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  • 20 aprile 2024
  • Vignale Monferrato

Presentazione

Tra i luoghi vignalesi “Temporale” è la graphic novel di Andrea Ferraris

Con il celebre disegnatore

A Palazzo Callori. La presentazione del libro avvenuta lo scorso weekend

Tredici “brani”, più un’introduzione e una “bonus track” finale: a primo acchito parrebbe di assaporare un album musicale, un long playing nell’epoca d’oro del vinile. E Andrea Ferraris, scrittore, disegnatore, fumettista di fama internazionale, ha effettivamente accarezzato l’ascolto di “Blue Valentine” di Tom Waits e “Pet Sounds” dei Beach Boys, pietre miliari del rock anni ’60 e ’70, per dare alla luce il suo ultimo sforzo “Temporale”, graphic novel pubblicata da Oblomov Edizioni e frutto della collaborazione a quattro mani con la moglie colorista Daniela Mastrorilli. Introdotto dal Sindaco Tina Corona, il volume è stato presentato sabato scorso, “en plein air” nei Giardini di Palazzo Callori, su iniziativa del locale Club Unesco, e rientra a pieno titolo nel ciclo di eventi a celebrare il primo decennale del Monferrato Patrimonio dell’Umanità Unesco. 

Ferraris, cresciuto a Genova, ha vissuto a Barcellona, Cagliari, Parigi e Torino: un ventaglio di residenze che però non ha dissuaso i due coniugi-artisti, bramosi di “rallentare” il proprio stile di vita e abdicare la frenesia delle metropoli italiane ed europee, dal fare ritorno nella casa di campagna a Vignale, in frazione San Lorenzo. Il fumettista e disegnatore ha dato alle stampe “Bottecchia” con Giacomo Revelli, “La Cicatrice” assieme a Renato Chiocca, i racconti “Churubusco” e “La Lingua del Diavolo”, editi in Italia, Francia, Portogallo, Usa e Messico, e “Una Zanzara nell’Orecchio”, autobiografia pubblicata da Einaudi nel Bel Paese, oltralpe da Delcourt e in Svezia da Epix, prossimamente destinata a una trasposizione cinematografica. 

Ora, è la volta la volta di “Temporale”, da lui definito una “successione di sogni”, a partire dal racconto di apertura, “L’ultima cascina”, fino alla bonus track di commiato “Ufo”, un fumetto-disco che si staglia sulla scenografia romantica e malinconica delle amate colline di Vignale.

Seguendo i contorni tracciati con la matita 6B e “battezzati” dagli acquerelli ovattati della moglie Daniela, Andrea Ferraris alias “Spock” introduce, proietta nel tempo e nello spazio la sua compagnia di amici, ragazzini in possesso di un proprio soprannome-identikit, ormai diventati uomini, traditi dall’incedere degli anni e dal trascorrere decenni, ma anche capaci di conservare quella straordinaria autenticità, sopravvissuta nelle sue forme più eccentriche solo in provincia. Rivivono le serate trascorse a “fare nulla” ma così impregnate di un’intensità e una genuinità piuttosto rare nell’epopea dei social e degli smartphone che allontanano le conversazioni “vis-a-vis”.

La geografia della memoria gravita sempre attorno al “paese dei paesi”, Vignale, insostituibile baricentro emozionale dell’autore che tutto ingloba, eppure mai menzionato esplicitamente nelle pagine del fumetto – compaiono, invece, i nomi delle vicine Cuccaro, Lu, Camagna e Conzano. Rispondono all’appello anche l’ex Cantina Sociale, il crocevia stradale in Regione Tronco, il laghetto sotto le cascine di San Lorenzo, il bosco e i suoi abitanti notturni, la nebbia. Prendono vita le storie di una ragazza che conserva un frammento di asteroide sul camino, ricordo del nonno navigatore, del cane Fiume, la cui quiete dipende dallo scorrere dell’acqua: poi, la fine della scuola, la fuga tra le colline per le vacanze estive. Sono un plotone, i ragazzini. Le corse in bici, la partita a pallone delle sei, le ragazze, ma anche la quiete del dolce far niente, sotto il grande castagno, nell’ora più calda. A distanza di anni, ormai adulto, il protagonista torna a sedersi sotto quello stesso albero, in attesa che quei ricordi vengano allo scoperto.

Autentiche “gemme” dell’universo e delle atmosfere nostalgico-fantastiche di “Temporale” sono i colori di Daniela Mastrorilli e le scelte di tonalità messe al servizio dei racconti con lo scopo di esaltare le rispettive vicende, magari con qualche originale espediente. Il monocromatismo appositamente scelto per elevare il pathos di storie ad elevata intensità narrativa lavora infatti a stretto giro con l’inconsueto arcobaleno che tratteggia i flashback, tradizionalmente poco “sgargianti”.


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