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Il tasso di crescita del Piemonte non è fortissimo ma l’occupazione registra un incremento

L’assemblea di Confindustria Novara Vercelli Valsesia

 

Il tasso di crescita del Piemonte non è fortissimo, rispetto alla media italiana, però l’occupazione non solo tiene bensì registra un incremento e vi sono positivi segnali di tenuta». Marco Fortis, direttore e vicepresidente della Fondazione Edison, ha presentato i primi dati della ricerca sul sistema economico regionale di fronte alla platea di imprenditori che hanno partecipato all’assemblea di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv).
 
I quattrocento posti dell’aula magna della sede novarese dell’Università del Piemonte Orientale sono pressoché tutti occupati. La parte privata si è conclusa da poco con l’elezione di Carlo Robiglio, classe 1963, fondatore, presidente e amministratore delegato della holding Ebano, alla presidenza dell’associazione che rappresenta 713 aziende con quasi 48.500 addetti complessivi. Resterà in carica per il quadriennio 2025 - 2029.

La ricerca di Fortis analizza il trend dell’economia italiana che «cresce, benché stia diminuendo la popolazione, e lo sta facendo grazie agli investimenti privati, mentre altri paesi come la Spagna registrano trend anche più positivi però grazie a forti iniezioni di risorse pubbliche».

E il Piemonte? Le prime elaborazioni evidenziano un ritmo di sviluppo leggermente inferiore alla media nazionale, però i fondamentali sono decisamente buoni. Un esempio arriva dai distretti industriali. Quello del gioiello di Valenza si attesta su 6.035 occupati con una crescita di 579 unità rispetto al 2019. Il distretto rubinetteria - valvolame di Novara - Vercelli registra 8.532 occupati, con un -132 sul 2019. L’alimentare di Cuneo conta 12.610 occupati con un incremento di 778 persone, sempre in relazione al dato del 2019. 

I lavori della parte pubblica sono stati aperti dai saluti del past president confindustriale, Gianni Filippa, da Carlo Robiglio, dal sindaco di Novara, Alessandro Canelli, del rettore dell’ateneo, Menico Rizzi. La relazione del presidente di Confindustria Piemonte, l’astigiano Andrea Amalberto, ha concluso la prima parte, seguita dalla tavola rotonda sulla situazione economica e geopolitica cui hanno partecipato Regina Corradini D’Arienzo, amministratore delegato e direttore generale di Simest; Dario Fabbri, analista geopolitico e direttore del mensile Domino; Marco Fortis e Francesca Mariotti, consigliere di amministrazione di Almaviva. Hanno concluso i lavori il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, e il presidente nazionale di Confindustria, Emanuele Orsini.

Alberto Cirio, presidente della giunta regionale, è intervenuto in collegamento da Kiev dove sta partecipando al Summit internazionale delle città europee e delle regioni, intitolato “Uniti per la pace e la sicurezza” organizzato dal Governo ucraino per la ricostruzione e ha annunciato che «l’entro estate sarà approvata la legge urbanistica che dimezzerà i tempi delle pratiche».

Chiare e nette le parole di Andrea Amalberto. «Oggi siamo e continuiamo a rappresentare l’otto per cento del prodotto interno lordo italiano, con una quota di export pari al dieci per cento nazionale. In un anno in Piemonte - ha sottolineato - gli iscritti a Confindustria sono aumentati del 3,5 per cento, passando da 5.700 a 5.900. Inutile dire quale sia l’obiettivo per il 2026. Viviamo tempi difficili, ne siamo tutti consapevoli. Ma alcuni segnali positivi arrivano dalla chimica farmaceutica, dell'agroalimentare, dal turismo, dal Made In (e in particolare dalla gioielleria), dalla meccanica di precisione e dall’Ict. La posizione geografica è cruciale per l’attrazione degli investimenti e l’internazionalizzazione delle aziende».

E a proposito di capacità di attrazione dei territori, sono state significative le parole di Alessandro Canelli che ha citato l’imminente arrivo dell’impianto di semiconduttori Silicon Box a Novara. Un investimento di 3,2 miliardi di euro che evidenzia «il cambio di paradigma: prima gli insediamenti logistici, poi le infrastrutture e la formazione, ora gli investimenti produttivi che si integrano con la logistica».


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Sara Zuccotto

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