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TRANSAZIONE SCHMIDHEINY / Il ministro Balduzzi telefona al sindaco di Casale: «Ripensateci». La supplica del vescovo: «Riportate pace»

Il ministro Renato Balduzzi ha chiamato ieri tra le 18,30 e le 19 il sindaco di Casale Giorgio Demezzi per invitarlo a «un supplemento di riflessione» sulla decisione di accogliere la proposta dell’imputato svizzero Stephan Schmidheiny che ha offerto 18,3 milioni di euro per rinunciare alla costituzione di parte civile un mese e mezzo prima della sentenza, anche per l’esigenza dei necessari «approfondimenti giuridici». Una telefonata fatta «sia come ministro alla Sanità sia come Piemontese», nel corso quale Balduzzi ha espresso la persuasione che la rivalutazione da parte del sindaco di Casale avvenga tenendo conto della «storia e del ruolo che il Comune» ha avuto in questa tragica vicenda e ha evidenziato che «non c’è nessuna contrapposizione di tipo politico». L’impegno civico del Comitato Vertenza Amianto non ha in effetti mai avuto alcuna connotazione politica, se non altro per l’esigenza di rapportarsi con tutti i soggetti istituzionali su una vicenda che è una tragedia collettiva che non chiede tessere di partito, etnia, fede. Tre le richieste da sempre avanzate dai cittadini: giustizia, ricerca e bonifica. La richiesta all'Infedele di Gad Lerner e da tutto il mondo L’iinvito a ripensarci al sindaco gli è stato rivolto lunedì anche dai familiari delle vittime e dal giornalista Gad Lerner durante «L’infedele», andato in onda lunedì sera e a cui ha preso parte lo stesso Demezzi insieme alla casalese Assunta Prato, vedova dell’ex assessore regionale Paolo Ferraris, ucciso dall’amianto a 49 anni. Centinaia ormai gli appelli di singoli cittadini, associazioni di vittime, provenienti da tutto il mondo, per il clamore che la vicenda suscita proprio in relazione all’importanza mondiale della lotta all’amianto. L’Eternit di Stephan Schmidheiny - del resto - aveva circa 1000 stabilimenti in 60 Paesi e a tutt’oggi continua a essere utilizzato e lavorato in due terzi del pianeta condannando a morte centinaia di migliaia di persone in nome del profitto. Per questo il processo di Torino - il più grande in Europa e forse nel mondo - ha una rilevanza a livello internazionale. E la scelta di Casale - il Comune in cui si è consumata e si sta consumando la tragedia più grande - non può non assumere quindi un significato estremamente pregnante. La supplica del vescovo All’appello del ministro si accostano le parole del vescovo di Casale Alceste Catella che nel messaggio di augurio e benedizione rivolto ai cittadini in occasione del Natale riserva un passo specificamente destinato alla vicenda Eternit. «Non potrei vivere la festa di Natale con un poco di serenità se, in quest’ora di dolore, non mi rivolgessi con rispetto, con lealtà e con fermezza a chi ha la responsabilità del governo di questa nostra amata città: “Fate, vi supplico, un gesto concreto che esprima considerazione e rispetto verso la sofferenza di tanti nostri concittadini; un gesto che valga a riportare pace, a risanare lacerazioni e ferite”...». Il ripensamento su Thyssen La vicenda Eternit sarebbe anche alla base della decisione del sindaco di Torino di ascoltare i familiari delle vittime del rogo 6 dicembre 2007 avvenuto alla acciaieria Thyssenkrupp (sette gli operai uccisi) prima di firmare l’accordo per incassare il risarcimento decisi da giudice di primo grado, rinunciando così alla costituzione di parte civile nel processo di Appello. Secondo indiscrezioni l’accordo era già a buon punto, ma i fatti di Casale e il profondo turbamento sociale provocato dalla transazione avviata dal Comune con l’imputato svizzero Stephan Schmidheiny hanno indotto il sindaco di Torino a decidere di ascoltare i familiari delle vittime, cui Thyssenkrupp ha peraltro riconosciuto a titolo di risarcimento 12 milioni di euro. Anche il presidente della provincia Antonio Saitta concorda con la scelta di Fassino di sentire i familiari delle vittime, mentre il presidente della Regione Roberto Cota è pronto a rendere una decisione in sintonia con le altre istituzioni. Così Paolo Filippi, presidente della Provincia di Alessandria, rivolge al sindaco di Casale l’invito «a ripensarci». Nei giorni scorsi l’assessore al Lavoro Massimo Barbardoro aveva ribadito che «non c’è alcuna proposta da parte dell’imputato svizzero alla Provincia», ribadendo il ruolo istituzionale dell’ente nella rappresentanza dei cittadini colpiti dall'offesa dell'Eternit. La posizione del sindaco Demezzi Il sindaco di Casale Giorgio Demezzi, sentito questa mattina ha confermato le sollecitazioni del ministro al fine di valutare bene la vicenda anche dal punto di vista legale, precisando che «di definitivo non c’è nulla, siamo ancora in una fase di definizione e terremo conto delle sue sollecitazioni». Mentre per quanto riguarda il messaggio del vescovo Demezzi interpreta il suo messaggio come momento di «dolore per l’imbarazzo che c’è all’interno della città; capisco che la sua missione debba considerare questo aspetto e adoperarsi per ricreare un clima di unione. Ci siamo parlati più volte e terremo conto anche di questo suo invito che peraltro è comprensibile vista la sua funzione. «Ma noi - prosegue il sindaco - ci troviamo in un ruolo amministrativo e quando ci sono determinate cose da decidere non sempre si riesce a mantenere l’unione che sarebbe auspicabile. Speriamo che il Natale ci illumini tutti...». E in un comunicato diffuso dal Comune il sindaco Demezzi aggiunge: «Come Giunta Comunale stiamo perfezionando, assieme ai nostri legali, i termini dell’accordo per ottenere dall’imputato svizzero il risarcimento richiesto dal Comune in qualità di parte civile nel processo. Siamo di fronte alla possibilità di poter garantire subito alla città di Casale quanto dovuto, anziché aspettare la chiusura del processo e i successivi gradi di giudizio». Ci penserà davvero?

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