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  • 12 aprile 2024
  • San Giorgio Monferrato

Conferenza

"Crime Scene Insect": a San Giorgio c'è l'entomologo Vanin

Sabato 13 aprile alle 17.30

L'entomologo forense Stefano Vanin insieme all'egittologa Sabina Malgora (foto Motta)

Il famoso entomologo forense Stefano Vanin, che ha aiutato a risolvere  importanti casi di omicidio, sarà ospite sabato 13 aprile alle ore 17.30 a San Giorgio Monferrato per un’affascinante conferenza “Crime Scene Insect”, presso la Biblioteca Civica.

L’evento sarà anche un’occasione per conoscere il lavoro e l’impegno del Centro antiviolenza Me.dea sia nell’aiutare coloro che hanno subito sia nell’alzare la soglia dell’attenzione. Interverrà infatti Sarah Scauzero, presidentessa del centro. Vanin è professore di Zoologia all’Università di Genova e specialista in Entomologia forense.

Gli insetti sono testimoni (occulti) e li fa “parlare”, per capire ad esempio se dietro un caso di scomparsa ci sia un cadavere e magari un assassino. Un professionista italiano, uno dei massimi esperti a livello mondiale, che ha lavorato anche all’estero, con un curriculum di peso, dal caso Gambirasio al recente omicidio Cecchettin. 

Le tracce degli insetti resistono per secoli e secoli e questa durata millenaria permette a Vanin di lavorare sulle mummie egizie studiate da Sabina Malgora, ricercatrice monferrina, ma di fama internazionale, e direttrice del Mummy Project. Info e prenotazioni: bibliotecasangiorgio@gmail.com. Vanin è anche appassionato di montagna e di vino. Per questo felice di venire in Monferrato.

Come avviene l’avvicinamento a questa disciplina?
Avviene attraverso la formazione. È la formazione che si può ottenere con i corsi in biologia o scienze naturali, e poi bisogna fare tanta tanta gavetta, e io continuo a dire che per diventare un entomologo forense prima di tutto bisogna essere un entomologo e poi applicare le conoscenze nel contesto forense. Io suggerisco il diventare biologo perché con le nuove tecnologie bisogna avere conoscenze approfondite anche di biologia molecolare e di bioinformatica.

Come lavorano gli insetti?
Beh, diciamo che dopo la morte gli insetti colonizzano il corpo e depongono loro uova o le larve. Quindi, chi lavora, è poi l’entomologo il quale una volta definita e determinata la specie e capito il grado di sviluppo correlandolo alla temperatura perché, gli insetti, non sono come noi mammiferi omeotermi, bensì pecilotermi, hanno uno sviluppo che dipende dalla temperatura e… quindi a quel punto lì l’entomologo risale al tempo. Un’altra cosa interessante è che gli insetti ci raccontano se il cadavere è stato spostato da un posto a un altro. 

Che cosa trova della sua professione nelle serie tv?
Per fortuna niente. È vero che entra nelle case di tutti il concetto della prova scientifica, però è anche vero che è stata trasmessa una visione molto distorta della giustizia che è semplicegiustizialismo. Per fortuna in Italia si applica la scienza forense da diversi anni, però poi si lavora in un contesto di processo, di vero processo, che porta a una ricostruzione degli eventi e ad una amministrazione della giustizia che non è giustizialismo.

Che futuro vede per l’entomologia?
Per l’entomologia prevedo un futuro che è sempre più roseo, per l’entomologia in assoluto, perché esistono problematiche legate agli insetti. Nel senso che con la globalizzazione e il riscaldamento, le specie si stanno spostando verso le nostre aree con una frequenza e una velocità sempre maggiori, portando tutta una serie di casistiche di tipo sanitario sia nei confronti delle persone sia nei confronti di altri animali, ma anche nei confronti dell’agricoltura. Per cui sì, serviranno sempre più entomologi! Perché dovremo dare delle risposte importanti ai problemi associati agli insetti. Nello specifico dell’entomologia forense, la vedo sempre più utile anche perché va ricordato che l’entomologia forense non si occupa solo di casi alla “CSI”, e quindi di omicidi, ma si occupa anche delle infestazioni degli insetti sugli alimenti e delle infestazioni nelle case, nei centri abitati, tutte legate a problemi di tipo legale.

Ha lavorato anche con Sabina Malgora: entomologia ed egittologia come hanno collaborato?
Lavorare con Sabina è stata un’esperienza molto interessante e molto arricchente perché logicamente anche le mummie egizie vengono in qualche modo attaccate dagli insetti. A dir la verità, già nel ‘600, Valis Neri, aveva rappresentato una mummia con a fianco i resti di una larva di una mosca che su di essa si era sviluppata. Quindi la collaborazione è quella di cercare di utilizzare gli insetti e lo studio di essi per capire se si può dire qualcosa in più sulle mummie, ad esempio sulle tecniche di preparazione, e dall’altra parte fornire agli egittologi informazioni in caso di insetti che rovinino preziosi reperti nei musei per poi intervenire con strategie di conservazione adeguate.


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