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L'epoca d'oro di un lembo “milanese” in terra monferrina

E’ difficile poter stabilire l’epoca d’oro di uno stato, di una città, perché ognuno nella propria epoca ha cercato di migliorare la posizione di se stessa. Per una serie di circostanze che ora andremo ad analizzare si può immaginare che per Frassineto Po, l’epoca più importante secondo le conoscenze odierne, dove le arti, le scienze, la politica, la cultura in generale fu al culmine è a partire dal 1530 sino al 1620 (appena prima degli assedi di Casale dove il quartier generale posto a Frassineto portò sì personaggi importanti nel nostro paese, ma portò pure morte e saccheggi)”. Così si legge nel libro intitolato “Frassineto Po. Dagli albori della civiltà umana alle soglie del duemila”, scritto da Roberto Girino e dal compianto Duilio Pozzi, pubblicato dalla Fondazione Sant’Evasio per i tipi della Press Point (Abbiategrasso, ottobre 2008). Anno stellare dell’importante comunità rivierasca - ricorda Roberto Girino - è indubbiamente il 1567, “annus terribilis” per la storia della vicina città, sconvolta dalla congiura di Oliviero Capello, mentre a Frassineto le cronache registravano “la prima visita pastorale del Card. Carlo Borromeo, il quale scelse tra i frassinetesi un giovinetto di appena 10 anni che portò a Milano, fece studiare ed elevò alla dignità di suo segretario prima e poi prevosto di San Nazaro in Broglio a Milano”. Si chiamava Guglielmo Vidoni e nonostante ricoprisse cariche importanti a Milano, non dimenticò mai quell’unico, piccolo lembo di milanesità in Monferrato. E per ulteriormente rinsaldare il legame con la “madrepatria” egli donò nel novembre 1587 alla comunità la splendida pala d’altare della Madonna del Rosario. L’opera, realizzata dal celebre architetto del Duomo di Milano, Pellegrino Tibaldi (1527-1596), poco prima del suo trasferimento in Spagna come pittore alla corte di Filippo II, fu completata dal pittore bergamasco Simone Peterzano (1540-1596), artista di ottimo livello, allievo a Venezia di Tiziano e noto ai più come maestro di Caravaggio. Mons. Vidoni fece anche erigere la chiesa di San Giovanni Evangelista, benedetta in occasione della visita effettuata il 20 novembre 1620 dal card. Carlo Borromeo, poco dopo un’altra benedizione, quella della colonna eretta sul luogo di un’antica chiesa con cimitero presso il Rollino. Istituì, inoltre, nel luglio 1624 la cappellania di San Carlo, con vari obblighi, e morendo lasciò alla chiesa parrocchiale parte dei suoi averi con la raccomandazione agli abitanti di Frassineto di non dimenticare il cardinale Carlo Borromeo che durante il suo episcopato fece ben cinque visite pastorali. Particolarmente importante fu quella straordinaria effettuata quando la salute del grande Santo milanese era ormai vacillante, egli, partito da Milano e diretto a Torino per venerare la Sacra Sindone, volle passare da Frassineto e fermarsi per un breve riposo. Dionigi Roggero QUANTI TESORI (UN PICCOLO MUSEO AMHCENEL CAMPANILE) E UN FUTURO RESTAURO CON TRASLOCO (l.a.) - Sulla piazza principale di Frassineto ci ricevono Roberto Girino, coautore di tre importanti libri sul paese e il parroco don Danilo Biasibetti. Dovremmo parlare meneghino... Siamo storicamente in una enclave della Diocesi di Milano e il parroco subito ci mostra documenti, riconfermati a suo tempo dal vescovo mons. Germano Zaccheo che attestano antichi privilegi di una collegiata il cui prevosto era vicario generale, al quinto posto nella gerarchia ambrosiana di cui in alcune festività ripristina il rito.Una chiesa importaante questa parrocchiale dedicata appunto a Sant’Ambrogio. Iniziamo dall’esterno, ci fanno notare sul lato destro una finestra del 400, resti della luce sul coro, notevole il campanile-torre con le decorazioni a a dente di sega. In sacrestia ammiriamo la splendida caravaggesca pala della Madonna del Rosario ma ci incurioscice un altro piccolo quadro di un parroco di Frassineto don Cavagliate che alza con orgoglio il simbolo del suo potere la ferula, ferula che ritroviamo nel “tesoro” in uno degli (protetti dagli allarmi) armadi di sacrestia che coi loro beni costituiscono un piccolo museo che si accresce grazie anche agli oculati acquisti parrocchiali. Da registrare il calice dono del cardinal Colombo un “affezionato” di Frassineto. La chiesa è ricchissima ne avevamo già fatto oggetto di un Viaggio di autore, il parroco spera di restaurare il vecchio e preziosissimo altare ligneo oggi in navata destra per ricollocarlo al suo posto donore. Un altro bel recupero è stato fatto alla base del campanile con il ritrovamento di affreschi di scuola spanzottiana d una piccola mostra di crocifissi processionali. Due passi per “ammirare” il pessimo stato dell’ala privata di palazzo Mossi che contrasta sulla sede ben restauata del palazzo del sede del Villaggio del libro ma l’area principale dovrebbe essere questa che sembra quasi un pollaio, possibile non si possa fare niente per mettere fine alla situazione? Luigi Angelino FOTO. La cinquecentesca Madonna del Rosario, particolare dell'altare ligneo dorato, frammento di un affresco d'alta epoca ritrovato nella cella campanaria

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Beppe Sartirana

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