silvana Piccaluga, Monica Pianura e Rosarita Bristot (cori), Francesco Cabiati (tastiere, arrangiamento e mixaggio), Devis Longo (sax), Mauro Deregibus (chitarra), Pierangelo Bassignana (basso), GP Morano (batteria e fotografia), Marco Garione (riprese video), Renzo & Beppe (foto Casale anni ’60).

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Silvio Morando

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