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La festa dei Popoli in Cittadella

Ad ogni visitatore è stata donata una barchetta di carta di giornale legata con un filo da mettersi al collo. «Siamo tutti nella stessa barca» era scritto inoltre sullo striscione all’ingresso della Cittadella a ricordare che la crisi economica non riguarda solo gli immigrati e gli stranieri. È stato questo il senso della «Festa dei popoli» - tredicesima edizione - organizzata nel bosco della Cittadella domenica 11 settembre dall’Associazione «Il volo del colibrì». «Un momento di scambio per vincere le paure dei diversi e per stare meglio insieme» aveva annunciato il presidente Klodian Kojashi, avvocato albanese e membro del gruppo teatrale Baro Bunta. Intenti compresi in pieno dai numerosi i visitatori, stranieri di varie nazionalità, casalesi, monferrini che insieme si sono goduti il calore della magnifica giornata settembrina e hanno assistito ai vari momenti della kermesse, alla quale non è mancata l’ improvvisazione che l’ha resa ancora più genuina e simpatica. È stata anche l’occasione per conoscere alcune storie come quella di Osiai Osara Evigladis, nigeriana di 50 anni arrivata dalla Libia un mese fa su una delle tante barche approdate a Lampedusa. La donna è attualmente ospite della Casa di Riposo con altre compagne della stessa nazionalità nell’ambito del progetto regionale per aiutare i profughi, in attesa che ne venga chiarito lo status. Nel paese governato da Gheddafi viveva da diciassette anni con il marito Kennedy di 53 e il figlio Sony di 23 e faceva la commerciante. All’inizio della guerra, più di sette mesi fa, i suoi familiari sono usciti di casa per andare a lavorare e non sono più tornati. Li ha cercati ovunque ma non ha più avuto notizie di loro. «La guerra è triste e noi non avevamo sospetti che potesse scoppiare anche in quel paese. Volevo dimenticare quello che ho passato ma mi ha fatto bene parlarne», ha concluso. Ha svolto la funzione di interprete l’etiope Ehite che vive da otto anni in città con il marito casalese Roberto Moretti da cui ha avuto i figli Davide e Bessufekao. La donna, bellissima in un tradizionale abito bianco, frequenta il corso da Operatori Socio Sanitari per soli stranieri organizzati dal Ciofs. La ventiduenne Hamdi Kalif vendeva verdure nel suo paese al centro della Somalia dove sono rimasti la mamma e i fratelli. È in Italia da due anni e mezzo, risiedendo prima in Sicilia, poi a Roma, Torino, Murisengo e infine a Casale dove lavora per l’associazione “Ricicuci”. Sono suoi infatti tutti i decori a fiori e cuori, i cappellini, le sciarpe che hanno arricchito i capi della nuova collezione autunnale “alta sfera” presentata dalla responsabile Nunzia Castiglione. La giovane ha anche attivato un laboratorio per insegnare a realizzare i fiori di stoffa riciclata. Si trova molto bene a Casale. Mentre a Ricicuci si preparava il materiale da mostrare ai visitatori si esibiva la bella “Stefagnaccia”, ballerina e insegnante di scuola materna trinese, “sputafuoco” per hobby. Erano presenti alla festa anche le ragazze del gruppo di volontari del campo internazionale di lavoro “Piccolo pianeta delle margherite” invitati dalla Cooperativa Senape e dall’associazione Serydarth. Peyza Ginar ha 22 anni e vive a Istambul in Turchia dove studia Scienze Politiche. La giapponesina diciottenne Shiori Koga fa studi sull’Asia e il Pacifico mentre Gloria Galvan Gonzales, 29 anni del Messico, gestisce una cartoleria e un negozio di abbigliamento; infine Kasia Boronczak, Polonia, 19 anni studia oligofrenologia, una scienza per il trattamento riabilitativo ed educativo dei bambini con bisogni speciali. Per due settimane fanno esperienza di volontariato «che fa crescere» e imparano ad apprezzare «una realtà diversa e una cultura nuova». Interprete in inglese la studentessa casalese Letizia Ferrando di 24 anni, che si sta specializzando in Lingue. È invece diventata imprenditrice di un’impresa di pulizie Olivè Katucci, albanese di Durazzo, che in Italia, a Lecce, nel 1998, è arrivata in gommone con il marito Vladimir, attualmente dipendente di una industria locale di frigoriferi. Infine c’è Salvatore Olivieri, custode del parco, il «Dersu Uzala» del bosco della Cittadella che ne cura con amore tutte le creature, animali e vegetali.

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