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Restauri a Villamiroglio

L’abate saluzzese Goffredo Casalis (1781-1856) dedicò l’intera sua vita alla redazione dell’enciclopedico “Dizionario Geografico Storico-Statistico-Commerciale degli Stati di S. M. il Re di Sardegna”, opera in 28 volumi che illustra la posizione geografica, la tipologia e le condizioni di ogni paese, oltre alle notizie storiche e di carattere amministrativo. Nel venticinquesimo tomo, pubblicato a Torino dal libraio Gaetano Maspero due anni prima della morte dell’autore, viene descritto con qualche prevedibile imprecisione, vista la mole del lavoro, il paese di Villamiroglio e dei suoi 1360 abitanti, distribuiti nei numerosi “quartieri di lignaggio” ancora indicati con la preposizione attributiva “De”. “Sorge a ponente di Casale sui limiti della provincia: è distante miglia tre dal capoluogo di mandamento [Gabiano, ndr.], e tredici da quello di provincia [Casale, ndr.]. Questo comune è assai popoloso e distribuito nelle quattordici seguenti villate: Bajolo, Oddoni, Del-Stecco, Del-Dovesio, Montarizzolo, Valle dei Gioliti, Castellaro, Muro, Del-Brusa, Dei-Mezzani, Del-Casto, Del-Montagnino, Mezz’Alfenga superiore, e Mezz’Alfenga inferiore. Due delle sue strade comunali scorrono ai circostanti comuni, e percorrono sul territorio di Villamiroglio un tratto d’un miglio e mezzo circa. Il territorio produce in qualche abbondanza vino, frumento, meliga, civaje [nome generico dei legumi, ndr.], canapa, olio di noce e foraggi: di questi per altro è sempre scarso il raccolto”. E a proposito della storia dell’antica comunità egli aggiungeva: “Questo paese negli antichi tempi chiamavasi Villa S. Maria; prese dappoi il nome di Villamiroglio, dacché l’ebbero in feudo con titolo comitale i Mirogli di Moncestino: i Mirogli di Cuccaro, ed i Mirogli di Casale: quelli di Moncestino si traslocarono a Ferrara. I primitivi signori di questo villaggio lo munirono di un forte castello, ora diroccato, e di solide mura, di cui alcune stanno tuttora in piè, ed hanno aperture e finestre. Il castello fu incendiato nel 1400. Questo comune fu poi assoggettato ai duchi di Mantova, dai quali ebbe molti privilegi, come risulta da documenti che vi si conservano negli archivii comunali. Siffatti privilegi cessarono dacché Villamiroglio, in virtù del tratto conchiuso in Vienna addì 5 gennajo del 1703, venne ceduto all’augusta Casa di Savoja”. Ai tempi del Casalis svettava già sulla sommità del paese la nuova chiesa parrocchiale sotto il titolo dei Santi Michele e Filippo, costruita nel 1764 su un edificio più antico. Dopo alcuni decenni fu eretto l’agile campanile, fabbricato tra il 1816 e il 1823, come attesta la lapide che ricorda il nome di Francesco Casiraga. Nella seconda metà dell’Ottocento, poco prima della visita a Villamiroglio di Giuseppe Niccolini, il parroco don Luigi Vicario aveva fatto rifare la pavimentazione interna della chiesa parrocchiale in lastre marmoree. SALIAMO SUI PONTEGGI Saliamo a Villamiroglio in una splendida giornata di sole dopo tanta pioggia. Da Casale Valle Cerrina, strada dei fagiolini per Gabiano e svolta a sinistra alla Piagera. Alla chiesa dei Santi Filippo e Michele, la parrocchiale alta sul colle, sono iniziati da un mese lavori di restauro interni, coraggiosamente commissionati dal parroco don Davide Mussone, con un preventivo di spesa di almeno 100 mila euro. Dureranno un anno, attentamente seguiti dal dottor Careddu della Soprintendenza ai beni storici del Piemonte. Affreschi e decorazioni sono risanati dalla ditta Pagella restauri. Saliamo sugli alti ponteggi dove troviamo al lavoro Stefania Dolce Pagella, ci dice che è iniziata la pulitura, il consolidamento e la campionatura delle decorazioni. Il saggio stratigrafico testimonia la presenza di motivi decorativi più antichi sulla volta intorno al tondo della Assunzione della Vergine di pregevole mano. Lasciamo Stefania Dolce alle prese coi Santi Evangelisti delle vele e uscendo, dopo una altrettanto faticosa discesa per scalette a zig zag tra i ponteggi, siamo premiati da una strepitosa visione sulle colline del Monferrato con Moncestino in primo piano e dietro la pianura dove si innalzano le Alpi con ancora molta neve.

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Nicola Pondrano

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